Il governo è sempre più alla caccia di capitali a nero nascosti da qualche parte, ed ora spunta l’ipotesi di una sanatoria sul contante, per far emergere il nero, da mettere nella legge di Bilancio.
Si parla di una “voluntary” dichiarazione del cash, ma la misura non è ancora certa. Intanto si dovrebbe procedere con la “rottamazione bis” delle cartelle.
Se sanatoria ci sarà, potrebbe essere sotto forma di forfait sul cash emerso con vincolo di investimento sui titoli di Stato per una parte.
Servono 5 miliardi per il 2018, e la prima sanatoria sul cash portò nelle casse dello stato 4 miliardi tondi. La “voluntary” era un’autodenuncia senza conseguenze, la classica soluzione italiana al nero. L’anno scorso il governo ci riprovò, salvo poi stralciare la norma, che oggi torna in auge per rimpinguare le casse. Una soluzione che trova molti contrari, specialmente sul fronte antimafia, per il contrasto al riciclaggio del denaro sporco. L’ipotesi era di una tassazione, senza altre conseguenze, del 35%, ed è probabile che sarà riproposta, per testare le reazioni di alleati e opposizione. La novità sarebbe l’acquisto in titoli di stato, che porterebbe, nel caso di riciclaggio, anche ad un rendimento sui soldi sporchi emersi. Invece, con la rottamazione delle cartelle, si cercano 1,5 miliardi.