Il Fondo Monetario Internazionale definisce insufficienti le misure prese per fermare il contagio della crisi in Eurozona e rilancia l’allarme dopo il “giovedì nero”. La giornata di ieri, iniziata in un clima positivo dopo la tenuta di mercoledì scorso, ha subito nel pomeriggio un drastico cambio di rotta dopo la conferenza stampa di Mario Draghi, dove sono state annunciate le nuove misure a sostegno dell’Euro.
BCE
Mario Draghi e la crisi dell’Euro
Da quando la crisi dell’Euro ha investito i mercati finanziari molti investitori (tra cui anche nomi illustri come quello di Soros) hanno sempre sostenuto che l’Euro aveva tutte le carte in regola per evitare un crollo strutturale e che quindi la BCE avrebbe potuto non solo arginare le perdite ma anche rilanciare la crescita.
BCE un pericolo per le banche italiane?
Stando a quanto affermato da Moody’s, una delle principali agenzie di rating al mondo, gli istituti di credito solventi potrebbero incontrare serie difficoltà per la decisione dell’istituzione monetaria di limitare l’uso di obbligazioni bancarie come collaterale. Ma quali potrebbero essere le conseguenze di questa scelta da parte dell’istituto di Francoforte guidato da Mario Draghi? E perché l’agenzia di rating sembra essere così preoccupata da una simile decisione?
Italia propone scudo anti-spread
Anche se cambiano le parole, sembra che il concetto proposto sia sempre lo stesso e forse è proprio questo il motivo per cui l’Euro non è ancora uscito dalla crisi; da quando il Vecchio Continente ha cominciato a mostrare le sue debolezze la BCE si è limitata ad acquistare titoli di Stato a sostegno dei Paesi in difficoltà, rimandando di settimane e di mesi l’inevitabile destino (vedi Grecia e Spagna). Ora a distanza di diversi mesi dalle fallimentari misure prese in precedenza il Governo Italiano torna davanti ai vertici dell’Eurozona proponendo la stessa identica ricetta. Secondo il Bel Paese bisognerebbe usare il fondo salva-stati per creare uno scudo a difesa dei Paesi “virtuosi”, con un meccanismo ancora da valutare.
Cosa succede se l’Euro crolla
E se l’Euro crollasse? Se l’Unione si riducesse a pochi Stati mentre negli altri si ritorna alle monete precedenti, cosa succederebbe? Secondo uno studio Tedesco, le conseguenze sarebbero devastanti a livello mondiale.
L’Istituto per la ricerca economica mondiale di Amburgo (HWWI) con la società PWC di Francoforte ipotizza questo scenario ed arriva alla conclusione che le conseguenze di una spaccatura nell’Eurozona sarebbero devastanti prima di tutto per le esportazioni della Germania, e poi anche per tutti i Paesi in crisi che, secondo gli esperti, traggono ancora profitto dallo Stato Federale Tedesco. Ancora una volta si fa’ una distinzione netta tra i Paesi in crisi, considerati una zavorra per l’Euro fino a pochi mesi fa’, e la Germania, che sembra sempre guardare dall’alto la Moneta Unica.
FTSE-Mib positivo, nel pomeriggio decisione BCE sui tassi
L’andamento positivo delle Piazze Asiatiche si riflette in Europa, dove i mercati azionari recuperano velocemente terreno seguendo il +2% del Nikkei messo a segno questa notte. La tensione per la Grecia sembra essersi ridotta e le previsioni positive sull’esito dello swap fanno volare i listini, con Piazza Affari che recupera stabilmente 16500 andando a sfiorare 16700 durante la prima metà della giornata di contrattazioni.
Secondo i numeri attuali le adesioni per lo swap sarebbero già superiori al 60% (l’obiettivo minimo è il 75%) mentre per il dato definitivo dovremmo aspettare le 21 di questa sera, quando tutte le Piazze saranno già chiuse.
PIL Eurozona in calo, Borse accelerano al ribasso
Dopo un’avvio di seduta non entusiasmante (per non dire negativo) le Borse Europee accelerano al ribasso trainate dal settore Auto (a sua volta condizionato dal Salone di Ginevra) mentre alle 11:00 il colpo di grazia arriva dal PIL dell’Eurozona.
Nel settore auto il peggior titolo Europeo è ancora Peugeot che estende le perdite oltre il 6% ed annuncia un aumento di capitale da 1 miliardo a 8.27 euro, mentre Fiat a Piazza Affari scende velocemente sotto a quota 4.57 euro per arrivare a sfiorare 4.45 proprio in questi minuti, aggravando il doppio massimo discendente sul grafico orario dei giorni precedenti.
