Che l’evasione fiscale fosse un problema del nostro paese lo si sapeva da diverso tempo, ma avere dei dati e delle conferme così nette fa sempre riflettere: il riferimento non può che andare a quanto stimato dall’Anagrafe Tributaria, un quadro dalle tinte piuttosto evidente per quel che concerne alcune tendenze di fondo. In pratica, l’aggettivo che meglio si addice a molti contribuenti è quello di “finti poveri”. Si tratta di una platea di soggetti che non dichiara più di ventimila euro all’anno, ma che adora anche viaggiare a bordo di auto potenti (le intestazioni complessive in questo caso sono molto vicine ai trenta milioni di redditi Irpef): anche le barche di lusso gli aerei e gli elicotteri, però, contraddistinguono una situazione simile.
Le percentuali sono impressionanti. In effetti, ben il 66,4% dei contribuenti in questione dichiara redditi da miseria, anzi possono essere ricompresi in una categoria nuova di zecca, quella degli evasori di lusso. Ecco spiegati gli interventi del governo Monti, intenzionato a contrastare il fenomeno con delle strette decisive. Come stringeranno la cinghia queste persone? I cittadini che dichiarano al Fisco una cifra compresa tra i 20mila e i 50mila euro sono circa dodici milioni, un’ampia schiera che si affida soprattutto ai veicoli di maggiore cilindrata; in particolare le autovetture che sono intestate a tale fascia sono oltre 217mila, mentre 604 sono gli aerei e gli elicotteri totali (un terzo dei mezzi che sono attualmente registrati), senza dimenticare gli appassionati del mare, con 26.460 contribuenti e altrettante barche di lunghezza superiore ai dieci metri.
Il trend italiano è davvero paradossale, il lusso diminuisce all’aumentare della ricchezza che viene dichiarata all’Agenzia delle Entrate. Il rimedio potrebbe essere quello della tassa di stazionamento, l’imposta che verrà applicata giornalmente ai possessori di yacht e imbarcazioni, ma anche in questo caso bisogna fare dei distinguo, come già accaduto nel caso di Legambiente e di Vela Solidale.
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