Ieri è stata una giornata importante dal punto di vista macro economico, poichè la banca Centrale Europea, ha stabilito di non modificare il costo del denaro.
Draghi
Draghi rassicura gli investitori sull’Italia
Nella consueta conferenza stampa a commento delle decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea, il governatore Mario Draghi ha rassicurato gli investitori internazionali sul processo di rifome e di risanamento delle finanze pubbliche in atto nei paesi membri dell’area euro. Draghi si è chiaramente soffermato sulla situazione dell’Italia. Draghi ha affermato che “in Italia l’aggiustamento fiscale proseguirà” perché è come se fosse inserito “il pilota automatico”. Insomma, secondo il banchiere italiano non ci saranno problemi in Italia nonostante l’impasse politica.
Bce lascia tassi invariati allo 0,75% a marzo 2013
La Banca Centrale Europea ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati nell’area euro. Il saggo di riferimento resta così fermo sul minimo storico dello 0,75%, un livello ampiamente in linea con le stime del mercato. Nessuno, infatti, si aspettava una decisione a sorpresa dell’Eurotower sui tassi, nonostante il momento molto negativo per l’economia continentale. Secondo quanto pubblicato dall’Eurostat, infatti, la recessione si è aggravata nell’ultimo trimestre del 2012 e le prospettive non sono certo incoraggianti.
Che cos’è la guerra delle valute
Il 2013 si è aperto con un dibattito molto acceso su quella che viene chiamata la “guerra delle valute”. L’antefatto è riconducibile alla politica monetaria ultra-accomodante del Giappone, che da novembre scorso ha cominciato a svalutare la propria moneta per dare slancio all’economia nazionale in difficoltà. La guerra valutaria nasce da una polemica sulla politica dei tassi di cambio, che alcuni paesi tendono a influenzare con decisione attraverso manovre monetarie non convenzionali suscitando il malcontento dei paesi che invece non adottano queste strategie.
Bce metà dei bond in portafoglio sono italiani
La Banca Centrale Europea ha diffuso i conti relativi al 2012, svelando così anche la composizione del proprio portafoglio titoli. L’istituto monetario di Francoforte, guidato da Mario Draghi, ha in pancia una grossa quantità di bond governativi della periferia europea soprattutto italiani. Infatti, emerge che quasi la metà dei titoli di stato presenti nel portafoglio della Bce sono italiani. Gli acquisti sono stati effettuati tra il 2010 e il 2012, quando imperversava pericolosamente la crisi dei debiti sovrani europei che stava alimentando la “febbre da spread”.
Tasse troppo alte in Europa secondo Draghi
Il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha dichiarato ieri in un’audizione al Parlamento europeo che il risanamento dei conti pubblici sta avendo un impatto positivo anche sul difficile finanziamento delle imprese che ormai sta diventando la sfida più importante per l’Eurotower. Il banchiere italiano ha affermato che nella prima parte dell’anno l’economia europea resterà debole, ma è attesa una graduale crescita a partire dalla seconda metà dell’anno. Draghi ha sottolineato che il 2013 è iniziato con un quadro più stabile, grazie alle riforme promosse dai governi nazionali.
Euro sfonda 1,35 dollari ai massimi da novembre 2011
Sul mercato delle valute non accenna a fermarsi la spettacolare ascesa delle quotazioni dell’euro, che continua a macinare guadagni nei confronti delle principali monete mondiali. In particolare, il tasso di cambio euro/dollaro è salito sopra 1,3560, dopo aver sfondato stamattina quota 1,35. Il superamento di quest’area di resistenza ha facilitato l’ascesa dei prezzi, che continuano ad essere proiettati verso la resistenza di area 1,40. Questo livello psicologico non si vede da ottobre 2011. Grazie all’exploit odierno il cambio euro/dollaro è salito sui massimi di fine novembre 2011.
Calo spread non è merito di Monti secondo il Financial Times
Secondo quanto riportato dalla versione online del quotidiano britannico Financial Times, Mario Monti non sarebbe l’uomo giusto per guidare l’Italia. Brutta tegola per il professore di Varese, che perde l’appoggio di uno dei più autorevoli quotidiani finanziari europei. Sul finire dello scorso anno Mario Monti era stato bocciato anche dal quotidiano tedesco Bild, il più venduto nel vecchio continente. Secondo quanto scritto in un editoriale da Wolfang Munchau, l’esecutivo Monti ha provato a intodurre riforme strutturali “modeste” e “annacquate fino all’irrilevanza macroeconomica”.
