Continua a tenere banco la vicenda Monte dei Paschi di Siena, che nelle ultime settimane ha calamitato l’attenzione di politici, economisti e investitori su scala globale. L’istituto di credito più antico del mondo, e terza forza bancaria in Italia dietro il duo Intesa-Unicredit, sta vivendo la pagina più buia della sua storia a causa dello scandalo delle operazioni illecite messe a punto dagli ex vertici che ora sono finite nel mirino della magistratura. Intanto, Ignazio Visco ha sottolineato che quello di Mps “non è il salvataggio di una banca in crisi”.
Intervenuto al convegno dell’Assiom Forex a Bergamo, il governatore della Banca d’Italia ha affermato che l’impatto derivante dalle operazioni sui derivati effettuate negli ultimi anni “non è tale da pregiudicare l’adeguatezza patrimoniale complessiva della banca”. Le dichiarazioni di Visco fanno eco a quelle rilasciate la settimana scorsa da Fabrizio Viola, amministratore delegato di Mps, che ha affermato con decisione che non ci sono ulteriori rischi nel bilancio della banca senese.
Ignazio Visco ha precisato che “a differenza di quanto avvenuto in molti casi all’estero, il sostegno fornito a Mps, come quello dato negli anni scorsi ad altre banche italiane di dimensioni minori, non è il salvataggio di una banca in crisi”. Gli aiuti statali, avallati dalla Commissione UE, rappresentano “un prestito computabile nel patrimonio di vigilanza, concesso dallo Stato a un costo particolarmente elevato e crescente nel tempo”. Visco ha poi ricordato che l’origine di tutti i mali dell’istituto bancario di Rocca Salimbeni è da ricondurre alla scriteriata operazione di acquisto delle filiali di Antonveneta per un costo molto elevato, che tutt’oggi è al vaglio degli inquirenti.
Visco ritiene che le difficoltà finanziarie di Mps derivano anche dalla “gestione dei rischi finanziari non adeguata”, che poi si sono aggravate lo scorso anno quando è peggiorata la crisi dei debiti sovrani europei. Il governatore di Bankitalia ha precisato che, nonostante lo scandalo Mps, il sistema bancario italiano è solido, grazie a un “modello di inteermediazione fondamentalmente sano”.