Barroso: la crisi UE é sistemica

 Commissione ed eurogruppo dovranno rafforzare la sorveglianza sui paesi dell’Eurozona sotto procedura per deficit eccessivo, é questo quello che ha sottolineato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso confermando che presenterà una proposta tra meno di dieci giorni.  Le ‘finanziarie’ nazionali dovranno essere esaminate e valutate prima di adottare gli idonei strumenti o emendamenti da applicare nel corso dell’anno. La proposta della Commissione Ue sugli Eurobond sarà quindi presentata prima della fine dell’anno, ha annunciato il presidente parlando alla plenaria di Strasburgo.

Termini Imerese chiude il 23 novembre

 Gli operai che hanno varcato stamani i cancelli della Fiat a Termini Imerese sono accomunati da un senso di sfiducia e di sconforto. Ieri é stata annunciata la fine della produzione, prevista per il 23 novembre, l’annuncio ufficiale seguito da giorni di cassa integrazione, attendendo invano che la situazione nel frattempo potesse migliorare. Si tratta di un anticipo rispetto alle date previste, ovvero dicembre 2011. La notizia arriva pochi giorni dopo la proposta di Dr Motor sul futuro dello stabilimento. Rimane quindi un’ultima speranza per la riunione al ministero dello Sviluppo, dove sindacati e istituzioni incontreranno la Dr Motor, che vorrebbe acquisire la fabbrica che Fiat abbandona dopo 41 anni.

Marcegaglia: senza riforme l’Italia non va avanti

 A prescindere da quale sia il destino del governo Berlusconi, l’Italia deve intraprendere velocemente la strada delle riforme economiche, rispettando gl impegni presi in ambito europeo e internazionale. Poco importa che ci sia Berlusconi o meno, quello che conta é che in Italia si facciano le giuste riforme. È questo in sintesi il pensiero di Emma Marcegaglia, nel giorno in cui la tenuta parlamentare del governo Berlusconi verrà messa alla prova dal voto di fiducia sul rendiconto. La numero uno di Confindustria ribadisce con chiarezza la necessità di ovviare agli attuali spread: nella giornata di ieri il differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi con scadenza a 10 anni oscillava tra i 478 e i 493 punti base.

Grecia: referendum misure anticrisi cancellato

 La Grecia ha ufficialmente abbandonato il suo progetto di referendum sul piano di salvataggio finanziario del paese concordato con Ue e Fmi. Lo ha annunciato il ministero delle Finanze in una nota, sono stati informati anche il ministro Evangelos Venizelos, il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ed infine il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble. La situazione politica ad Atene tuttavia, rimane confusa, sembra infatti che a convincere i greci ad annullare il referendum siano state le minacce di Angela Merkel al premier greco George Papandreou:  in caso di referendum sul piano di aiuti europeo la Grecia sarebbe stata cacciata dall’Europa per un periodo non inferiore ai due anni.

Crisi Grecia: Papandreou presenterà le dimissioni?

 Dopo la scelta del governo greco di indire un referendum sulla possibilità di restare o meno in Europa, la situazione ad Atene non é cambiata. Impensabile sino a qualche mese fa, l’uscita della Grecia dalla zona euro è ora una possibile realtà, molto vicina. Ma se Atene abbandona l’euro, non sarà la stessa moneta unica a essere minacciata? Si può chiedere ai cittadini greci se é meglio fare acquisti con un biglietto di banca con scritto euro invece di dracme, soprattutto se la gente è convinta che la situazione era migliore quando si usavano le vecchie monete dracme (un po’ come la pensano moltissimi italiani d’altronde..)? Il commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger, ha anche criticato il Premier greco, accusandolo di mettere in pericolo l’euro, la stabilità della moneta unica.

Presidenza Bce, Draghi inizia con la crisi europea

 La Cina aspetta che l’Europa applichi il piano di salvataggio della Grecia, dopo che il premier ellenico George Papandreou ha indetto una consultazione popolare sul programma. I mercati sono in una fase critica, Italia, Spagna e Grecia devono fare i conti con il debito pubblico: é questo il contesto in cui inizia il suo mandato Mario Draghi, nuovo presidente BCE, ex governatore di Bankitalia, si e’ insediato il 1 novembre con un mandato di otto anni. L’istituzione monetaria ha riferito del passaggio di consegne con il francese Jean-Claude Trichet con un comunicato in tutte le lingue dei 17 paesi facenti parte dell’area euro.

Piazza Affari: disastro in open, Mib cede oltre il 5%

 Gap-down di quasi 400 punti e poi discesa per altri 600; questo è l’inizio di Novembre 2011 a Milano, con il FTSE-Mib che cede oltre il 5% in una giornata estremamente rossa. Anche oggi è facile indovinare chi è la zavorra; il settore bancario cede nel complesso quasi il 10%, come Unicredit singolarmente mentre Intesa sorpassa il 13% di perdita in poche ore. Malissimo anche Fiat che cede il 7.43% seguita a ruota da STM con -6.60% e Eni ed Enel stabili intorno al 4% (e forse proprio queste due sono le uniche che nel pomeriggio potrebbero “sorprendere” tornando vicino alla parità).

