Previsioni nere per il sistema bancario europeo da parte del Fondo Monetario Internazionale. Nel suo periodico rapporto, infatti, l’istituzione afferma di rilevare una significativa fuga di capitali dalla periferia dell’Euro, con Italia e Spagna candidate per esser la maglia nera in questa specifica tendenza. I due Paesi mediterranei – afferma infatti l’analisi compiuta dal Fondo – avrebbero registrato una perdita di investitori che nell’ultimo anno (tra il giugno del 2011 e il giugno del 2012) non avrebbe avuto uguali nell’area di riferimento.
Italia
Licenziamenti Rcs in Spagna
Brutte notizie per Rcs e, ancora una volta, provengono dal mercato spagnolo. La controllata iberica Unidad Editorial, che pubblica i quotidiani El Mundo, Marca, Expansion e altri prodotti editoriali, ha infatti presentato una situazione davvero critica per l’anno in corso. Gli incassi da pubblicità sono previsti in calo del 20 per cento, mentre la flessione delle vendite sarà pari al 15 per cento. Numeri che potrebbero regredire ulteriormente nel corso degli ultimi mesi dell’esercizio, aprendo margini di buia interpretazione per il futuro a breve termine del gruppo.
Disoccupazione all’8.2% nell’area Ocse
Secondo le stime il tasso di disoccupazione dell’Area Euro si attesta al 10.7%, mentre nei Paesi dell’area Ocse si parla di un 8.2% a febbraio scorso (in linea con il dato del periodo precedente). In Spagna i senza lavoro sono saliti dal 23.1% al 23.3% così come in Francia nello stesso periodo di riferimento sono saliti dal 9.9% al 10%. In Germania nel mese di febbraio il dato è pari al 5.8% (+0.1% rispetto a gennaio) mentre in Italia 9.3% con la crescita in termini percentuali maggiore tra i Paesi indicati (0.3%).
Nell’intera area Ocse ci sono quindi 44.8 milioni di disoccupati (300.000 in meno rispetto a gennaio). In un clima che sembrava di ripresa ed invece sembra stia diventando recessione si torna a parlare del mercato dei titoli di Stato ed in particolare si ricomincia ad accostare l’Italia alla Spagna. Nonostante la distanza sul piano economico e finanziario è ancora enorme tra i due Paesi i media sottolineano come lo spread dei titoli Italiani è estremamente vicino a quello dei titoli spagnoli (10 punti di differenza, sempre con riferimento al Bund ovviamente).
Spread Btp-Bund sui minimi a 6 mesi
Continua la discesa dello spread Btp-Bund dopo la maxi-asta di ieri della BCE, che ha nuovamente inondato di liquidità i mercati europei con 529,53 miliardi di euro concessi a 800 banche ad un tasso agevolato dell’1% e per una durata di 36 mesi. Il differenziale di rendimento tra il Btp decennale e il Bund tedesco di pari scadenza è sceso sotto 320 punti base per la prima volta da inizio settembre 2011. Il rendimento del decennale italiano si attesta ora intorno al 5%, mentre sempre stamattina c’è stato un calo importante anche per il Btp biennale che è tornato sotto la soglia del 2%.
Aiuti alla Grecia approvati dalla troika
Dopo oltre 14 ore di trattative, l’accordo sui nuovi aiuti alla Grecia è finalmente stato raggiunto. La riunione fiume di Bruxelles tra i ministri europei delle finanze, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea ha pertanto consentito lo sbloccaggio dei 130 miliardi di euro di aiuti che erano stati promessi dalla troika ad Atene. Una trattative durata ben oltre le aspettative, dilungatasi a causa della difficoltà nel cercare un accordo con i creditori privati, che rispetto a quanto atteso dovranno sopportare una ulteriore riduzione del valore nominale del proprio debito.
Hanno invece suscitato meno problemi le negoziazioni sugli altri due punti fondamentali per l’accordo. Il primo sarà relativo alla presenza stabile degli osservatori della troika ad Atene: una sorta di “commissariamento” che servirà a controllare che il piano di risanamento della Grecia venga portato avanti secondo gli accordi intrapresi. Il secondo è invece la creazione di un conto bloccato dove i greci verseranno, da ora in poi, tutti gli interessi sul loro debito, in aggiunta all’inserimento in Costituzione della norma sulla priorità dei pagamenti delle scadenze del debito.