A virare in negativo una giornata che poteva ancora trovare un’equilibrio è stato il PIL dell’Eurozona che si conferma in calo nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. La flessione è dello 0.3% considerando anche i 27 Paesi mentre in Italia è stata dello 0.7%.
Tassi di interesse BCE invariati
La decisione della BCE riguardo i tassi non stupisce ed anzi consolida il lavoro svolto fin’ora e sostiene i mercati che già scontavano la notizia. La Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere i tassi fermi all’1% come era in programma e Mario Draghi dimostra ancora una volta di avere una linea ben precisa da seguire che evita brutte sorprese ai mercati. Emerge inoltre la volontà da parte della BCE di varare un nuovo prestito alle banche Europee, ed anche in questo caso la notizia viene accolta come un supporto alla positività piuttosto che come manovra di emergenza.
Spread BTP-Bund a fine 2011
Nessun allarmismo sui mercati; il range ristretto di contrattazioni ed i volumi più che dimezzati rispetto alla norma dovrebbero far capire che non è il momento di fare analisi sui grafici visto che in queste condizioni è difficile che si possano sviluppare pattern o inversioni di tendenza. Il movimento avuto nella giornata di ieri che sembrava fortemente ribassista è stato corretto al rialzo proprio nelle prime ore della giornata di oggi, ad ulteriore conferma che quello che vediamo sui mercati altro non è che un su e giu senza meta.
Stesso discorso per lo spread, su cui però si possono aprire discorsi di medio periodo; negli ultimi tempi, dopo il rimbalzo da quota 356 circa, il movimento è stato costante e più o meno laterale intorno a quel valore che poco tempo fa’ abbiamo identificato come “corretto” secondo l’attuale situazione di mercato ed il periodo Natalizio.
Milano apre in positivo ma dopo BCE scattano le vendite
L’open di questa mattina era più che incoraggiante; il FTSE-Mib si è istantaneamente trovato poco sopra a 15100 punti aprendo una finestra di prezzo che nelle ore successive alla prima si è chiusa sotto il peso delle vendite. Dal top relativo a 15300 il mercato ha iniziato la discesa fulminea che ha visto il suo bottom relativo a 14720 di indice mentre al momento sul book si lotta per mantenere quota 14800 (supporto da controllare in close daily).
Ora che il gap è stato chiuso se il mercato non si riprenderà il close annuale potrebbe spingere il mercato sotto ai minimi di periodo portando la negatività di Dicembre 2011 anche su Gennaio 2012. Per la giornata di oggi ci si può attendere ancora uno sviluppo positivo visto che il settore bancario nonostante la leggera perdita sembra in recupero ed Intesa SanPaolo è in cima alle blue-chips con un guadagno del 2%. A seguire abbiamo Lottomatica (+1.31%) e Mediolanum (+1.22%) sul podio e Enel G.P., Atlantia, Generali, STM e Diasorin che sono gli unici titoli del listino italiano ad essere positivi.
BCE, Grecia possibile bancarotta
Il presidente della Banca Centrale olandese, Klaas Knot, ha dichiarato in una recente intervista al quotidiano “Het Financieele Dagblad” che nonostante “Stiamo facendo ogni sforzo per impedire” la bancarotta della Grecia “ma oggi sono meno deciso di qualche mese fa nell’escluderla”. Lo stesso Klaas Knot ammette che “a lungo pensato che la bancarotta (di Atene) non fosse necessaria, ma le notizie che arrivano non sono incoraggianti”.Con toni ancora piu’ duri, Knot si chiede “se i greci abbiano compreso la gravita’ della loro situazione, e che il loro paese non ha ancora mostrato un piano di consolidamento credibile”.
Bce: tassi, ancora un nulla di fatto
Calma piatta in Europa per quel che riguarda il costo del denaro. Perfettamente in linea con le attese, infatti, oggi la Banca Centrale Europea (Bce)
Bce e Boe lasciano tassi di interesse invariati
Calma piatta dal fronte del costo del denaro per la Banca centrale europea e per la Banca d’Inghilterra. Bce e Boe, infatti, hanno lasciato invariati
Tassi Bce: restano inviariati all’1%
In linea con le attese la Banca centrale europea (Bce) ha deciso oggi di mantenere all’1% il livello dei tassi di riferimento nell’Eurozona. La decisione, ampiamente