Ieri sera tutto il mondo è stato scosso da una notizia che ha purtroppo rievocato tragici eventi legati alle dinamiche del terrorismo internazionale dell’ultimo decennio. La maratona di Boston, una delle più antiche al mondo, è stata segnata da un attentato che ha provocato più di 100 feriti e due morti, tra cui un bimbo. Due bombe sono esplose dentro un hotel a poche decine di metri dalla linea d’arrivo. Un terzo ordigno è stato individuato prima che potesse esplodere ed è stato messo in sicurezza dagli artificieri.
barack obama
Elezioni USA 2012 cause sconfitta Romney
Una volta che l’esito della tornata elezioni Usa 2012 è stato finalmente reso noto, hanno preso conseguentemente il via le analisi e le osservazioni sulle cause che hanno condotto Barack Obama alla vittoria e, soprattutto, lo sfidante Mitt Romney alla sconfitta. “L’America vive un momento difficile, e non può permettersi le liti politiche. Ha bisogno di leader che dialoghino con gli avversari, nell’interesse del paese. Per fare questo ha scelto un altro leader, e io prego Dio che abbia successo” – ha dichiarato Romney poche ore fa (qui invece le dichiarazioni di Obama). Ma quante chance aveva, realmente, di vincere?
Elezioni USA 2012 dichiarazioni Obama
“Four more years”. Sono queste le prime parole di Barack Obama a margine della rielezione a presidente degli Stati Uniti. Dopo aver conquistato i 9 grandi elettori del Colorado e i 13 della Virginia, l’inquilino della Casa Bianca ha compreso di poter soggiornare nell’abitazione più vista del mondo per un altro mandato. Altri quattro anni, appunto, con buona pace dello sfidante repubblicano Mitt Romney, che pur in grado di contrastare adeguatamente il democratico Obama in termini di voto popolare, ha dovuto cedere le armi sul conteggio dei grandi elettori.
Elezioni Usa 2012 Stati decisivi
Secondo quanto afferma una recente indagine compiuta da Real Clear Politics, sono 11 gli Stati decisivi, e ancora in bilico, per la vittoria nelle elezioni Usa 2012. Considerato che la California e lo Stato di Washington sembrano essere indirizzati in maniera univoca verso la sponda democratica (insieme a New York e il New Jersey), e che alcuni dei principali Paesi centrali sembrano invece orientati verso Romney, la partita si gioca in Virginia, in Ohio, in Florida e in alcuni altri Stati in grado di conferire il numero opportuno di grandi elettori.
Elezioni Usa 2012 ultimi sondaggi
Manca davvero poco all’esito della tornata delle elezioni Usa 2012, che condurrà gli Stati Uniti a eleggere un nuovo presidente. Secondo quanto affermato dal nostro premier Mario Monti, chiunque vinca dovrà mantenere alta l’attenzione nei confronti del debito federale poiché – avverte il presidente del Consiglio – “la propensione degli investitori sul dollaro può sempre cambiare”. Ma quali sono gli ultimi sondaggi e le più recenti impressioni in merito al potenziale vincitore di questa tornata alle urne?
Elezioni USA 2012 Borse deboli
L’attesa palpabile per le elezioni Usa 2012 e i risultati che proclameranno il nuovo Presidente degli Stati Uniti, sta producendo effetti particolarmente influenzanti sul corso delle negoziazioni nelle principali piazze azionarie del mondo. In Europa le Borse appaiono estremamente deboli, significando l’incertezza su quanto potrebbe accadere a margine dell’evento più importante di questa parte finale del 2012, e non solo. Proprio l’incertezza sull’esito della tornata elettorale sembra favorire il nervosismo delle piazze azionarie , con il presidente uscente Barack Obama che avrebbe solo qualche decimo di punto percentuale di vantaggio sullo sfidante Mitt Romney.
Elezioni USA 2012 confronto finale
È giunto oramai alle battute finale lo scontro tra Barack Obama e Mitt Romney: i due candidati alla Casa Bianca affronteranno tra poche ore l’atteso appuntamento con le urne, dal quale uscirà vincitore il nuovo presidente della principale potenza mondiale. Dopo una campagna elettorale lunga ed estenuante, i sondaggi continuano a parlare di una sostanziale parità tra i due sfidanti. Ciò che è invece noto è che il vincitore sarà colui che riuscirà a rimanere davanti negli Stati chiave, che – come accade ad ogni tornata – decreteranno il vincitore di queste elezioni.