Italia sotto osservazione di Bruxells
Il nuovo rapporto dell’Unione Europea sugli squilibri macroeconomici mette sotto stretta osservazione l’Italia. Bruxelles è infatti preoccupata “per il suo basso potenziale di crescita”, come ricordato dal commissario Ue per gli affari economici Olli Rehn presentando il report sopra anticipato, che – magra consolazione – non risparmia neppure la Francia, la Gran Bretagna, la Spagna, il Belgio, la Bulgaria, Cipro, la Danimarca, la Finlandia, l’Ungheria, la Slovenia e la Svezia.
Ad ogni modo, i contenuti qualitativi del report non sono tutti negativi per il Belpaese. Rehn ha infatti riconosciuto che l’Italia – unitamente alla Spagna – sta agendo “con determinazione per riformare il mercato del lavoro e migliorare la competitività”. Indimenticabile è, tuttavia, l’ostacolo relativo alle scarse potenzialità dei crescita dello Stivale, che si trascina un “significativo deterioramento della competitività, dimostrata anche dalle persistenti perdite di quote di mercato”, dalla metà degli anni ’90.
Sofferenze bancarie salgono a 104 mld
Tempi non propriamente rosei per le banche italiane: nello scorso mese di dicembre le sofferenze lorde del sistema bancario italiano hanno toccato quota 104,35 miliardi, lo sottolinea il rapporto mensile dell’Abi. Rapportate agli impieghi le sofferenze sono pari al 5,26% contro il 5,18% del mese di novembre. Se invece ci riferiamo alle sofferenze nette, sono aumentate a 56,99 miliardi, pari al 2,94% degli impieghi. L’aumento delle sofferenze lorde e nette é stato toccato anche da alcune operazioni realizzate da gruppi bancari negli assetti societari. Le sofferenze una situazione in cui la banca esprime formale richiesta di restituzione entro i tempi di legge di tutti i crediti che la banca ha concesso al cliente. Dicesi sofferenza bancaria una situazione in cui la banca esprime formale richiesta di restituzione entro i tempi di legge di tutti i crediti concessi alla propria clientela.
Default della Grecia molto probabile secondo Fitch
Secondo quanto afferma David Riley, capo analisi, e Edward Parker, managing director di Fitch Ratings, la Grecia non riuscirà a pagare le obbligazioni da 14,5 miliardi di euro in scadenza nel mese di marzo. Considerando l’attuale scenario che contraddistingue la scarsa tenuta dei conti pubblici di Atene, il coinvolgimento di alcuni soggetti privati e le tensioni economiche e sociali che l’area ellenica sta attraversando, è pertanto probabile che entro 45 giorni il Paese andrà a dichiarare il proprio default.
In maniera più esplicita, Parker avrebbe detto che “un coinvolgimento del settore privato, per noi (Fitch, ndR), equivale a un default. Prevediamo che succeda relativamente presto”. Riley, ospite della trasmissione Ballarò, ha invece aggiunto che “la Grecia andrà in default. Non si discute su questo. Ci sarà una ristrutturazione del debito. Si parla di ridurre in modo notevolissimo quanto deve ai suoi creditori privati. L’importante per la Grecia è che il default venga gestito nel mondo giusto e ordinato, nel contesto del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea, al fine di rimettere in piedi il Paese”.
Debito sovrano Italia declassato a fine gennaio da Fitch
Tempi difficili per il nostro Paese: nonostante la recente manovra finanziaria messa in atto dal governo Monti allo scopo di risanare anch ele casse dello Stato, é probabile che il debito sovrano dell’Italia sia declassato entro la fine di gennaio dall’agenzia di rating Fitch. Ricordiamo che solo pochi giorni fa un declassamento si era avuto anche da parte di un’altra agenzia di rating: Standard and Poor’s. L’Italia è in rating watch negativo, ha precisato Alessandro Settepani, Head of Business and relationship management of Fitch Ratings Italia, sottolineando che il downgrade potrebbe essere di uno o due notch. Il rating Fitch sul debito sovrano dell’Italia è attualmente A+ e quindi potrebbe passare in classe A, ad ‘A-‘.
