Prosegue il dibattito per introdurre la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. Stando a quanto sostengono diverse indiscrezioni riportate sul quotidiano Corriere della Sera, il confronto starebbe ponendo di fronte le posizioni dell’Abi – che vorrebbe introdurre la Tobin Tax con una esenzione per le obbligazioni e per i derivati, e chi invece punta a eliminare la tassazione sui derivati precedentemente introdotta da un ordine del giorno siglato dal Partito democratico.
Al di là di tale contrapposizione, l’orientamento che starebbe emergendo è prevalentemente quello di “procedere a una introduzione del cosiddetto modello francese che prevede un’aliquota dello 0,2% su derivati e scambi azionari. A essere colpite dovrebbero essere le società con sede in Italia e una capitalizzazione pari ad almeno un mld. Non ci vuole la sfera di cristallo per capire che un simile provvedimenti, proposto proprio in questi termini, sarebbe un altro duro colpo alla già moribonda Borsa Italiana (La crisi della Borsa italiana: in 5 anni è crollata del 60%. Piazza Affari non seduce)” – ricorda il magazine Investire Oggi in un recentissimo approfondimento.
Tobin Tax: cosa è?
La Tobin Tax è una tassa ideata dall’economista James Tobin al fine di colpire le transazioni sui mercati valutari. L’obiettivo della tassa era quello di stabilizzare i mercati, evitando che gli interventi speculativi di brevissimo termine potessero generare interventi di radicale mutamento delle condizioni. L’auspicio era, in altri termini, rendere meno convenienti le speculazioni, e orientare gli investitori verso obiettivi di medio lungo termine.
Di contro, la Tobin Tax voleva anche cercare di recuperare delle utili risorse monetarie, applicando un’aliquota tra lo 0,05% e l’1% sulle transazioni (qui invece alcune considerazioni negative sugli effetti sul mercato del lavoro).
Ad oggi i dibattiti sull’applicazione della Tobin Tax riguardano diversi mercati internazionali. In ambito comunitario si cerca di individuare una soluzione omogenea che possa impedire la generazione di condizioni di favore per alcune nazioni, e penalizzazioni eccessive per altre.