Il futuro dell’Euro? E’ a rischio come nel 2012 durante la crisi estiva. Un rischio che fece paventare la scomparsa stessa della divisa, e che poi venne debellato malgrado i pessimi risultati sui mercati finanziari.
Ora, mentre si attende una ripresa forte da parte dell’economia europea, la moneta naviga nuovamente in cattive acque. Anche perché, in tutta onestà, non è detto che la ripresa arriverà nel breve termine…
Il quadro appare, dunque, piuttosto chiaro. La Germania realizza investimenti di minore portata, equivalenti soltanto allo 0,1% del prodotto interno lordo locale. Affari che dunque non sono d’ausilio per il Quantitative Easing. Dalla Bce fanno sapere che il bilancio della banca salirà entro due anni di ben mille miliardi di euro. Già, ma come avverrà questo incremento?
Un noto economista del Financial Times ha da ridire sulle proposte di Draghi in ottica europea. Non tollera una politica monetaria fatta di riforme strutturale e di maggiori investimenti pubblici, dal momento che se tutti iniziano a riformare per aumentare la competitività le riforme stesse non avranno più effetto placebo e il grado di competitività si affievolirà.Ma ci sono altri fattori stando ai quali la moneta unica europea è a rischio. Scrive il Financial Times:
Il vero pericolo per la sopravvivenza dell’euro arriva proprio dagli elettori, sfiniti da una crisi perdurante e che potrebbe divenire “secolare”, ossia durare anche per i prossimi 10 o 20 anni. In Francia, i sondaggi danno in testa il Fronte Nazionale anti-euro ed anti-UE di Marine Le Pen. A proposito, le ultime rilevazioni danno quest’ultima al 29,3%, il dato più alto di sempre per la destra radicale francese, seguita da un buon 26% di Nicolas Sarkozy, mentre il socialista François Hollande crollerebbe al 14%, minimo storico per la gauche transalpina, non arrivando nemmeno al ballottaggio delle elezioni presidenziali.