Purtroppo sembra che l’unica alternativa a disposizione degli istituti di credito internazionali contro la crisi sia quella del licenziamento: dopo il turno di Citigroup e Credit Suisse, ora tocca a Ubs Ag dominare le cronache finanziarie. In effetti, la principale banca di tutta la Svizzera è seriamente intenzionata a conseguire un Roe (Return On Equity) che sia compreso tra il 12 e il 17% a partire dal 2013, un obiettivo piuttosto ambizioso che deve comunque essere associato anche a una gestione finanziaria sana. L’istituto di Zurigo è anche pronto a pagare un dividendo pari a dieci centesimi negli ultimi giorni di questo 2011, il primo versamento in denaro cash da tempi in cui la crisi economica era soltanto agli albori, dunque un evento molto importante.
L’amministratore delegato del gruppo elvetico, Sergio Ermotti, è stato molto preciso in questo senso, ricordando come ogni operazione sia volta a ridurre il profilo di rischio bancario, soprattutto ridimensionando i business già esistenti e focalizzando l’attenzione sulle opportunità di crescita. Il 2011 di Ubs non può certo essere definito uno dei migliori anni in assoluto, con la banca che ha perso ben trentadue punti percentuali (10,49 franchi svizzeri) alla Borsa di Zurigo, un valore piuttosto elevato ma addirittura inferiore rispetto ad altri istituti.
Proprio per questo motivo, la banca svizzera dovrebbe provvedere a breve a ridurre il proprio organico, licenziando altri 4.700 dipendenti dopo i 1.600 dello scorso mese di agosto, così da poter rivedere e ritoccare le aspettative relative ai guadagni, ai ricavi e ai nuovi assets finanziari. Il Roe a cui si è fatto riferimento in precedenza non è altro che il rapporto tra il reddito netto e il patrimonio netto del gruppo in questione: i tempi e le aspettative sono davvero cambiati, in particolare se si pensa che appena due anni fa si puntava a un range compreso tra il 15 e il 20%.
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