Una consistente iniezione di capitale é quello che ci vuole per affrontare questo periodo di austerità: l’EBA (Autorità bancaria europea) ha aggiornato la direttiva di ricapitalizzazione per le banche europee. Meno di due mesi fa era stata chiesta una ricapitalizzazione da 106 miliardi di euro, che ora passa a 114,7 miliardi. Nello specifico Unicredit passa a 7,974 miliardi di euro, MPS 3,267 a miliardi, Banco Popolare a 2,731 miliardi, Ubi Banca a 1,393 miliardi. L’unica banca che é stata esonerata é Intesa Sanpaolo: l’istituto non ha bisogno di ricapitalizzazione. Le altre banche banche invece dovranno incrementare il patrimonio reperendo nuovi capitali. Ma non solo istituti nostrani: l’Eba ha chiesto a ben 71 grandi gruppi bancari europei di rafforzare la posizione patrimoniale a causa soprattutto delle esposizioni verso gli emittenti sovrani. Un modo elegante per dire: se avete investito in titoli di stato, state all’erta perchè potreste ritrovarvi con un pugno di mosche.
Non si può certo ipotizzare di disinvestire i titoli, come verrebbe da pensare in un primo momento: la situazione degenererebbe e si avrebbe il solo effetto di materializzare perdite nei bilanci delle banche, i titoli sarebbero venduti a un prezzo inferiore rispetto a quello d’acquisto e ne conseguirebbero effetti tutt’altro che positivi. Cosa faranno le banche per seguire la direttiva dell’Eba? Si potrebbero utilizzare gli utili non distribuiti, porre nuove restrizioni sui bonus aziendali o, se non ci sono alternative, lanciare presso investitori privati di strumenti di debito convertibili in azioni.
Aver adottato il criterio del mark to market per i titoli di Stato – ha sottolineato in una nota l’Abi, evidentemente non troppo convinta del criterio Eba – in assenza di qualsivoglia segnale in ordine alla solvibilita’ degli emittenti, oltre ad aver causato un’anomala volatilita’ sul mercato di detti titoli, appare del tutto incongrua rispetto alla difficile fase economica che l’Europa sta attraversando. Si ribadisce, inoltre, come i tempi dell’esercizio e delle conseguenti ricapitalizzazioni siano inopportuni e in netta controtendenza rispetto alla condivisa opinione che le regole non debbano aumentare la ciclicita’ dell’economia.
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