Banche italiane nessun rimborso dei prestiti BCE
Le banche italiane non dovrebbero restituire subito il denaro preso in prestito dalla BCE nel corso delle ultime aste di rifinanziamento, che l’istituto di Francoforte ha lanciato per la prima volta nell’estate del 2009 per dare ossigeno agli istituti di credito europei usciti malconci dalla crisi finanziaria generata dal crollo dei mutui subprime e di Lehman Brothers. Tuttavia, in quell’occasione la durata delle aste dell’Eurotower erano di breve durata fino a dodici mesi. Lo scoppio della crisi dell’euro ha reso necessaria una nuova mossa in tal senso.
Rischio fuga capitali con caos politico in Italia secondo Bce
Dal bollettino mensile della Bce arriva un monito rivolto principalmente all’Italia. Oltre alle consuete indicazioni sullo stato di salute della zona euro, il governatore dell’Eurotower, il banchiere italiano Mario Draghi, si è soffermato sul rischio politico in Italia considerando anche le imminenti elezioni del 24-25 febbraio. Secondo Draghi l’instabilità politica italiana sta spingendo gli investitori a cercare rifugio in alti paesi. Le dichiarazioni del numero uno della Bce arrivano un po’ a sorpresa, considerando che l’Italia è entrato da qualche tempo nel mirino della speculazione rialzista.
Rating sovrani ancora a rischio in Europa nel 2013?
Il 2013 potrebbe essere un anno di maggiore serenità per la zona euro, dopo il tormentato 2012 che ha visto quasi tutti i paesi dell’unione monetaria subire uno o più declassamenti da parte delle agenzie di rating. L’eccessiva pressione sui bond pubblici e il timore di una clamorosa disintegrazione della moneta unica hanno spinto le agenzie internazionali ad accelerare il processo di declassamento dei rating sovrani dopo anni di apparente tranquillità, nonostante fosse in atto da tempo il trasferimento del rischio dal settore privato bancario ai bilanci pubblici dopo la crisi finanziaria del 2008.
Bond governativi italiani +21% nel 2012
Il 2012 è stato un anno molto difficile per l’Italia, ma più in generale per l’Europa. Il peggioramento della crisi dei debiti sovrani, avvenuto tra marzo e luglio scorso, ha fatto temere il peggio. Molti economisti e analisti finanziari hanno messo in guardia gli investitori da una possibile frantumazione della zona euro e da default a catena tra i paesi europei più deboli, come Grecia, Portogallo e Spagna. Anche l’Italia è finita nel mirino della speculazione, tanto che lo spread Btp-Bund tornava sopra 500 la scorsa estate. Dal 26 luglio 2012 qualcosa però è cambiato.
Borsa di Atene migliore d’Europa nel 2012
Chiamiamoli pure “paradossi finanziari”. Nell’era della globalizzazione e dell’interconnessione dei mercati finanziari, dominati dall’azione di banche centrali e fondi speculativi, tutto è possibile. Anche che la borsa di Atene sia la piazza finanziaria migliore d’Europa, nonostante il paese sia da ben cinque anni in recessione e sull’orlo del baratro. Tenuto a galla solo dagli aiuti finanziari di Bce, Ue e Fmi, il paese ellenico non riesce a vedere la luce alla fine del tunnel e le prospettive non sono di certo incoraggianti. Tuttavia, da un punto di vista finanziario la situazione è completamente diversa.
Piazza Affari guadagna quasi l’8% nel 2012
Il 2012 è stato complessivamente un anno positivo per Piazza Affari. L’indice azionario principale FTSE MIB ha chiuso a 16.357 punti con un rialzo del 7,84%. Ha fatto leggermente meglio l’indice Ftse Italia All Share, che ha guadagnato l’8,36%, mentre il Ftse Italia Small Cap ha perso il 7,13%. Insomma, le blue chip sono riuscite a chiudere bene l’anno, che però non è stato affatto semplice per la borsa italiana. Basti pensare che in estate l’indice FTSE MIB era sceso sui minimi storici di 12.295 punti, sotto i precedenti minimi di sempre toccati nel 2009.