Contingency plan per salvare Europa da rischio contagio

 Solo un piano d’emergenza potrebbe salvare i Paesi membri dell’Unione Europea dall’effetto contagio. La crisi che sta colpendo Italia e Spagna può mandare in frantumi l’euro con conseguenze drammatiche sull’economia mondiale, sostengono gli analisti. in realtà dobbiamo ricordarci che questo é successo e continua a succedere anche per il dollaro, ma gli americani non sembrano lamentarsi più del dovuto, consapevoli del fatto che, moneta debole significa anche più competitività globale a livello di esportazioni. Fatto sta che l’Europa sembra intenzionata a mantenere il suo altissimo livello di valore dell’euro (quasi arrivato al doppio rispetto al dollaro) e l’Ue, le banche centrali e il Fondo Monetario Internazionale sono al lavoro per pensare una soluzione.

Saab venduta ai cinesi per 100 mln

 La casa svedese in crisi finanziaria é stata venduta per 100 milioni di euro. Un prezzo scontato si potrebbe dire, che é subito risultato appetibile per i cinesi: una nota della Swedish Automobile ha annunciato che è stato raggiunto un accordo per la cessione alle società Pang Da e Youngman del 100% delle azioni di Saab Automobile AB e di Saab Great Britain a fronte di un corrispettivo di 100 milioni di euro. L’accordo finale è subordinato, tra le altre cose, all’approvazione delle autorità competenti, mentre il corrispettivo di 100 milioni sarà pagato in rate nei periodi e nelle somme ancora da stabilire. L’accordo quindi attende di essere perfezionato: saranno interpellati gli azionisti della Swedish Autmobile e le autorità di Pechino che dovranno approvare l’acquisizione da parte di Pang Da e Youngman. Per la Saab, che per 20 anni fino al 2010, è stata controllata dalla General Motors inizia una nuova era.

Marcegaglia: l’Europa é sul baratro, necessarie serie misure

 Dal forum italo-tedesco degli industriali a Bolzano parte un messaggio a Governi e Commissione Ue da parte di Confindustria nella persona di Emma Marcegaglia, un messaggio che non rimarrà solo vocale ma che sarà tradotto in un documento comune da inviare ai governatori. La numero uno di Confindustria ha preso seriamente gli avvertimenti di Fitch e S&P sull’Italia e, seppur puntualizzando che non è realmente a rischio la solvibilità, invita i governi alla prudenza e a vagliare delle misure necessarie per scongiurare il disastro.

Merkel: dopo Grecia dobbiamo evitare contagio

 Tutto ebbe inizio lo scorso anno: a fine gennaio 2010 il neo premier greco George Papandreou chiese 9 miliardi di euro di prestiti straordinari al vertice del Wef in Svizzera per aiutare la nazione esprimendo la sua difficoltà, ma non ottenne nulla. L’allarme però aveva le sue fondamenta, contrariamente a quanto sostenevano gli altri Stati. Il contagio del debito greco da 357 miliardi di euro, cinque volte quello argentino del 2001, si sta estendendo, e s teme l’effetto contagio anche per gli altri Paesi europei. Il rischio é che questa situazione possa erodere le fondamenta della credibilità dell’eurozona.

Quando é la Cina a salvare l’euro

 Sicuramente agli asiatici non conviene che il valore dell’euro scenda. Il Vecchio Continente é un cliente affezionatissimo dei prodotti Made in China, trovare qualosa che sia stata prodotta dagli italiani é divenuto difficile quasi come cercare un ago nel pagliaio e i Made in Taiwan, Brasile, Turchia, si sprecano in ogni dove. Soprattutto i Made in China: acquistare dalla PRC conviene, con l’altissimo valore dell’euro e al cambio con lo yuan, un frigorifero può costare meno di 80 euro, un chinafonino di ultima generazione meno di 60 euro. Magie del cambio: paradossalmente, per chi é alla ricerca di risparmio (non parliamo di qualità perchè sarebbe necessario un post a parte) conviene comprare dalla Cina, comprese le spese di spedizione, si paga molto meno che comprando in Italia.

Europa in crisi ma l’euro continua a salire

 Ci si aspetterebbe che, se l’Europa vive momenti di crisi e naviga nelle tempestose acque dell’incertezza economica, che il valore dell’euro diminuisca. La situazione dei debiti pubblici del Vecchio Continente è il primo punto in agenda all’incontro dei ministri delle Finanze e dei Governatori dei Paesi del G20 e in attesa di questo summit, l’euro prosegue la sua salita. Sono cominciati da lo scorso week end, nelle sale di Bercy a Parigi, dove ha sede il ministero dell’Economia francese, i lavori del G20 finanziario che affronterà con urgenza la questione crisi dell’Eurozona. Venerdì 14 ottobre l’euro ha messo a segno il maggior aumento sul dollaro dalla settimana conclusa il 20 marzo 2009 balzando del 3,8% fino a raggiungere il cambio di 1,3882 dollari. Si tratta del livello più alto delle ultime cinque settimane.

Fondo Monetario Internazionale: necessaria altra liquidità

 La crisi che imperversa nell’Unione Europea esige molto più impegno di quanto si immaginasse: sembra sia necessaria un’iniezione di liquidità nel Fondo Monetario Internazionale, per dotarla di più mezzi per aiutare la Grecia,  nello specifico il fondo necessiterebbe di circa  350 miliardi, secondo quanto riferito da una fonte G20 di un’economia emergente. Il vertice  dei ministri delle Finanze dei paesi del G20, partito ieri a Parigi, sembra stia discutendo proprio su questo punto e sul fatto che la zona euro abbia in programma di presentare proprio nel corso di questo mese ulteriori misure per arginare il deterioramento della crisi del debito.