L’economia mondiale è di nuovo alle prese con una crisi finanziaria simile a quella di tre anni fa? Che cosa dicono esattamente le previsioni in tal senso? Sono queste le due domande che necessitano delle risposte più urgenti in questo momento, con gli alti spread sui debiti sovrani e i rischi default che incombono come grossi macigni: il raffronto tra il 2011 e il 2008 è quindi praticamente obbligatorio. Anzitutto, il precedente più “illustre” riguardò in prima battuta gli Stati Uniti per poi estendersi a macchia d’olio a tutto il resto del mondo, mentre stavolta la congiuntura sta nascendo dal continente europeo. C’è molto da imparare da quanto successo dal crack di Lehman Brothers in poi, così da ottenere delle previsioni attendibili per quest’anno: in realtà, però, attualmente si stanno commettendo gli stessi errori di non molto tempo fa, segno che la lezione non è stata affatto compresa.
debiti sovrani
Banche e debiti sovrani, Moody’s avverte
E’ Moody’s l’Agenzia di rating più attiva in questi ultimi giorni con giudizi tutt’altro che incoraggianti e rassicuranti non solo dal fronte dei debiti sovrani, ma anche da quello bancario. Dopo che Standard & Poor’s ha variato l’outlook, da “stabile” a “negativo”, sull’Italia, Moody’s ha invece messo nel mirino una dozzina di banche inglesi, annunciando per queste la messa sotto osservazione del rating con la finalità di un possibile downgrade.
Aviva scommette sui prossimi rimbalzi tecnici dell’equity sopratutto in Giappone ed Usa
L’orizzonte è ingombro di nuvoloni neri ma nella strategia Aviva Investors c’è spazio per approfittare di rimbalzi di breve nell’azionario giapponese e americano, sovrappesando lo yen e cautelandosi con l’esposizione a scadenze ravvicinate del reddito fisso. Ci aspettiamo un ‘global hard landing’ e siamo quindi corti sull’equity spiega in un’intervista Gabriele Miodini, responsabile per l’Italia di Aviva Investors “tranne che per un sovrappeso tattico del 10% sul Topix e del 20% sullo S&P 500”. Un’altra carta da giocare sta nell’approfittare delle valutazioni risicate di singoli titoli e settori come quello farmaceutico, oltre che delle emissioni cosiddette “high yield”. “Se sei bravo a selezionare questi bond hai rendimenti da equity e un profilo di rischio da bond”, sottolinea Miodini, ricordando che l’aumento dei tassi di fallimento e la divaricazione degli spread con i titoli di stato rappresentano attualmente un “entry point” attraente.