Pesante battuta d’arresto per il settore del trading online. L’introduzione in Italia della Tobin tax, ovvero la tassazione sulle attività finaziarie, rischia di mettere in ginocchio il fiorente mercato dei trader online. Non si tratta di speculatori in grado di manipolare i mercati a proprio piacimento, bensì di trader – professionisti o semi-professionisti – che offrono liquidità al mercato e che provano a combattere il problema della disoccupazione (o semplicemente dare vita alla propria passione) mettendo a rischio i propri risparmi per costruirsi un’attività sui mercati finanziari.
Lo sgambetto del governo ai circa 6mila trader professionisti presenti in Italia, che mediamente guadagnano circa 120-150 euro al giorno, potrebbe bloccare del tutto l’operatività sui contratti derivati dei piccoli trader privati. La Tobin tax introdotta dal governo Monti con la Legge di Stabilità 2013 prevede l’applicazione di un’aliquota dello 0,05% da applicare sul valore nozionale del contratto aperto sui derivati. A settembre si decise per lo 0,01%, ora invece l’aliquota sarà nettamente più alta. Per fare un esempio, aprire e chiudere un contratto sul future Euro/Dollaro costerà 120 euro, sul Fib 80 euro, mentre sul Dax addirittura 180 euro.
Il costo relativo alla Tobin tax, sommato a commissioni e altre spese, rischia di rendere non più negoziabili questi strumenti finanziari derivati tra il pubblico dei piccoli risparmiatori. Piazza Affari rischia di diventare così solo una provincia povera della City londinese, in quanto ci si attende un crollo dell’operatività sui derivati dell’80% e sulle azioni del 30%. Il governo incasserà poco più di un miliardo ogni anno da questa tassa, ma con possibile effetto di far scendere il pil di uno 0,3%.
La decisione del governo potrebbe creare i presupposti per una fuga di capitali e di trader dall’Italia verso Londra, Malta o la Svizzera. Partire da un costo base di 150-180 euro al giorno, al di là del fatto se si guadagna o meno, non può essere accettabile per i piccoli trader privati che già preannunciano battaglia e scioperi a raffica.