I primi effetti delle più recenti delibere della Consob cominciano ad essere avvertiti in maniera netta: in effetti, la Commissione Nazionale di Società e di Borsa ha ultimamente stabilito come non siano più possibili i doppi incarichi in nessun tipo di azienda, impresa o istituto di credito, una consuetudine fin troppo diffusa nel nostro paese da molto tempo a questa parte. Uno dei principali adeguamenti ha riguardato il numero uno di Banca Mediolanum, Ennio Doris, l’imprenditore che è risultato essere anche uno degli uomini più ricchi d’Italia. Ebbene, lo stesso Doris è stato costretto a rassegnare le proprie dimissioni dal consiglio di amministrazione di Mediobanca di cui faceva parte.
►MEDIOLANUM, RISULTATI DI BILANCIO 2011
Il divieto previsto dal Decreto Salva Italia è piuttosto preciso e si riferisce all’accumulo di incarichi in delle società che siano concorrenti tra di loro (Mediolanum e Mediobanca non si possono certo definire “rivali” in senso stretto, ma competono sullo stesso segmento). La quota di partecipazione a cui si sta facendo riferimento non è molto elevata, il 3,38% del capitale per la precisione, ma anche queste percentuali non sono consentite. Dopo il “buon esempio” del fondatore del Gruppo Mediolanum, ora si attende che la stessa scelta venga effettuata da molti altri consiglieri che si trovano nelle medesime condizioni.
►TRIMESTRALE MEDIOLANUM ED EMISSIONE OBBLIGAZIONI
Gli esempi più importanti sono diversi: si va da Alberto Nagel (Mediobanca e Generali) a Vincent Bollorè, senza dimenticare Fabrizio Palezona (numero due di Unicredit), mentre Carlo Pesenti e Dieter Rampl hanno già provveduto a lasciare le loro posizioni all’interno dei rispettivi cda. La sostituzione avrà luogo con altri consiglieri e amministratori, attraverso delle opportune cooptazioni e conferme alla prima assemblea utile, vale a dire quella di bilancio. La norma nuova di zecca comincia dunque a produrre i primi frutti, ma si è appena all’inizio, visto che è destinata a coinvolgere oltre mille amministratori.