Ieri il Fmi ha applaudito le riforme varate dal governo Monti. Secondo l’istituto di Washington la riforma del mercato del lavoro e il decreto taglia-spese vanno nella giusta direzione, ma resta la preoccupazione per l’ingombrante debito pubblico e la recessione. Proprio il debito ci costringe a impegnare 80 miliardi di euro ogni anno. Secondo il Fmi l’Italia resta vulnerabile al contagio della crisi della zona euro e a fine anno dovrebbe sperimentare una recessione almeno intorno al 2%, con forti rischi verso il basso.
Il Fmi stima una piccola ripresa all’inizio del prossimo anno, quando l’export e gli investimenti torneranno a crescere seppur in misure lieve. Secondo gli esperti del Fmi l’imperativo categorico resta quello di rivitalizzare la crescita, anche perché il rapporto debito/pil dovrebbe continuare a crescere per arrivare al 126,4% a fine 2013. Solo nel 2017 si dovrebbe scendere verso il 119% del pil. La tensione sui bond italiani è cresciuta molto negli ultimi tempi, tanto che due giorni fa lo spread Btp-Bund aveva anche superato quota 480 punti base.
Lo spread che si muove tra 400 e 500 non permette ai politici italiani di restare tranquilli. Inoltre, l’elevato debito pubblico amplifica l’impatto degli shock comuni. Intanto a Palazzo Chigi e al ministero dell’economia si attendono i dati sul gettito dell’autotassazione per il mese di agosto, che saranno decisivi per ricalibrare gli obiettivi di finanza pubblica in vista del “Def”. In termini tendenziali, le entrate tributarie dei primi cinque mesi dell’anno sono aumentate del 2,5%.
Il Tesoro ha annunciato che, considerando il trend favorevole delle entrate fiscali, l’asta dei Btp di medio-lungo termine prevista per il 14 agosto 2012 sarà cancellata. Ieri il differenziale di rendimento tra il Btp decennale e il pari scadenza Bund tedesco è sceso leggermente, attestandosi in chiusura a 462 punti base. Cò vuol dire che lo yield del Btp a 10 anni sul secondario è sceso leggermente sotto il 6%.