In questo periodo l’argomento crisi é al centro delle istituzioni nazionali e internazionali. Si teme il double dip che diviene sempre più minaccioso in Europa. Il deterioramento del sentiment sui mercati europei e il prospettato rallentamento della crescita negli USA sta ponendo un freno alla ripresa mondiale e pesa sulle prospettive di crescita dell’Europa. Tant’é che anche Fitch, dopo Standard & Poor’s e Moody’s, ha declassato la valutazione sui titoli di debito pubblico dell’Italia. Questa situazione ha innescato un calo repentino dell’euro, che arriva a 1,3394 dollari.
Per rispondere alla crisi non c’è altra via se non quella di ritornare alla cooperazione internazionale, ripartendo dall’agenda di riforme che il G20 aveva solennemente approvato nel 2009 – ha sottolineato il direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni -. La prossima riunione dei leader del G20 ai primi di novembre è un appuntamento che non potrà essere mancato. È essenziale che venga al più presto resa operativa la European Financial Stability Facility, ora che il processo di ratifica da parte dei paesi membri ha avuto una forte spinta con l’approvazione del Parlamento tedesco. Un segnale forte di reazione da parte dell’Unione europea avrebbe un effetto distensivo sui mercati a livello globale. Bisogna dunque essere consapevoli che dalla crisi si può uscire, volendo.
Oltreoceano anche Obama ha fatto sentire la sua voce in merito alla crisi mondiale e, tra le cause individuate dal presidente, ci sono anche la crisi dei debiti sovrani e il momento critico che sta attraversando l’ Eurozona: “La crisi dell’ euro potrebbe danneggiarci”, ha sottolineato Obama, insieme alla necessità di un piano concreto per affrontare la crisi finanziaria del Vecchio Continente, da preparare entro il vertice del G20 del mese prossimo.
Secondo Fitch:
Una soluzione comprensiva e credibile di questa crisi che coinvolge l’Europa è politicamente e tecnicamente complessa, e richiederà quindi del tempo.
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