La Svezia sta riuscendo in un’impresa davvero unica dal punto di vista finanziario: in effetti, il governo di Stoccolma è in procinto di abbassare il costo del proprio indebitamento a livelli molto simili a quelli della Germania. La principale economia scandinava si è infatti posta un obiettivo ben preciso da questo punto di vista, vale a dire il taglio del deficit a un valore più basso di quello della media europea, oltre ovviamente a un rafforzamento deciso della disciplina relativa al proprio sistema bancario. Visto che tutti guardano all’eurozona come la principale fonte del contagio, l’area nordica si vuole presentare invece come un porto sicuro in cui approdare, una visione condivisa da molti analisti finanziari.
Quasi due decenni dopo aver risolto la sua crisi del credito, la Svezia si propone come il miglior mercato obbligazionario del Vecchio Continente. Come è noto, questa nazione ha deciso volontariamente di non aderire alla moneta unica, fidandosi della propria corona e imponendo dei controlli piuttosto severi per quel che concerne i suoi prestatori. Il salvataggio finanziario è stato praticamente obbligatorio tre anni fa, a fronte di una congiuntura negativa internazionale e a distanza di così poco tempo ora gli svedesi possono far registrare un surplus in merito al budget e costi di indebitamento sensibilmente inferiori rispetto agli altri membri dell’Unione Europea. Le intenzioni degli investitori sono quelle di prestare a Stoccolma nel lungo termine (in particolare dieci e trenta anni), con tassi di interesse che non hanno nulla a che vedere con quelli tedeschi.
I titoli governativi locali, inoltre, più precisamente quelli che sono ripagabili dopo dieci anni, hanno consentito finora di ottenere un ritorno economico pari a ben ventotto punti percentuali, un discorso identico a quello che deve essere fatto per i bond. Insomma, in questo caso rimanere ai margini dell’eurozona ha pagato, con sempre più persone propense ad allocare denaro al di fuori delle esposizioni comunitarie.
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