Oro in salita e la colpa è dell’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina: un conflitto senza senso dagli alti costi umanitari che sta avendo le sue ripercussioni anche in campo economico. E la prima e più scontata riguarda l’aumento del prezzo di questo bene rifugio.
Oro bene rifugio in guerra
La corsa all’oro che sta partendo e più in generale l’aumento del prezzo di questo asset non stupiscono più di tanto dato il periodo di forte incertezza a livello economico. Quando i mercati azionari vengono colpiti da volatilità, spesso l’oro viene visto come il bene rifugio sul quale investire per poter stare bene. Questa materia prima tra le altre cose è considerato il bene rifugio per eccellenza e quindi non appare sorprendente che il giorno in cui l’Ucraina è stata attaccata dalla Russia, ovvero lo scorso 24 febbraio, l’oro abbia raggiunto un valore di 1.974 dollari/oncia, il massimo registrato da settembre 2020.
Prima dell’attacco il prezzo dell’oro si trovata attorno agli 1.800 dollari/oncia, stabile, più o meno, fin dalla fine del 2020. In Europa l’Italia è il paese al sesto posto per riserve aure con circa 136 miliardi di dollari mentre è la Svizzera, il paese nel continente che possiede le maggiori riserve, per un totale che supera la quantità di questo metallo posseduta da Germania e Russia. Gli Stati Uniti sono al primo posto nella classifica globale di riserve auree con ben ottomila tonnellate.
Perché l’oro è importante per l’economia in generale? Semplice, non soffre l’inflazione aumentando il suo valore quando aumenta il costo della vita, fattore da non sottovalutare nei periodi di recessione.
Valutiamo la situazione in questo particolare periodo storico prendendo in considerazione proprio la Russia: grazie a un rapporto presente su Internet Wayback Machine, Statista ha reso noto come il 13,8% delle riserve in valuta straniera e in oro russo siano stipate in Cina, uno dei paesi che non ha imposto sanzioni. Questo significa, dati alla mano, che in caso di bisogno Vladimir Putin può avere accesso ad asset pari a 630 miliardi di dollari in oro e yuan cinese.
Valore in crescita anche prima della crisi
Tornando a parlare di questo metallo prezioso in generale, in questi giorni ha raggiunto un valore che ha superato i 2.000 dollari/oncia, raggiungendo i valori che vennero toccati all’inizio della pandemia di coronavirus. Le aspettative per il futuro economico del mondo non sono delle migliori: l’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina ha scatenato una vera e propria crisi in un contesto che antecedentemente era in crescita e il rischio è quello d’incorrere minimo in un periodo di stagflazione. Ma per quel che concerne l’oro, James Luke, gestore del fondo Schroder ISF Global Bond, ha spiegato:
[La domanda d’oro era in aumento già prima dell’attacco russo], stavamo già notando che la domanda istituzionale di oro come strumento di protezione dei portafogli stava diventando positiva. Riteniamo che ciò continuerà nel corso del 2022, indipendentemente dall’evoluzione della situazione geopolitica.
Consolante? Non proprio.