Moody’s non ha avuto pietà e ha infierito sul Belgio con un taglio del rating molto significativo: il credito di Bruxelles deve fare i conti infatti con i maggiori costi dell’indebitamento, con una crescita in fase di rallentamento e con le minacce di crollo del principale gruppo bancario, Dexia Sa. Tutti questi elementi hanno condotto a un declassamento della valutazione di ben due gradini, fino all’attuale Aa3, il quarto livello più alto in assoluto, ma che si allontana pericolosamente dal range dell’ottima affidabilità. L’outlook, inoltre, rimane negativo, come comunicato dalla stessa agenzia americana. Tra l’altro, anche Standard & Poor’s non era stata molto tenera qualche giorno fa, e lo stesso discorso vale per Fitch, la quale ha preannunciato una possibile riduzione del rating a breve.
Il nuovo taglio giunge dopo una settimana in cui i leader europei hanno tentato l’ennesimo sforzo per porre fine alla crisi del debito, puntando soprattutto su un’unione fiscale e con la Banca Centrale Europea protagonista di altri interventi importanti. Fitch si è scagliata anche contro la Francia, rivedendo al ribasso l’outlook di Parigi. Moody’s ha fatto sapere che uno dei rischi principali e aggiuntivi di questo momento è rappresentato sicuramente dall’ambiente economico in cui si vive, senza dimenticare che la volatilità dei mercati potrebbe cambiare da un momento all’altro, come ampiamente dimostrato dal passato recente.
I costi dell’indebitamento belga hanno ormai toccato il loro livello più alto degli ultimi undici anni, con il rendimento dei titoli decennali giunto al 5,86% lo scorso 25 novembre. L’assenza di una guida politica e le enormi difficoltà di Dexia hanno fatto il resto, in particolare la garanzia da offrire alla banca in questione, 54,5 milioni di euro, è stata piuttosto onerosa. In aggiunta, il rendimento dei titoli in scadenza nel 2021 è salito fino a 4,26 punti percentuali, mentre lo spread con i bund tedeschi si è attestato sui 240 punti base complessivi.
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