Il Trumpismo ha aperto la prima guerra commerciale, quella con il Messico, dopo l’atteso annuncio sul muro, del neo-presidente, muro che tra l’altro già esiste e fu cominciato da Clinton.
In Messico si è così scatenato il patriottismo che ha portato le sue conseguenze finanziarie sul made in USA del paese. I social networks sono scatenati nel boicotaggio delle varie catene di Starbucks o McDonald’s, o contro altri prodotti storici come la Coca-cola.
Ma non solo i social stanno promuovendo il boicottaggio. Anche le associazioni dei consumatori chiedono di rivalutare i prodotti nazionali, spalleggiati dal governo, infastidito dalle mosse di Trump. Il made in USA in Messico ha un giro d’affari di 1,3 miliardi di dollari, e anche se è ancora presto per tirare le somme, il Trumpismo potrebbe costare qualche centinaio di milioni agli Stati Uniti. Dall’altra parte invece, gli statunitensi al confine messicano, continuano ad entrare nel paese ispanico per fare shopping a basso costo. Il presidente messicano, ha anche rivolto un appello al mondo per sostenere la campagna di boicottaggio contro i prodotti made in USA, mentre 30 stazioni radiofoniche del paese hanno aderito alla campagna anti-trumpista per iniziare la guerra commerciale. Siamo di fronte ad una svolta finanziaria, dopo che alcune grandi multinazionali hanno rinunciato ad investire in Messico.