La bolla dell’oro è scoppiata. Sul metallo giallo si è abbattuta un’ondata di vendite clamorosa, forse impensabile fino a qualche tempo fa considerando il suo status di “bene rifugio” nei periodi di maggiore turbolenza sui mercati finanziari. Ora l’oro è diventato semplicemente una commodity speculativa, messa k.o. dalla decisione della FED di programmare la exit strategy dall’attuale politica monetaria ultra-espansiva che si protrae ormai da oltre 4 anni. Stanotte, sui mercati asiatici, la quotazione dell’oro è crollata a 1.180 dollari l’oncia.
dollaro americano
Oro sotto 1.250 dollari ai minimi da settembre 2010
Ancora un calo per le quotazioni dell’oro, che sui mercati asiatici hanno subito pesanti vendite in scia all’apprezzamento del dollaro americano dopo la diffusione degli ottimi dati sul settore immobiliare e la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti. I prezzi del metallo giallo hanno perforato il minimo della scorsa settimana, posto a 1.269 dollari, e hanno messo a punto una nuova accelerazione ribassista fino a 1.243 dollari l’oncia sui livelli più bassi da settembre 2010. La view degli analisti finanziari restano negativa per i prossimi mesi.
Non-farm payrolls inferiori alle attese a giugno 2012
C’era grande attesa per il dato sull’occupazione americana, pubblicato oggi pomeriggio alle ore 14,30. Il report occupazionale negli Stati Uniti ha evidenziato una crescita del numero delle nuove buste paga nel settore non agricolo e un tasso di disoccupazione invariato nel mese di giugno. I non-farm payrolls sono aumentati di 80.000 unità, ma gli analisti finanziari si aspettavano in media un aumento dei posti di lavoro intorno alle 100.000 unità. Il tasso di disoccupazione, invece, non ha mostrato sorprese e si è attestato all’8,2% come il mese precedente.