Le cifre parlano chiaro: si sta allargando la crisi dei mercati immobiliari. I dati che sono stati diffusi in questi giorni evidenziano un peggioramento della situazione complessiva con il mercato immobiliare spagnolo in calo del 34%, i prezzi delle case in diminuzione del 16% in USA e del 4% in Inghilterra. In tutti e tre i casi inoltre i dati segnano un netto peggioramento rispetto alle precedenti stime evidenziando quindi una accelerazione al ribasso.
Partiamo dalla Spagna, paese che più degli altri deve al settore immobiliare lo sviluppo economico degli ultimi dieci anni e che più degli altri sta soffrendo l’attuale momento. Fattore decisivo è stato il rialzo dei tassi negli ultimi anni che hanno reso più oneroso l’acquisto di nuove case. Le vendite di case, come già detto, sono scese del 34% nell’ultimo anno ed adesso potrebbero iniziare a scendere in modo significativo anche i prezzi che invece fino ad ora erano rimasti costanti; in particolare le previsioni indicano una discesa di almeno il 15% entro il 2010.
Negli Stati Uniti l’indice S&P/Case-Shiller sul prezzo delle case registra il peggiore calo degli ultimi anni: 15,8%. Come conseguenza si teme una riduzione della domanda interna (e quindi effetti negativi sul PIL). Tali cali infatti deprimono ulteriormente la ricchezza dei proprietari di abitazioni, persone già colpite sia dall’aumento dell’inflazione sia da un mercato del lavoro in affanno. Le previsioni nono sono rosee nemmeno in questo caso in quanto non è atteso nessun miglioramento per i mesi a venire.
In Inghilterra e nel Galles il costo medio delle abitazioni è in calo del 4,4% rispetto all’anno scorso, soltanto a giugno la diminuzione è stata dell’ 1,2%. Anche in questo caso fattori decisivi sono l’aumento dell’inflazione e la stretta sui tassi, adesso al 5% (ricordiamo che la politica monetaria del Regno Unito è indipendente rispetto a quella dell’Unione Europea). Le previsioni diffuse oggi riguardo il mercato immobiliare inglese restano però positive: nonostante siano attesi cali per i prossimi due anni, entro il 2013 l’aumento sarà di circa il 25% in virtù di una contrazione dell’offerta.