Rapporto Ocse sulle buste paga: italiani solo 13 mila euro l’anno

L’Ocse, ha pubblicato ieri il rapporto aggiornato sulla tassazione delle buste paga: tra i paesi industrializzati che vantano stipendi piu’ alti i soliti noti: la Svizzera, con un netto medio di 34.136 dollari, il Lussemburgo (33.726) e il Giappone dove un lavoratore medio senza figli a carico porta a casa annualmente un netto di 33.189 dollari. In fondo alla classifica Ungheria e Messico, sotto i 10 mila dollari. Gli italiani invece hanno uno degli stipendi piu’ bassi, pari a 19.861 dollari annui pari a circa 13mila euro, collocandosi dietro a paesi come la Grecia dove lo stipendio netto di un lavoratore senza carichi di famiglia e’ pari a 25.572 dollari e la Spagna, 22.207 dollari il cui ‘lordo’ e’ poco superiore a quello italiano, 27.913 contro 27.780 dollari. La causa di questa situazione è rappresentata dalle tasse, nel 2007 sono salite ancora dello 0,3% portandosi al 45,9%, al sesto posto tra i paesi Ocse.

ENI scopre nuovo giacimento in Timor

L’ Eni ha scoperto un nuovo giacimento petrolifero. Siamo nel mare di Timor, in un’area posta sotto l’amministrazione congiunta di Australia e Timor Est, perforando ad una profondità di 3.658 metri, si evidenzia una significativa presenza di idrocarburi. Secondo le prime stime, il giacimento potrebbe avere una capacità estrattiva di 6100 barili al giorno, un barile corrisponde a 159 litri di greggio. Eni nel settore interessato è operatore con una quota del 40 per cento insieme a Inpex col 35% e Talisman Resources col 25%. Con questa filosofia Eni comincia la rincorsa dopo un 2007 che ha deluso in Borsa: una valutazione a sconto di circa il 20% rispetto alla media dei concorrenti e negli ultimi 6 mesi la performance è stata negativa del 10% (8% rispetto al resto del settore). Pesano una riduzione del 3% nella produzione annuale di idrocarburi e la difficoltà di rimpiazzare le riserve.

ERG: risultati 2007 – 62% rispetto a 2006

ERG è il principale Gruppo indipendente italiano operante nei settori dell’energia e del petrolio, quotato in Borsa dall’ottobre 1997. Opera nella raffinazione del greggio, nella distribuzione di prodotti petroliferi e nella produzione di energia elettrica. Rappresenta oggi circa il 22% della capacità totale di raffinazione nazionale e si posiziona come secondo operatore del settore in Italia. Le vendite ERG sul mercato interno coprono il 9% dei fabbisogni nazionali di prodotti petroliferi.

ERG, attraverso la controllata ERG Power & Gas, alcuni giorni fa entra nel mercato libero dell’energia elettrica con la commercializzazione di 650 milioni di kWh di forniture elettriche a clienti finali per tutto il 2008. Il Gruppo ERG è già presente nel mercato della produzione di elettricità destinata sia al Gestore del Sistema Elettrico GSE che ai fabbisogni elettrici dei clienti del sito industriale siciliano di Priolo (SR), per un totale di circa 5 miliardi di kWh annui. Alessandro Garrone, Amministratore Delegato di ERG afferma che

Questo risultato rappresenta un ulteriore importante passo nella strategia di diversificazione e di sviluppo del Gruppo che rafforza il proprio posizionamento come operatore multienergy.

Paradisi fiscali: rischio o opportunità?

I Paradisi fiscali sono particolari zone geografiche in cui il regime di tassazione è molto basso o nullo. In genere questo trattamento è riservato ai non residenti con lo scopo di attrarre gli investimenti ed i risparmi di questi ultimi. I liberi cittadini in questo modo trovano un rimedio per sfuggire alla voracità del fisco uscendo dall’ambito strettamente nazionale per rifugiarsi in luoghi sicuri, per sé e per il proprio capitale, per i propri investimenti e per il proprio futuro.

 

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato una lista di 35 paesi considerati paradisi fiscali, minacciandoli di sanzioni se non provvedono a riformare il loro sistema fiscale. I 35 paradisi fiscali sono accusati dall’OCSE di praticare una concorrenza fiscale pregiudizievole, cercando di attirare i privati e le società che vogliono evitare di pagare imposte nel proprio paese. La lista comprende Andorra, Anguilla, Antigua e Barbuda, Aruba, Bahamas, Bahrein, Barbados, Belize, isole Vergini britanniche, Guernesey, isole Cook, Dominica, Gibilterra, Grenada, l’isola di Man, Jersey, Liberia, Liechtenstein, Maldive, isole Marshall, Monaco, Montserrat, Nauru, Antille olandesi, Niue, Panama, Saint-Kitts e Nevis, Sainte-Lucie, Saint-Vincent e Grenadine, Samoa occidentali, Seychelles, Tonga, isole Turk e Caicos, isole Vergini americane, Vanuatu.

