L’indice Americano che ha messo a segno un recupero guidato dal tris di trend-line ben visibili nell’immagine si trova ora in difficoltà, trascinato anche dalla crisi dell’Euro che si è riversata inevitabilmente oltre oceano. La perdita della mediana dopo il 14 maggio scorso ed il ritorno verso il supporto a 12060 ha avviato una fase di incertezza che persiste anche in questi giorni e rischia di avviare un ciclo ribassista con target a 10000 punti.
crisi euro
Grecia quasi fuori dall’euro
La nuova ottava sui mercati finanziari è iniziata sulla falsariga di quanto successo venerdì scorso, quando le borse sono crollate sotto i colpi delle vendite e gli spread di Italia e Spagna volati a livelli record. La paura degli investitori per un collasso della Spagna, in grado poi di contagiare anche l’Italia, va a sommarsi anche all’allarme rosso sulla Grecia, che sembra avere più di un piede fuori dall’euro. La tensione è aumentata a seguito delle dichiarazioni del vicecancelliere e ministro dell’Economia tedesco Philipp Roesler.
Spread a 164 punti secondo CSC
Il Centro studi di Confindustria nella giornata di oggi ha dichiarato che lo spread effettivo tra i titoli di Stato Italiani e quelli della Germania è di 164 punti, calcolando lo scorporo di 300 punti base dovuti agli effetti contagio e alle indecisioni dell’Unione Europea sulle misure contro la crisi.
Previsioni Euro/Dollaro luglio 2012
L’andamento del cambio Euro/Dollaro rispecchia la situazione dei mercati azionari di entrambi i continenti, sottolineando i contrasti esistenti tra gli Stati Uniti, in ripresa dopo la crisi dei sub-prime, e l’area Euro, che invece deve affrontare una grave crisi strutturale dovuta probabilmente ad un esecutivo poco presente che ha aumentato le differenze tra i vari Stati membri.
Previsioni Dow Jones Industrial Average Luglio 2012
La ripresa in Eurozona slitta ancora dopo l’allarme della BCE sulla disoccupazione del Vecchio Continente, ancora una volta in crescita. La questione però ora diventa di importanza globale, visto che la recessione di un singolo continente si rifletterebbe senza riserve su tutta l’economia, dagli USA alla Cina, per poi mandare in tilt il mercato delle valute e delle obbligazioni.
Bce, Europa ferma per debito e disoccupazione
Un nuovo allarme arriva dal bollettino mensile della Bce, anche se più o meno i concetti si ripetono ed i problemi dell’area Euro restano i soliti. L’Europa è ferma secondo Draghi e la graduale ripresa potrebbe essere stroncata dalle “tensioni sul debito sovrano e dal loro impatto sulle condizioni del credito, dal processo di aggiustamento dei bilanci del settore finanziario e non finanziario e dall’elevata disoccupazione”.
Raccomandazioni di borsa estate 2012
L’estate è entrata nel vivo già da tempo e si preannuncia molto calda sia dal punto di vista meteo che dal punto di vista “finanziario”. La crisi dell’euro continua a destare forti preoccupazioni in tutto il mondo, in quanto gli investitori temono che alla fine possa esplodere una crisi politica tale da mettere a repentaglio tutte le misure decise di recente per arginare la crisi, mettendo in discussione la stessa esistenza dell’euro. Alcuni paesi come la Finlandia e l’Olanda non sono convinte di sostenere le misure di salvataggio della zona euro: Helsinki ha già minacciato di poter abbandonare l’euro.
Agenzie di rating indagate dall’ESMA
L’Autorità di Vigilanza Europea ha dato il via ad un indagine legata alle tre maggiori agenzie di rating del Mondo; Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch. L’Esma intende rivedere i criteri con cui sono stati valutati la solidità patrimoniale delle banche, per capire se le veramente il giudizio è indipendente o se ci sono state delle manipolazioni.
Buona parte degli investitori ha già la risposta da anni; fino al 2011 le agenzie di rating agivano indisturbate e solo dall’anno scorso in poi gli è stata richiesta la registrazione all’Esma per operare nel Vecchio Continente. Come se non bastasse è sotto gli occhi di tutti il comportamento tenuto con la crisi dei sub-prime in USA; il downgrade del debito degli Stati Uniti è arrivato con anni di ritardo mentre durante la crisi che ha investito prima gli USA e poi il Mondo le agenzie di rating si sono comportate in modo prevenuto su tutti gli istituti di credito tranne che su quelli del Nuovo Continente.
