Dopo più di 200 anni di storia il New York Stock Exchange dice addio alla sua indipendenza. Prevale così la nuova legge dei mercati che vuole un maggiore consolidamento delle borse globali nelle mani di pochi grandi gruppi. Così il Nyse Euronext viene acquistato dall’Ice (IntercontinentalExchange), il colosso dei mercati future (materie prime e petrolio) per una cifra pari a 8,2 miliardi di dollari. L’offerta di Ice per il simbolo di Wall Street è pari a 33,12 dollari per azione, che incorpora un premio del 37,7% rispetto alla chiusura di due giorni fa.
Deutsche Boerse
Nyse Euronext e Deutsche Boerse credono ancora nella fusione
Il Nyse Euronext e Deutsche Boerse sono intenzionati a imprimere le pressioni finali ai negoziati relativi alla loro pianificata fusione: l’obiettivo principale, a questo punto, è quello di sopravanzare l’opposizione che viene rappresentata dai regolamenti attualmente in vigore. In effetti, l’Antitrust dell’Unione Europea ha raccomandato di bloccare l’accordo, in quanto si andrebbe a configurare un vero e proprio monopolio, con tutte le conseguenze negative del caso. Le due piazze finanziarie si stanno però concentrando sul meeting del prossimo 1° febbraio, quando i ventisette commissari comunitari si incontreranno proprio per stabilire una decisione finale a tal proposito.
Deutsche Börse e Nyse Euronext, la fusione è vicina
Deutsche Boerse e New York Stock Exchange-Euronext, la fusione tra le due piazza finanziarie è possibile e potrebbe diventare una realtà concreta a breve: a dire il vero, l’operazione è ancora una semplice proposta, ma i listini coinvolti hanno dato il loro beneplacito in tal senso. Inoltre, elemento sicuramente determinante, un primo via libera è stato fornito dal Cfius, acronimo che sta a identificare il Comitato sull’Investimento Estero negli Stati Uniti, un ente che ha un potere importante per quel che concerne decisioni di questo tipo e che per il momento non ha espresso alcun tipo di obiezione. L’assenso più importante, comunque, sarà quello che dovrà fornire l’Antitrust del Vecchio Continente, la cui pronuncia è prevista entro e non oltre il prossimo mese di dicembre. Per ora, però, ci sono i rilievi dello stesso comitato americano.