Gli ultimi andamenti dello spread, il differenziale tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi, confermano un’altalena di cui non ci si può fidare troppo, tra risalite e cadute altrettanto repentine. Ma c’è chi è pronto ad assicurare un calo a livelli molto più accettabili rispetto agli ultimi mesi: si tratta di Fabrizio Saccomanni, attuale direttore generale della Banca d’Italia (ha conteso il posto di governatore fino all’ultimo a Ignazio Visco), il quale è intervenuto nel corso di un convegno per spiegare la sua posizione. Il direttore ha infatti spiegato come lo spread in questione possa anche scendere fino a trecento punti base (il livello attuale si aggira attorno ai 350), a testimonianza del fatto che c’è molto ottimismo sul possibile recupero della nostra economia.
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In particolare, lo stesso Saccomanni ha letto nell’ultima offerta della Banca Centrale Europea di pronti contro a termine a tre anni il contributo più prezioso a questo trend, visto che per il momento i tassi a lungo termine possono essere considerati a ragione fin troppo proibitivi. Un altro interessante spunto del convegno è stato quello relativo al Fondo Monetario Internazionale: la presa di posizione della Banca d’Italia è chiara, l’organismo di Washington non può rafforzare i propri monitoraggi sui paesi maggiormente in difficoltà se non si impegna allo stesso tempo a fornire adeguata liquidità.
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Il plauso al nostro paese, invece, è stato motivato con le efficaci misure adottate per quel che concerne la finanza pubblica, oltre a quelle relative al raggiungimento del pareggio di bilancio entro il prossimo anno: a questo punto, un aspetto ribadito più volte da Saccomanni, è necessario reperire le risorse finanziarie necessarie per gli investimenti a parità di saldo. I maggiori interventi andrebbero effettuati dunque sulle dinamiche di mercato; l’ultimo cenno, infine, è andato al credit crunch, un problema su cui si sta lavorando con dedizione.