Buzzi Unicem ha annunciato di aver dato il via alla procedura che consentirà l’acquisto delle quote di minoranza della controllata tedesca Dyckerhoff per l’1,9% del capitale ordinario e per il 4,87% del capitale privilegiato. L’operazione di riacquisto delle minorities sarà autorizzata dall’assemblea dei soci di Dycheroff che si terrà il prossimo luglio. Il deal si concluderà entro fine 2013 con il riconoscimento di un valore monetario cash che sarà stabilito da un perito esterno. Secondo gli esperti di Equita Sim, l’esborso per Buzzi sarà pari a circa 70 milioni di euro.
capitale
BlackRock sale al 5,04% di Unicredit
Movimenti nell’azionariato di Unicredit. I grandi soci esteri continuano a mettere le mani sul capitale della banca di Piazza Cordusio, arrivando ad avere un peso del 25% dopo le ultime operazioni. BlackRock, la società di gestione di fondi più grande al mondo, è salita al 5,04% del capitale di Unicredit, diventando così il secondo azionista della banca milanese dietro il fondo Aabar, che detiene il 6,5%. Seuppur di poco sono stati superati i russi di Pamplona, che detengono il 5,01% del capitale societario. In borsa il titolo Unicredit è salito ieri del 2,99% a 4,756 euro.
BlackRock sale al 5% di Ubi Banca
Il settore bancario italiano continua a evidenziare un rally spettacolare a Piazza Affari, sebbene da inizio settimana siano cominciate ad arrivare le prime prese di beneficio sui titoli bancari. Il crollo dello spread, l’allentamento delle norme sulla liquidità di Basilea 3 e il forte appetito per il rischio sui mercati finanziari sono tre dei principali fattori-chiave che stanno consentendo al comparto bancario di mettere il turbo alla borsa di Milano. Inoltre, negli ultimi giorni sono fioccate le promozioni da parte di broker e grandi banche d’affari internazionali.
Boccata d’ossigeno per le banche da Basilea 3
Buone notizie per gli istituti di credito europei. Come da attese i governatori e i responsabili delle autorità di sorveglianza del Comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria hanno approvato la revisione degli standard di liquidità per le banche previste dalla nuova normativa di Basilea 3. La riunione è avvenuta nel quartier generale della Banca per i Regolamenti Internazionali (Bri). La decisione è stata presa all’unanimità e dovrebbe così concedere una boccata d’ossigeno al settore del credito, in attesa dell’entrata in vigore delle nuove regole.
Fiat quota in Chrysler salirà al 65%
Fiat ha esercitato la seconda opzione d’acquisto sulla quota della controllata americana Chrysler in mano al fondo Veba, un socio di minoranza. L’opzione si riferisce al 3,32% del capitale di Chrylser. In base ai calcoli del Lingotto, l’esborso per questa quota si aggira intorno ai 198 milioni di dollari (pari al cambio attuale a 150 milioni di euro circa). La casa automobilistica torinese controlla il 58,5% di Chrysler e ha il diritto di comprarsi dal fondo Veba il 3,32% di Chrysler ogni sei mesi, fino a un massimo del 16,6%.
Banca Mps appeal speculativo su dossier Monti-bond
Il titolo Banca Monte dei Paschi di Siena è in leggero rialzo questa mattina a Piazza Affari, dopo che ieri le azioni della banca senese avevano sperimentato un progresso del 6,86%. Stamattina, a poco più di un’ora dall’inizio delle contrattazioni di borsa, il titolo Banca Mps guadagna lo 0,32% a 0,2171 euro. Il titolo ha toccato un massimo intraday a 0,2196 euro, il massimo più alto dallo scorso 8 novembre. L’appeal speculativo del titolo deriva dal fatto che ancora non è stata trovata un’intesa sui cosiddetti Monti-bond.
Cariverona diminuisce il capitale in Unicredit
Quando una società aumenta il proprio capitale, oltre ai vari aspetti positivi o negativi, c’é un’altra ipotesi da considerare: la diluizione della propria quota. Se un azionista detiene, per ipotesi, il 5% di una compagnia, in caso di aumento di capitale e mancata sottoscrizione delle nuove azioni, vede la propria partecipazione scendere, sempre che non decida di avvalersi del diritto di opzione. Spetta infatti ai soci in primis il diritto di acquistare le azioni di nuova emissione, le azioni inoptate poi potranno essere proposte sul mercato. La Fondazione Cariverona ha ufficializzato che nell’ambito dell’aumento di capitale da 7,5 miliardi di Piazza Cordusio non manterrà inalterata la propria quota e diluirà la sua partecipazione dall’attuale 4,2% al 3,51%. Fondazione Cariverona cederà lo 0,7% di Unicredit prima dell’aumento di capitale di Piazza Cordusio previsto il mese prossimo.
EBA chiede a banche europee un rafforzamento di capitale
Una consistente iniezione di capitale é quello che ci vuole per affrontare questo periodo di austerità: l’EBA (Autorità bancaria europea) ha aggiornato la direttiva di ricapitalizzazione per le banche europee. Meno di due mesi fa era stata chiesta una ricapitalizzazione da 106 miliardi di euro, che ora passa a 114,7 miliardi. Nello specifico Unicredit passa a 7,974 miliardi di euro, MPS 3,267 a miliardi, Banco Popolare a 2,731 miliardi, Ubi Banca a 1,393 miliardi. L’unica banca che é stata esonerata é Intesa Sanpaolo: l’istituto non ha bisogno di ricapitalizzazione. Le altre banche banche invece dovranno incrementare il patrimonio reperendo nuovi capitali. Ma non solo istituti nostrani: l’Eba ha chiesto a ben 71 grandi gruppi bancari europei di rafforzare la posizione patrimoniale a causa soprattutto delle esposizioni verso gli emittenti sovrani. Un modo elegante per dire: se avete investito in titoli di stato, state all’erta perchè potreste ritrovarvi con un pugno di mosche.
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Telecom: no a fusione con Telefonica, ma punta a rafforzamento in Brasile, Argentina e Germania
Non esistono progetti di fusione con Telefonica, così come non esistono progetti di aumenti di capitale della società. Per il 2008 ci siamo posti obiettivi realistici che riflettono le attuali potenzialità dell’azienda, obiettivi che tracciano un percorso importante di consolidamento, trasformazione e rilancio che pone le basi per una crescita futura. Abbiamo già adottato una politica dei dividendi sostenibile nel lungo termine. Decideremo gli investimenti con prudenza e selettività e sulla base di criteri rigidi nei tempi di ritorno e nei rischi di esecuzione.
Così il presidente di Telecom Italia, Gabriele Galateri, ha pronunciato all’assemblea dei soci.