È impossibile non piangere per l’Argentina, come veniva cantato nel celebre film “Evita” di Alan Parker: la nazione sudamericana ha conosciuto da pochi giorni il suo nuovo presidente, una conferma visto che è stata rieletta Cristina Kirchner, ma non è più tempo per festeggiare, ma per preoccuparsi a causa della crisi finanziaria. Come si spiega una nuova congiuntura negativa dopo i problemi di un decennio fa e la lenta risalita? La stabilità politica è stata assicurata e questo risultato è stato ottenuto proprio grazie alla crescita economica del paese, qualcosa di impensabile dopo il disastro dei tristemente famosi “Tango Bond”.
Lo spettro del default argentino appare di nuovo
La Corte Suprema americana ha respinto l’appello di Buenos Aires confermando la sentenza precedente che obbliga al pagamento di 1,3 miliardi di dollari agli hedge