L’inflazione sta iniziando a scendere, anche In Europa e oltre le attese. Siamo al 9,2%: ottimo rispetto al 10,1% di novembre 2022 e al 9,7% che gli analisti si aspettavano potessimo avere.
Inflazione in calo ma non basta
Va detto che l’economia europea negli ultimi mesi è stata sottoposta a una pressione molto alta in seguito all’invasione della Russia nei confronti dell’Ucraina. I costi a livello energetico alimentare sono aumentati in modo sostanziale. Non stupisce, leggendo i dati relativi all’inflazione, che sia stata proprio l’energia uno dei componenti più dinamici insieme ai prodotti alimentari, all’alcol e al tabacco.
Il fatto che l’inflazione stia scendendo è una buona notizia, anche per la BCE che deve darsi da fare per riportare i prezzi al consumo all’obiettivo inflazionistico del 2%. Per quanto questo rappresenti un buon segno, non si può iniziare a festeggiare prima del tempo.
Soprattutto per quel che concerne i tassi di interesse, sui quali la BCE e difficilmente potrà cambiare direzione nell’immediato. Febbraio e marzo quasi sicuramente non porteranno novità in tal senso, anche perché se si calcola il tasso di inflazione core lo stesso è aumentato al 5,2% di dicembre rispetto al 5% di novembre.
Fine ciclo rialzista tassi entro l’estate
A ogni modo, si pensa che la BCE completerà il suo ciclo rialzista dei tassi entro l’estate, per poi tenere duro fino a che inflazione non ritornerà a 2%. Così si è espresso Francois Villeroy de Galhau nel corso di un incontro coi rappresentanti dell’industria finanziaria a Parigi. L’uomo, componente del comitato direttivo della BCE, sostiene che è troppo presto per definire quale sarà il tasso terminale.
Una volta raggiunto il 2% per quel che concerne i tassi sui depositi, la Banca centrale europea dovrà puntare alla stabilizzazione monetaria, attraverso un’altra fase di rialzi. Secondo un altro membro del comitato esecutivo di Francoforte, Mario Centeno, i tassi di interesse di riferimento per l’istituto centrale europeo sono quasi al picco. E diventa necessario non avere situazioni esterne di disturbo nel processo di controllo dell’inflazione.
Tecnicamente non vi sono dubbi che questa sia la strada giusta da perseguire per quel che concerne i suddetti valori. Rimane però il fatto che la popolazione stia sperimentando un periodo molto difficile da gestire a causa dei rincari. Sia nel settore energetico che in quello alimentare, entrambi bistrattati dai maggiori costi e in qualche modo affaticati ancora di più dalle problematiche relative all’energia.
I Governi dovranno darsi da fare per riuscire a sostenere la popolazione in questo momento, dove anche fare la normale spesa settimanale diventa un’impresa.