Un nuovo prestito che potrebbe risultare interessante per piccoli risparmiatori che in questo periodo di incertezza economica preferiscono indirizzare i propri risparmi verso qualcosa di più redditizio dei titoli di stato. Il bond obbligazionario dell’Eni ha ricevuto nei giorni scorsi l’autorizzazione della Consob, il bond é da un miliardo di euro, elevabile a 2 in caso di eccesso di domanda. Prospetto informativo relativo all’Offerta pubblica di sottoscrizione approvato quindi, offrirà ai piccoli risparmiatori un prestito obbligazionario i cui proventi serviranno a rinnovare la vita del debito del gruppo a breve termine.
Per quanto riguarda il rendimento del bond, esso sarà suddiviso in due tranche: una a tasso variabile, la cui remunerazione sarà tra 180 e 280 punti base sopra l’Euribor a sei mesi, e una a tasso fisso, al rendimento di 180-280 punti base sopra il midswap a sei anni. L’offerta partirà tra pochi giorni, esattamente il giorno 14 settembre e terminerà il 4 ottobre 2011. A chi fosse interessato: il lotto minimo sottoscrivibile è di 2.000 euro (per le obbligazioni a tasso fisso ed anche per quelle a tasso variabile), pari a 2 obbligazioni, con possibili incrementi pari ad almeno 1 obbligazione, per un valore nominale pari a 1.000 euro ciascuna. La soglia minima di accettazione è stata fissata in 150 milioni di euro per ciascuna delle due tranche del prestito.
L’ampia forchetta prevista dell’emittente, pari a 100 punti base, è frutto della forte volatilità che c’è oggi sui mercati – ha sottolineato Jacopo Ceccatelli, consulente di J&C associati -. È prevedibile che, in virtù di un buon successo del collocamento, il margine finale sul tasso di riferimento sia tendenzialmente basso.
Il contesto in cui in aprile fu presa la decisione di emettere il bond era molto diverso, ma ciò non ci ha indotto a modificare le valutazioni positive fatte a inizio anno – ha sottolineato in una conferece call il direttore finanziario di Eni Alessandro Bernini – Il mercato è estremamente difficile, complesso, volatile, ma continuiamo a ritenere che l’offerta di Eni reppresenti una buona opportunità per noi e per gli investitori.
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