Nel secondo trimestre di quest’anno l’economia complessiva dell’area Ocse ha segnato una crescita dello 0,2% a fronte di una ripresa del Pil della zona dello 0,3% nel trimestre precedente. I dati sono stati rilevati e resi noti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Meno rosea la situazione dell’Eurozona dove la crescita si è attestata allo 0,2% a fronte di una ripresa dello 0,8% nel trimestre precedente. Prendendo ad esempio due nazioni: la Germania ha subito un rallentamento della crescita dello 0,1% contro l’1,3% del trimestre precedente e la Francia vede una crescita che è pari allo 0% contro un +0,9% del trimestre precedente. La situazione per la Gran Bretagna invece è di una crescita dello 0,2% contro lo 0,5% del primo quarto del 2011. Il lontano Giappone vede invece una flessione del Pil dello 0,3% contro il -0,9% del primo trimestre.
La situazione in Italia é migliore: il Pil e’ salito dello 0,3%, facendo meglio rispetto allo 0,1% dei tre mesi precedenti. Ciò nonostante le casse dello Stato sono vuote e i timori per una seconda fase di recessione spingono al ribasso gli indici azionari facendo saltare gli equilibri di quelli obbligazionari. Inoltre secondo i dati raccolto da Unioncamere, sarà un autunno molto negativo per quello che riguarda l’occupazione. Le piccole e medie imprese sono probabilmente quelle più a rischio. A complicare ulteriormente la situazione concorrono da una parte le incertezze dell’economia degli USA lontana dalla crescita attesa del 3%. La borsa di Tokyo ha chiuso in calo toccando il minimo dal 15 marzo scorso.
Gli investitori hanno paura di vendere significativamente perché aspettano una azione del governo. Ma se anche un intervento ci sarà, l’effetto potrebbe avere vita breve – ha sottolineato Mitsushige Akino, gestore di Ichiyoshi Investment Management -. Se il governo interviene unilateralmente sul mercato delle valute il Nikkei può guadagnare forse 100 punti, ma gli sforzi del Giappone da soli non cambieranno i fondamentali.