Nel 2013 è stato fatto registrare un boom di mini-prestiti. Ne sono stati erogati più di diecimila per un totale che si aggira sui 100 milioni di euro. In termini di erogazione è stata soddisfatta il 42,3% dell’utenza.
L’obiettivo è stato raggiunto anche in virtù dei supporti aggiuntivi che sono stati affidati al monitoraggio dell’ENM e che vengono svolti dagli operatori sul territorio. Grazie anche ai progetti di Capacity Building e Sportelli del Lavoro aperti sul territorio con particolare attenzione alle aree obiettivo convergenza, è stato possibile sviluppare una coscienza dello strumento e una diffusione dello stesso mediante la rete pubblica e gli operatori attivi sul territorio.
Va tuttavia tenuto in considerazione che se per numero la maggioranza dei microcrediti sono stati erogati con finalità socio-assistenziali, per ammontare erogato prevale invece il valore di quelli concessi con finalità di autoimpiego, i quali assorbono quasi i 3/4 delle risorse complessivamente impiegate, vale a dire oltre 76 milioni di euro, ovvero 50 milioni in più dei 26 milioni volti al microcredito sociale.
Ciò influenza gli importi medi concessi, di gran lunga differenti si considera l’una o l’altra forma di microcredito: sono assai contenuti nel caso degli interventi sociali, attestandosi mediamente sotto i 4.500 euro, mentre quelli con finalità lavorativa superano i 19.000 euro.
I dati sono stati così commentati dagli analisti a seguito di un monitoraggio:
Anche il rapporto tra prestiti concessi e domande erogate è significativamente diverso tra le due tipologie di microcrediti: in ambito sociale si riesce a soddisfare quasi il 60% della domanda, mentre in ambito produttivo poco meno del 30% dei richiedenti riesce ad ottenere il microcredito richiesto.
In altre parole, questi primi dati d’insieme confermano la distinzione tra due basilari tipologie: da un lato, gli interventi di carattere socio-assistenziale, significativamente numerosi, ma di importi molto modesti, che però intercettano una quota maggioritaria della domanda espressa; dall’altro lato, il microcreditoproduttivo, cioè volto all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità, con importi medi erogati molto più rilevanti e che però, per numerosità, è in grado di soddisfare meno di un terzo della domanda esplicita.