Fitch minaccia declassamento al rating dell’Italia
Rischio di declassamento per il nostro Paese: la “minaccia arriva da Fitch” e riguarda il giudizio sul debito italiano. Riley, responsabile dei rating sovrani dell’agenzia statunitense, sottolinea che l’Italia ha bisogno di una credibile rete di protezione e al momento questa non è disponibile, per ora comunque il rating sul debito italiano rimane pari a “A+”. Il futuro appare incerto e non solo per l’Italia: altri Paesi europei potrebbero vedersi tagliare il merito di credito di uno o due gradini a causa della crisi sistemica che influenzerà il giudizio sulla solvibilità degli Stati. Solo alcuni mesi fa, l’agenzia Fitch aveva declassato otto banche italiane e lanciato l’allarme recessione per l’Italia.
Disoccupazione in Italia sempre crescente
Alla parola crisi si affianca spesso un altro termine molto noto, non solo ai giovani. La perdita del lavoro é una situazione in cui vengono a trovarsi non solo i giovani che faticano sempre più nella ricerca dell’occupazione. Anche le persone più adulte, dopo anni di lavoro arrivano a perdere quello che hanno costruito: sono gli effetti di una crisi sempre più dilagante che non accenna a fermarsi. Cresce l’allarme disoccupazione in Italia e i più penalizzati sono i giovani e le donne: un giovane su tre, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, non ha un lavoro. Situazione ancora peggiore per le giovani donne del Sud: qui il 40% delle donne non riescono a trovare lavoro (dati Istat).
Per le PMI richieste di credito in aumento nel 2010
Le piccole e medie imprese hanno bisogno di liquidità. La crisi economica tocca la maggior parte dei settori e la riduzione delle vendite é uno scoglio contro cui molte aziende finiscono per scontrarsi. Riduzione delle vendite significa meno guadagni, meno risorse da investire, nei casi peggiori mancanza di liquidità per pagare fornitori e dipendenti. La richiesta di un finanziamento quindi viene vista non solo come un’opportunità, ma in questo periodo anche come un’ancora di salvezza. La richiesta di credito da parte delle pmi nel triennio 2007-2010 é aumentata, ma é diminuita la quantità di denaro prestata: gli intermediari finanziari quindi meno facilmente concedono finanziamenti.
Inflazione e Tasse sugli stipendi degli italiani
Inflazione e tasse rappresentano un vero e proprio fardello per gli italiani. Un fardello che però, al posto di appesantire le tasche, le alleggerisce. Negli ultimi 15 anni la media degli stipendi italiani non vanta una buona posizione rispetto alle altre retribuzioni internazionali. I dati 2010 dell’Ocse sottolineano che Italia si piazza al 22esimo posto su 34 nella classifica delle retribuzioni nette: 25.155 dollari, circa 1000 euro in meno della media Ocse e quasi 4 mila in meno della media dell’Ue a 15. E ora confrontiamo le nostre tasche con quelle dei Paesi vicini di casa: nel Regno Unito la retribuzione netta è stata di 11 mila euro superiore, in Germania di 5 mila euro, in Francia 2 mila e in di 1.500 euro.
Asta Bce si chiude con domanda record
Risultati oltre le aspettative per l’asta straordinaria della Bce a tre anni che fornirà al sistema bancario europeo 489 miliardi di liquidità, pari a circa il 44% del total funding 2012 delle banche italiane (stima di Intermonte). Non solo l’importo ha superato le aspettative di mercato ma anche la durata dell’operazione conclusasi nel giro di poche ore. La maggior parte dei finanziamenti dovrebbe essere andata a banche dei Paesi del Sud Europa, per le quali risulta più difficile finanziarsi sul mercato. Questa operazione d’altronde é stata attuata con lo scopo di ridurre i rischi di razionamento dei flussi finanziari a imprese e famiglie e uscire dalla recessione.