Sono sette gli istituti di credito convocati (già spiccato il mandato a comparire) per fornire gli opportuni chiarimenti sulle rispettive operatività nei confronti del Libor. Deutsche Bank, Royal Bank of Scotland, Hsbc, Jp Morgan Chase & Co. Barclays, Citigroup e Ubs dovranno quindi fornire le proprie comunicazioni interne, che dovranno fungere da supporto alle analisi che le autorità stanno conducendo circa le eventuali manipolazioni che i big del credito internazionale avrebbero prodotto uno dei tassi interbancari di maggiore riferimento.
banche
Standard & Poor’s taglia rating 15 banche italiane
L’agenzia di rating statunitense Standard & Poor’s ha ridotto il rating a 15 istituti di credito nazionali. La ragione sta nel forte collegamento tra le banche e il sistema Paese, che secondo Standard & Poor’s si trova a dover affrontare “una recessione più profonda e prolungata di quanto stimato in precedenza”. “Riteniamo che la vulnerabilità delle banche italiane al rischio di credito dell’economia stia aumentando” – sentenziano poi gli osservatori dell’agenzia di rating, contribuendo a peggiorare il sentment internazionale sul nostro sistema bancario.
Banche più forti del previsto?
L’Eba, autorità bancaria europea, ha chiesto a 27 istituti di credito di ripatrimonializzarsi per un totale di 76 miliardi di euro. Gli stessi istituti ne hanno tuttavia raccolto ben oltre, per 94 miliardi di euro. Fondi collocati quasi interamente in capitale, mentre gli attivi calano di 0,62 punti percentuali. Sarebbero “solamente” sette, per ora, le banche salvate dai governi nazionali: tra queste, anche l’italiana Monte dei Paschi di Siena che, seppur non può certo dirsi esplicitamente salvata dallo Stato, ha di fatto goduto di un trattamento di supporto molto importante.
Cosa sta succedendo in Barclays?
Cosa sta accadendo in Barclays? E perchè l’amministratore delegato e il presidente di una delle migliori banche del mondo si sono dimessi in maniera piuttosto repentina? Proviamo – grazie anche a un interessantissimo approfondimento condotto da Il Post – a cercare di rispondere a tutte queste domande, chiarendo alcuni dei principali dubbi che sono sorti negli ultimi giorni in merito a questa triste vicenda finanziaria.
Profumo accusato di frode fiscale
L’ex amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, è stato rinviato a giudizio insieme a 19 altre persone, accusate di una presunta frode fiscale valutata intorno ai 245 milioni di euro, realizzata mediante un’operazione di finanza strutturata denominata “Brontos”. Tra gli altri indagati, anche 16 manager di Unicredit e 3 di Barclays, accusate di aver collaborato alla formazione di una maxi evasione fiscale da 245 milioni di euro, mediante una serie di transazioni realizzate con società inglesi e lussemburghesi, e mascherando gli utili facendoli figurare come dividendi per poter pagare aliquote più basse.
“Capisco che il Giudice per l’Udienza preliminare non è il Giudice del merito, e quindi aspetto fiducioso ed impaziente il giudizio pubblico” – si è limitato a commentare Profumo, attuale presidente di Monte dei Paschi di Siena – “certo come sono della correttezza di ogni mio operato e che non potrà quindi che essere riconosciuto come tale. In questo modo si porrà anche fine al danno di reputazione che sto di fatto, inevitabilmente, pur ingiustamente, subendo”.
Previsioni capitalizzazione banche italiane
Le banche italiane devono continuare nei piani di capitalizzazione già avviati e, per alcuni istituti, intrapresi per la gran parte di quanto previsto e richiesto. A dirlo è il direttore del dipartimento europeo del Fondo Monetario, Reza Moghadam, secondo cui le aziende bancarie nazionali “dovranno portare avanti i programmi di ulteriori capitalizzazioni”, al fine di poter continuare a garantire il credito, e navigare al meglio nel mare della crisi.
Il Fondo, nel documento conclusivo della missione, dichiara come le banche italiane “continuano a beneficiare di una larga e stabile raccolta retail, di un basso leverage e di un tradizionale modello di prestito che ha limitato le esposizioni agli asset a rischio”. Tuttavia, la situazione delle banche non sarebbe affatto rosea, nonostante questi elementi appena ricordati, certamente in grado di giocare un ruolo positivo al futuro delle stesse.
Finanziamenti Unicredit per le imprese
Il Corriere della Sera ha lanciato un’anticipazione che potrebbe essere di elevato gradimento per le piccole e medie imprese italiane. Stando a quanto affermato dal quotidiano italiano – che ha riportato le parole e le indicazioni sostanziali del numero uno di Unicredit, Federico Ghizzoni – la banca metterà presto a disposizione 40 miliardi di euro per la ripresa economica, e più di 35 miliardi di euro in favore delle famiglie.
In tutto, pertanto, più di 75 miliardi di euro, che serviranno all’istituto di credito di Piazza Cordusio per poter realizzare la propria strategia di penetrazione sul mercato business & retail attraverso interventi di sostegno alla crescita delle imprese italiane (e in particolare alle piccole e medie imprese, che costituiscono la maglia preponderante del tessuto imprenditoriale italiano) e gli incentivi all’esportazione, al fine di supportare la diversificazione del fatturato delle società, e l’ingresso in nuovi Paesi.