Western Union: il leader del Money Transfer

Western Union è nata negli Stati Uniti nel 1851 come società di gestione delle linee telegrafiche. Il suo nome originale era New York and Missisippi Valley Printing Telegraph Company e cambiò il nome in Western Union Telegraph Company nel 1856. Oggi è il leader mondiale nel settore del money transfer (trasferimento di denaro), con una presenza in più di 200 paesi con oltre 300.000 punti vendita. Finint (una società finanziaria regolata dal Testo Unico Bancario) è agente di Western Union per l’Italia, con una struttura distributiva di migliaia di punti vendita.

Il servizio di trasferimento di denaro ” Money Transfer ” offerto da Western Union – Finint, – consente di ricevere o inviare denaro tramite un network di oltre 290.000 location in 200 paesi, in modo rapido, sicuro e veloce: in pochi minuti si può far arrivare il denaro a destinazione in moltissimi paesi del mondo. Per usufruire del servizio, basta rivolgersi ad uno dei centri con il denaro da spedire in contanti ed in Euro e compilare un semplice modulo con il nome, cognome, le informazioni del destinatario e presentare un documento di identità. Non è necessario essere titolari di un conto in banca, né di una carta di credito. Chi effettua la spedizione, deve solo precisare il nome e il paese del destinatario, perché il trasferimento avviene su un altro punto Western Union, dovunque il destinatario si trovi.

Millennium®: il legante “antismog” di Italcementi

Italcementi nasce nel 1864 in provincia di Bergamo come Società Bergamasca per la Fabbricazione del Cemento e della Calce Idraulica. Nel 1925 ottiene la quotazione in Borsa, e dopo 2 anni assume l’attuale ragione sociale. In Italia la società si è sviluppata grazie ad un attento piano di investimenti ed incorporazioni di altre aziende cementiere raggiungendo rapidamente una forte posizione sul mercato, fino a diventare il primo produttore di cemento del paese. A partire dalla seconda metà degli anni 90 il Gruppo ha rilanciato il processo di diversificazione geografica attraverso una serie di acquisizioni in Paesi emergenti come Bulgaria, Marocco, Kazakhstan, Tailandia, India oltre a operazioni condotte in Nord America. Attualmente il gruppo è presente, con oltre 21.800 dipendenti, in 19 paesi su 4 continenti.

Barilla vende Kamps Bakeries. Mandato a Lincoln International Investment Bank

Nata a Parma nel 1877, da una bottega che produceva pane e pasta, Barilla è oggi tra i primi Gruppi alimentari italiani, leader nel mercato della pasta nel mondo, dei sughi pronti in Europa continentale, dei prodotti da forno in Italia, dei pani croccanti nei Paesi scandinavi. Barilla possiede 26 stabilimenti (14 in Italia e 12 all’estero), l’esportazione riguarda più di cento Paesi. Dagli stabilimenti escono ogni anno oltre 1.400.000 tonnellate di prodotti alimentari, che vengono consumati sulle tavole di tutto il mondo, con i marchi: Barilla, Mulino Bianco, Pavesi, Accademia Barilla, Wasa, Misko (Grecia), Filiz (Turchia), Yemina e Vesta (Messico).

Barilla ha deciso di vendere la tedesca Kamps Bakeries, azienda controllata da Barilla Holding e costituita da una rete di punti vendita nel segmento delle bakeries a marchio. L’azienda emiliano-romagnola ha dato a Lincoln International Investment Bank il mandato per cedere il ramo del gruppo.

Eni-Pdvsa: accordo strategico per lo sviluppo di un’area petrolifera in Venezuela

Il ministro dell’energia e del petrolio del Venezuela e presidente della compagnia nazionale venezuelana Pdvsa, Rafael Ramirez, e l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, hanno firmato in questi giorni a Caracas, alla presenza del ministro degli Esteri italiano Massimo D’Alema, un importante accordo strategico per lo sviluppo di un’area petrolifera nella faja dell’Orinoco, che e’ il piu’ grande deposito di idrocarburi pesanti mai scoperto al mondo con una quantita’ di olio in posto pari a 1.300 miliardi di barili e ingenti riserve, al momento valorizzate solo in piccola parte (la produzione attuale e ‘ di circa 600mila barili di olio al giorno). L’accordo tra Eni e Pdvsa riguarda “Junin 5“, uno dei blocchi petroliferi più promettenti della Faja. Junin 5 è situato nello stato di Anzoátegui, all’incirca 550 chilometri a sud-est di Caracas, e si sviluppa su un’area di circa 670 chilometri quadrati: all’interno del blocco sono stimate risorse potenziali per miliardi di barili, già confermate da numerosi pozzi esplorativi. Eni e Pdvsa hanno concordato di eseguire congiuntamente gli studi necessari per la determinazione delle riserve dell’area e lo schema di sviluppo più idoneo.

