In base ad un documento pubblicato nelle scorse settimane da CRIF, il sistema di informazioni creditizie sul quale poggia il settore finanziario italiano, gli italiani ricorrono sempre più frequentemente all’accensione di un prestito personale per poter finanziarie l’acquisto di beni o servizi, oppure, molto più semplicemente, effettuare spese di carattere personale.
Il confronto col primo quadrimestre dello scorso anno, in tal senso, rende chiara l’idea di come sia mutato l’approccio verso il mondo dei finanziamenti: le richieste sono aumentate di oltre il 300%. Gli italiani, quindi, sono nuovamente pronti ad effettuare spese e consumi, dopo un anno, il 2020, segnato inevitabilmente dalla pandemia.
L’effetto covid svanisce: +300% di richieste rispetto al 2020
È inutile negare, infatti, come le richieste di prestiti nel 2020 siano state inferiori a causa della comparsa del covid, che specie nel primo quadrimestre, all’apice del più duro lockdown vissuto dal nostro paese, si erano quasi del tutto arenate. La situazione economica, pur restando in alcuni settori appesa ad un filo, è certamente più serena rispetto a dodici mesi fa. E le famiglie, di conseguenza, sono maggiormente invogliate a sottoscrivere un prestito.
Un segnale importante anche per la salute economica del nostro paese: la rinnovata voglia di spesa degli italiani, non può che essere propedeutica ad una più rapida e stabile ripresa dell’economia italiana. Il report stilato da CRIF, inoltre, offre altri interessanti elementi di riflessione.
Non è aumentata, infatti, solo la mole di richieste e di prestiti erogati, ma anche l’importo medio accreditato, che si attesta attorno ad €.9500.00 facendo registrare un aumento di oltre il 16% rispetto allo stesso periodo del 2020. Forti anche del piano vaccinale in corso, che prosegue a ritmo spedito e sta fornendo le prime risposte positive, i nostri connazionali hanno ritrovato l’ottimismo perduto, sempre con un occhio di sana prudenza.
A crescere, infatti, non è stato solo l’importo medio richiesto, ma anche la durata dei finanziamenti. Un piano rateale più lungo, infatti, consente di ottenere una rata di importo maggiormente contenuto, in grado di impattare in modo più “soft” sul budget mensile di ogni singolo nucleo famigliare: oltre il 25% dei prestiti, infatti, ha una durata superiore ai 60 mesi.
La rivoluzione digitale rende più consapevoli i consumatori: aumentano le richieste di preventivi
La fascia d’età che ricorre, con maggior frequenza, al mondo del credito, è quella compresa tra i 40 e 50 anni d’età. Questi soggetti, d’altro canto, sono quelli che dispongono – nella maggior parte dei casi – di tutele lavorative significative e possono permettersi, al netto di eventuali debiti in corso, di poter sottoscrivere un finanziamento con maggior facilità rispetto ad altre fasce d’età, come ad esempio gli under 30,
Contrarre un prestito, d’altro canto, non è mai stato così conveniente come in questa particolare fase storica. Grazie alla politica monetaria accomodante della Banca Centrale Europea, che prosegue da svariati anni e si è resa ancor più conciliante dopo l’avvento del covid, i tassi d’interesse applicati non sono mai stati così convenienti. E molti consumatori, memori di com’era il quadro sino a qualche lustro fa, non si sono lasciati sfuggire l’occasione per contrarre un prestito.
La grande rivoluzione digitale degli ultimi vent’anni, d’altronde, ha ampliato le opportunità di scelta dei consumatori, che possono inoltrare la propria richiesta online, come nel caso del prestito ING, piuttosto che rivolgersi ad uno sportello bancario o ad un ufficio di qualche società finanziaria.
L’importanza di comparare le offerte del mondo dei prestiti, è un fattore ormai acquisito e fatto proprio dai cittadini italiani. Prima di sottoscrivere un prestito, infatti, la quasi totalità degli stessi richiede almeno tre o quattro preventivi, li analizza attentamente e sceglie, con un ottimo grado di consapevolezza, quello che fa maggiormente al proprio caso.