Come funziona lo scudo anti-spread
Venerdì alle prime luci dell’alba i leader dell’Eurogruppo hanno approvato una serie di misure di salvataggio della zona euro, da oltre due anni finita nel mirino della speculazione internazionale a causa di un eccessivo indebitamento di alcuni stati membri. Tra le misure più importanti decise dai leader dell’UE-17 spicca il cosiddetto scudo anti-spread, ovvero quel meccanismo che potrà permettere di tenere sotto controllo i rendimenti dei titoli pubblici più esposti alla speculazione dei mercati. E’ nato da un’idea del premier italiano Mario Monti, appoggiato dal premier spagnolo e da quello francese.
Italia propone scudo anti-spread
Anche se cambiano le parole, sembra che il concetto proposto sia sempre lo stesso e forse è proprio questo il motivo per cui l’Euro non è ancora uscito dalla crisi; da quando il Vecchio Continente ha cominciato a mostrare le sue debolezze la BCE si è limitata ad acquistare titoli di Stato a sostegno dei Paesi in difficoltà, rimandando di settimane e di mesi l’inevitabile destino (vedi Grecia e Spagna). Ora a distanza di diversi mesi dalle fallimentari misure prese in precedenza il Governo Italiano torna davanti ai vertici dell’Eurozona proponendo la stessa identica ricetta. Secondo il Bel Paese bisognerebbe usare il fondo salva-stati per creare uno scudo a difesa dei Paesi “virtuosi”, con un meccanismo ancora da valutare.
Consiglio UE prova a risolvere la crisi dell’euro
Oggi si apre a Bruxelles il Consiglio UE – che proseguirà anche domani – che vedrà riuniti i leader politici dei 17 paesi membri dell’Unione monetaria europea. Inizialmente il vertice era stato pensato per discutere del futuro istituzionale della zona euro ma le nuove turbolenze sui mercati finanziari hanno portato ancora una volta alla ribalta il connubio tra bilanci bancari e bilanci sovrani, che sta mettendo in ginocchio numerosi paesi membri. Non a caso pochi giorni fa la Spagna ha chiesto ufficialmente assistenza all’UE per salvare le banche e la stessa cosa ha fatto la piccola Cipro.
Controllo spread non è soluzione a crisi Euro
Il contenimento dello spread “forzato” e controllato non sarebbe una soluzione in grado di ridare stabilità all’Eurozona. Questo in sostanza è quello che sostiene Amadeu Altafaj, portavoce degli affari economici della Commissione Europea. L’idea di un meccanismo di controllo dei differenziali è stata definita un “paracetamolo finanziario” che potrebbe solamente alleviare i problemi senza risolvere nulla.
La crisi nell’Eurozona è strutturale e radicata nei singoli Paesi; anche se per cause diverse gli effetti convergono in un distanziamento netto tra i Paesi membri, che rispetto alla Germania mostrano dal punto di vista finanziario delle problematiche sulla raccolta dei titoli di Stato, con la diretta conseguenza visibile sui rendimenti in continua ascesa.
Aste Spagna positive con rendimenti in netto rialzo
Dopo un’avvio di ottava estremamente contrastato i Mercati Europei ci riprovano e fin dalle prime battute gli investitori scommettono su una ripresa nel breve termine, nonostante l’andamento delle aste spagnole preoccupa il mondo finanziario.
Aver scongiurato l’uscita dalla Moneta Unica Europea da parte della Grecia con la vittoria della Nuova Democrazia non basta a rilanciare il Vecchio Continente che deve ora fronteggiare due gravi situazioni all’interno dell’area dell’Unione Monetaria. Da un lato vi è l’Irlanda, che anche se non si è guadagnata gli onori della cronaca come Grecia e Spagna ha una situazione interna tale per cui sarà necessario stilare un piano di aiuti dedicato, anche se dalla sua ha un Governo da sempre attivo contro la crisi. Dall’altra vi è invece la Spagna, vero punto cruciale nel medio termine per il rilancio dell’Euro.
Come creare un portfolio anti-crisi se salta l’euro
La zona euro è probabilmente ad un bivio. La crisi bancaria in Spagna, le elezioni in Grecia, la recessione e l’effetto-contagio sembrano essere i fattori in grado di mettere definitivamente in ginocchio la farraginosa struttura dell’unione monetaria europea. Alla Spagna è stato promesso un aiuto fino a 100 miliardi di euro per ricapitalizzare le banche. Tuttavia, il debito pubblico di Madrid – che a fine 2010 era al 61,2% del pil – dovrebbe attestarsi al 90-95% del pil entro fine anno.