Fastweb: ricavi consolidati pari a 1.433 milioni di euro

FASTWEB è un operatore telefonico specializzato nella fornitura di servizi ADSL, fibra ottica, telefono e TV. FASTWEB è il principale operatore alternativo nelle telecomunicazioni a banda larga su rete fissa in Italia. Attraverso una rete “all IP”, con accesso in fibra e xDSL, è riuscita a realizzare la convergenza tra telefonia, Internet e televisione, offrendo l’estesa gamma di servizi che la banda larga rende possibili.

Il Consiglio di Amministrazione di FASTWEB S.p.A. (Milano, MTAX: FWB), ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2007. Con un’acquisizione netta di clienti pari a 268.000 unità la base clienti è passata da 1.045.000 abbonati di fine 2006 a 1.312.600 abbonati a fine 2007. FASTWEB ha così incrementato la propria market share sul mercato italiano degli accessi in banda larga che, nello stesso periodo, è cresciuto di circa il 19%. Nel 2007 Fastweb riporta ricavi consolidati pari a 1.433 milioni di euro, segnando un incremento pari al 14% rispetto ai 1.260 milioni di euro del 2006. L’Ebitda è cresciuto a 480 milioni di euro (+59% su anno). L’EBIT consolidato è positivo per 98 milioni di euro, rispetto a una perdita di 87 milioni di euro nel 2006. L’utile ante imposte è pari a 31 milioni di euro, contro una perdita di 168 milioni di euro nel 2006.

Liechtenstein: cosa sta succedendo?

Le parole “Liechtenstein” ed “evasione fiscale” da qualche settimana riempono le pagine dei giornali. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo realmente.

Tutto è cominciato a metà febbraio quando un quotidiano tedesco ha annunciato la scoperta di evasioni fiscali per l’ammontare 3’400 milioni di euro nascosti in Liechtenstein. Il primo grosso nome al centro delle indagini è stato quello del numero uno delle poste tedesche,Klaus Zumwinkel. La polizia l’ha subito definita la più grande inchiesta fiscale mai vista in Germania e tra le persone coinvolte ci sarebbero molti dei personaggi chiave del paese i quali sono sfuggiti al fisco nascondendo denaro nel piccolo stato.

Ma perchè in Liechtenstein? Il principato è uno dei tanti paradisi fiscali del mondo. Un paradiso fiscale è uno stato in cui la normativa fiscale prevede una tassazione molto bassa e regole molto rigide sul segreto bancario attirando così ingenti capitali e sedi di società (le società offshore). Nel piccolo stato i servizi finanziari rappresentano circa un terzo del Pil totale e le 15 banche presenti gestiscono in totale un patrimonio che ammonterebbe a 100 miliardi di euro.

Può procedere trattativa Alitalia Air France. Bocciato ricorso AirOne

Il Tar aveva respinto il ricorso della compagnia privata italiana già dallo scorso 20 febbraio in sede di sospensiva. Essa riteneva che la decisione di Alitalia di trattare in esclusiva con Air France contrastasse con la competenza esclusiva del ministero dell’Economia e delle Finanze, unico soggetto legittimato a stabilire modalita’ e criteri di dismissione della partecipazione in Alitalia e con le norme che impongono procedure trasparenti e non discriminatorie nelle operazioni di dismissione di societa’ in mano pubblica. Ieri, lo stesso tribunale amministrativo, ha deciso che la trattativa in esclusiva tra Alitalia e il gruppo franco-olandese è legittima. Le corte, presieduta da Stefano Baccarini, ha quindi respinto il ricorso presentato da Air One che intendeva mettere uno stop all’accordo di esclusiva tra Alitalia ed Air France. In attesa dell’annunciato ricorso di AirOne (rappresentata dall’avocato Angelo Clarizia) al Consiglio di Stato, la trattativa in esclusiva, che durerà fino al 14 marzo, può andare avanti. Tuttavia all’accordo definitivo occorrerà il placet del nuovo esecutivo. Nel frattempo AirOne per acquisire Alitalia può sempre lanciare una controfferta, confrontandosi sul mercato, Sempreché la compagnia italiana accetti e Air France non presenti un’ulteriore controfferta, poiché secondo i giudici, nell’esclusiva non sono stati lesi i diritti di Air One che puo’ rilanciare in sede di offerta pubblica di scambio.