Previsioni prezzo Unicredit marzo 2012
Tra le banche italiane maggiormente sotto i riflettori troviamo certamente Unicredit, protagonista di un imponente aumento di capitale da circa 7,5 miliardi di euro avvenuto lo scorso gennaio. La banca di Piazza Cordusio ha accolto nuovi grandi investitori, soprattutto fondi di investimento (BlackRock, Capital Research, fondo Aabar di Abu Dhabi, …), che hanno apportato nuova liquidità in un momento di grande turbolenza sui mercati finanziari per la crisi del debito sovrano della zona euro e per le tensioni sull’Italia. La maggior parte degli investitori avrà sicuramente già conseguito performance da capogiro, visto che da inizio gennaio le azioni Unicredit hanno sperimentato forti apprezzamenti.
Risultati maxi-asta BCE 29 febbraio 2012
La seconda asta di rifinanziamento a lungo termine della Banca Centrale Europea ha evidenziato un risultato migliore delle attese. La BCE ha assegnato ben 529,53 miliardi di euro a 800 banche europee. Gli analisti si aspettavano un risultato mediamente compreso tra 400 e 600 miliardi di euro, mentre un sondaggio più preciso condotto da Bloomberg aveva portato ad una stima di 470 miliardi di euro. Le richieste arrivate dalle banche italiane sarebbero comprese tra 60 e 70 miliardi di euro, una cifra nettamente più bassa rispetto all’asta precedente che vide l’assegnazione di 116 miliardi.
Previsioni maxi-asta BCE 29 febbraio 2012
Domani la Banca Centrale Europea (BCE) provvederà ad effettuare la seconda asta di rifinanziamento a lungo termine nell’ambito del programma di iniezione di liquidità LTRO (Long-Term Refinancing Operations), che ha preso il via con la prima asta dello scorso 21 dicembre 2011. La BCE concederà prestiti illimitati agli investitori istituzionali (le banche, ndr) ad un tasso agevolato dell’1% e per una durata straordinaria pari a 36 mesi. Le stesse modalità di funzionamento hanno regolato la prima asta del 21 dicembre scorso, quando la BCE concesse 489,1 miliardi di euro a 523 banche europee. Secondo il governatore della Banca Centrale austriaca, Ewald Nowotny, quella di domani sarà l’ultima iniezione di liquidità.
Stipendi banchieri fermi per tre anni
Anche i banchieri risentiranno, per quanto possibile, degli effetti della lunga ondata di crisi che sta colpendo il mercato dell’Eurozona. In una lettera indirizzata ai vertici degli istituti di credito, infatti, il numero 1 dell’Abi Giuseppe Mussari ha chiesto agli occupanti delle più alte poltrone delle aziende bancarie italiane di applicare “moderazione” nel trattamento economico dei top manager, evitando per quanto possibile il loro incremento nei prossimi tre anni.
Con la lettera inviata ai presidenti dei consigli di amministrazione delle banche associate, agli amministratori delegati e ai direttori generali degli istituti di credito, Mussari cerca così di sensibilizzare i banchieri sulla necessità di dare un concreto esempio alla causa del sistema bancario evitando, più in generale, il clamore mediatico di nuovi rialzi negli stipendi – già di per sé piuttosto dorati – dei manager degli istituti bancari.
BCE conferma tassi all’1%
Come i mercati si aspettavano, la BCE nella prima riunione del 2012, ha lasciato i tassi di interesse invariati all’1%, il minimo storico. Sembra però che questo minimo sia destinato a scendere ancora, una ulteriore riduzione sembra infatti essere prevista nei prossimi mesi. Il presidente Mario Draghi si trova così a dirigere il dibattito sulla politica economica, che dovrà essere incentrata soprattutto sull’uscita dalla crisi. Qualcuno spera che presto vengano adottate nuove misure a sostegno del sistema bancario, anche perchè lo stesso Draghi ha sottolineato che non sarà più permesso il verificarsi di una mancanza di capitali di banche e Stati.
Asta Bce si chiude con domanda record
Risultati oltre le aspettative per l’asta straordinaria della Bce a tre anni che fornirà al sistema bancario europeo 489 miliardi di liquidità, pari a circa il 44% del total funding 2012 delle banche italiane (stima di Intermonte). Non solo l’importo ha superato le aspettative di mercato ma anche la durata dell’operazione conclusasi nel giro di poche ore. La maggior parte dei finanziamenti dovrebbe essere andata a banche dei Paesi del Sud Europa, per le quali risulta più difficile finanziarsi sul mercato. Questa operazione d’altronde é stata attuata con lo scopo di ridurre i rischi di razionamento dei flussi finanziari a imprese e famiglie e uscire dalla recessione.
Fitch taglia rating a sette banche globali
Si abbatte la scure di Fitch su ben sette banche globali: l’agenzia di rating declassa Barclays e Credit Suisse di due gradini da AA- ad A; Bank of America, Bnp Paribas, Citigroup, Deutsche Bank e Goldman Sachs passano da A+ ad A, Credit Agricole e Credit Mutuel passano a A+ da AA-. Declassamento anche per Danske Bank che da A+ giunge ad A, l’olandese Rabobank a AA da AA+, la finlandese Op-Pohjola Group a A+ da AA-. Rimane salva la Grecia: Fitch ha infatti deciso di abbassare l’outlook del Paese da stabile a negativo, confermando la tripla A di Parigi.