E’ stato presentato con soddisfazione nel corso di una conferenza stampa a tre da parte del premier Giuseppe Conte e dei due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini il decreto sul reddito di cittadinanza e la quota 100 per le pensioni. Ma è tutto oro quel che riluce?
La domanda sale spontanea non tanto per ciò che concerne il reddito di cittadinanza, per il quale a seconda delle casistiche sono previste diverse tipologie di erogazione monetaria e controlli quanto per ciò che concerne questa temporanea revisione delle pensioni per le quali, da quel che si evince, rimane comunque il nodo delle decurtazioni imponenti, fino al 30%. Insomma, al momento le promesse sono molte e gli slogan da campagna elettorale per le europee ancora di più. Sarà solo dopo il passaggio parlamentare e l’inizio dell’applicazione che si potrà valutare il successo di queste iniziative, soprattutto a livello di tenuta economica per i conti pubblici, discorso sviato anche dal premier Giuseppe Conte nel momento in cui nel corso della conferenza stampa è stato interpellato. Sul reddito di cittadinanza commenta così il ministro del Lavoro:
Il reddito non è una misura di assistenzialismo, ma un grande investimento nel capitale umano, il 50% andrà al Centro- Nord. Nessuno potrà abusare, ci saranno norme anti- divano: su chi entra nel programma sarà acceso un faro dagli ispettorati e dalla Guardia di finanza, da 2 a 6 anni di carcere per chi fornisce dati falsi. Sono certo dei tempi, ci sono già gli accordi con Inps, Poste e gli altri enti coinvolti.
Si sorvola però sulle misure che pagheranno i cittadini in caso di mancata copertura: una certezza? L’opposizione si farà sentire.