I mercati, si sapeva già, tifano per Macron, il difensore dell’euro, contro la Le Pen, che invece dall’euro dice di voler uscire. Ma oggi La Repubblica esce allo scoperto, con la storia del candidato favorito, ma anche ex banchiere per i Rothschild, e ex Advisor per la Nestlè, non certo due categorie che il popolo ama, in questo periodo di crisi disastrosa, per la Francia e l’Europa. La campagna è ormai più che aspra, con la Le Pen che accusa il suo rivale di avere conti off-shore, naturalmente smentita da Macron. Non stupirebbe comunque che questi conti esistano veramente, ma la cosa non toccherebbe affatto la fiducia dei mercati, che vedono nel candidato rampollo di Attali, il loro protettore. L’economia di Macron infatti non si distaccherebbe affatto da quella dei suoi predecessori, con il proseguimento dell’austerità per le classi medio-basse, i classici investimenti e tagli sul settore pubblico, per attirare capitale e sperare che sia l’imprenditoria privata a rilanciare l’economia. Una ricetta che ha funzionato, in parte, solo in Germania, e funziona, in parte, solo in Inghilterra, due paesi molto diversi, per vari motivi, non solo dalla Francia, ma dall’Europa in generale, dove invece resta lo stato sociale e l’influenza dei governi, quasi sempre in modo positivo. Non è n caso che abbandonata questa strada, l’Europa abbia smarrito la via, a parte la Germania, che ha però una capacità industriale diversa.