Mentre tra i banchi dell’Emiciclo di Montecitorio stentano a spegnersi le braci della polemica politica innescata dalla sua introduzione (alcuni esponenti dell’opposizione l’hanno bollata con il poco lusinghiero epiteto di “elemosina”, la maggioranza la difende a spada tratta), migliaia di italiani hanno preso d’assalto gli uffici postali dello Stivale per richiederla.
Stiamo parlando della neonata – eppure già molto famosa – “Social Card”, ovverosia quella tessera sussidiaria, introdotta dal Governo con la manovra d’Estate, con lo scopo di fronteggiare l’emergenza innescata dalla crisi economica internazionale e la conseguente perdita del potere d’acquisto, principalmente tra gli strati più deboli della popolazione.
A cinque giorni dal “debutto”, il primo bilancio dell’operazione parla di Caf (i centri di assistenza fiscale) e Uffici Postali andati letteralmente in tilt, soprattutto nelle regioni meridionali, per l’afflusso di cittadini in cerca di informazioni sulla Social Card.
Non tutti coloro che hanno ricevuto la lettera informativa firmata dai ministri dell’Economia e del Lavoro, però, hanno diritto al beneficio: in base alle prime stime fornite, solo il 40% delle persone che si sono presentate finora agli sportelli possiede i requisiti adatti per ottenere i 40 €uro mensili della Social Card.
La scarsità di informazioni si ripercuote sul lavoro degli uffici dei sindacati, dei Centri di Assistenza Fiscale e soprattutto sugli impiegati postali, già in sofferenza per la contemporanea distribuzione delle pensioni e l’accavallarsi di alcune scadenze tributarie. Le code agli uffici hanno generato addirittura tensioni e tafferugli.
E’ quanto accaduto alle Poste di Caivano, comune dell’hinterland di Napoli, che nella giornata di mercoledì hanno assistito all’assalto di 300 persone ed alla successiva occupazione dell’ufficio al grido di “Noi di qua non ce ne andiamo fino a che non abbiamo la Carta”. E’ toccato poi alle Forze dell’Ordine dirimere la questione, ed il tutto si è risolto senza gravi conseguenze.
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