Usa e Asia-Pacifico intensificano i rapporti commerciali
Il presidente statunitense Barack Obama ha annunciato di voler concludere entro la fine del prossimo anno un accordo commerciale con altri otto paesi dell’area del Pacifico: si tratterebbe di una sorta di leadership a stelle e strisce, ma che consentirebbe a queste nazioni asiatiche un impulso decisivo dal punto di vista economico. La Trans-Pacific Partnership sarà portata a compimento in dodici mesi al massimo, con la creazione di un modello che sia in grado di espandere il commercio al di fuori dei confini americani. L’intenzione di Obama, inoltre, è quella di continuare a premere sulla questione relativa allo yuan svalutato, una situazione che non è mai piaciuta del tutto a Washington e che ovviamente è stata dibattuta ieri dallo stesso inquilino della Casa Bianca nel suo meeting col presidente cinese Hu Jintao.
Crack di Solyndra, a rischio la politica energetica di Obama
Il calo progressivo dei consensi elettorali, le difficoltà economiche e ora perfino la bancarotta di Solyndra Llc: si tratta delle batoste che, una dopo l’altra, stanno colpendo il presidente americano Barack Obama. In particolare, l’ultima che è stata citata è risultata quantomeno inattesa, anche perché ora minaccia seriamente gli incentivi del governo e una delle politiche a cui la Casa Bianca teneva di più, vale a dire quella delle energie rinnovabili. La compagnia di Freemont, attiva nella produzione di pannelli solari da diverso tempo, aveva comunque già annunciato il proprio ricorso al tristemente celebre Chapter 11, nonostante avesse ricevuto delle garanzie federali e prestiti per ben 527 milioni di dollari. Questo denaro non è bastato per tenere in vita l’azienda californiana e ora bisognerà cercare una strategia alternativa.
Obama propone un piano occupazionale da 447 miliardi di dollari
La scossa che il presidente Barack Obama intende imprimere all’economia americana dovrà essere davvero forte: l’ultimo piano strategico si riferisce al mondo del lavoro, tanto che al Congresso ne è stato proposto uno da ben 447 miliardi di dollari, anche se bisognerà fare i conti con i tagli alle tasse. Il leader della Casa Bianca, rivolgendosi ai deputati in sessione unita, ha richiesto ben sei volte l’appropriatezza del programma in questione, il quale è destinato a potenziare la spesa nelle infrastrutture e a porre un freno definitivo ai licenziamenti. La domanda rimane una soltanto, vale a dire quale sarà il momento più opportuno, di fronte alla crisi nazionale, per far qualcosa per aiutare il sistema economico.
Rating debito USA: la Cina chiede garanzie
Negli Stati Uniti l’Amministrazione presieduta da Barack Obama è ufficialmente passata alla storia, negativamente però. Questo dopo che, per la prima volta nella loro storia, l’America non è più il Paese più affidabile al mondo; Standard and Poor’s ha infatti abbassato sabato scorso il rating sul debito degli Stati Uniti da “AAA” ad “AA+”.
Usa: la legge sul debito diventa realtà
La legge tanto discussa è diventata infine realtà: gli Stati Uniti potranno infatti aumentare ulteriormente la soglia del proprio debito (14,3 trilioni di dollari), un provvedimento che era stato richiesto a gran voce dal presidente Barack Obama per evitare quello che sarebbe stato il primo default a stelle e strisce della storia. D’altronde, una misura simile era stata adottata anche in passato, così come sottolineato a più riprese dalla Casa Bianca nei giorni scorsi, uno degli esempi più recenti è senza dubbio quello dell’amministrazione Reagan, in carica sin dal 1980.
Obama sfida i Repubblicani sul piano per il debito Usa
Il presidente Americano Barack Obama ha deciso di sfidare apertamente il Partito Repubblicano in ambito economico: la questione principale da affrontare riguarda il programma di riduzione del deficit di bilancio, con un obiettivo prefissato di quattro trilioni di dollari. La conferenza del titolare della Casa Bianca è attesa per oggi, la seconda in meno di una settimana, a testimonianza che l’urgenza è piuttosto alta. L’ambito fiscale, inoltre, sarà quello di più intenso confronto proprio tra Repubblicani e Democratici.
Medioriente: Obama auspica il ritorno ai confini del 1967
La questione mediorientale sta molto a cuore al presidente statunitense Barack Obama, il quale ultimamente se ne sta occupando con una certa frequenza: l’auspicio del titolare della Casa Bianca è quello di vedere nuovamente in vigore i negoziati tra israeliani e palestinesi basati sui confini statali precedenti alla cosiddetta Guerra dei Sei Giorni del 1967. L’appello di Obama è stato rivolto, in particolare, all’American Israel Public Affair Committee, la lobby israeliana, anche se lo stesso presidente ha fatto notare che nella sua proposta non c’è nulla di originale, ma la base già scelta da altre amministrazioni per queste discussioni.