La forte crisi che ha travolto i mercati finanziari di tutto il mondo avrà grosse ripercussioni anche sui conti pubblici inglesi. Crollano, infatti, le entrate fiscali e si impenna il deficit che, in base alle stime, nell’anno fiscale in corso che finirà a marzo 2009 toccherà il 6% del PIL. Il Cancelliere dello scacchiere, Alistair Darlig, nel presentare il pre-budget ha annunciato di voler rimandare gli aumenti delle imposte e il contenimento della spesa. Il fabbisogno pubblico inglese previsto per l’anno fiscale in corso, subirà inevitabilmente un’impennata toccando i 90 miliardi di sterline l’anno mentre per il prossimo anno fiscale si prevede un fabbisogno annuale pari a 120 miliardi di sterline. Volerà, dunque, il deficit pubblico che arriverà all’8-9%, raggiungendo il triplo di quanto consentito dal Trattato di Maastricht ai Paesi della zona Euro.
Gli economisti sono pessimisti e prevedono ulteriori peggioramenti per i prossimi anni fiscali: nel 2011-2012 il fabbisogno salirà fino a 160 miliardi di sterline, con un deficit del 10%. L’economia della Gran Bretagna è, infatti, in continuo peggioramento con la produzione di automobili in forte calo con perdite fino al 25% nel mese di ottobre. Paul Dales, economista del think-tank Capital Economics, afferma che
nei prossimi anni il Governo sarà chiamato al compito delicato di decidere quando rientrare dal deficit. Un esercizio difficile -dichiara Dales– dato che è pericoloso procedere troppo presto a tagli alla spesa o ad aumenti delle imposte.
I tory al riguardo si dichiarano preoccupati per le future manovre di rientro e parlano di una “bomba ad orologeria” che l’attuale Governo inglese lascerà in eredità alla prossima legislatura. I tory, inoltre, non credono che il Governo riesca a ripristinare la situazione nel breve periodo e sono convinti che i programmi fiscali annunciati dall’Esecutivo provocheranno un crollo della sterlina che andrà a peggiorare il già critico quadro economico.