Tre anni fa Dubai – il più famoso stato appartenente agli Emirati Arabi Uniti – rischiava addirittura il default quando esplose improvvisamente il problema del debito. Ora la situazione sembra essere tornata nella normalità, a seguito della notizia dell’accordo raggiunto dalle tre entità a controllo statale per rifinanziare il debito in scadenza. Le obbligazioni che stavano per scadere erano da tempo sotto stretta osservazione dei mercati, che temevano un ritorno della crisi per il ricco emirato arabo.
Dubai World
Dubai World otterrà 9,5 miliardi di dollari per finanziare il debito
Dubai World, la società asiatica immobiliare al centro della recente crisi finanziaria del piccolo emirato, può cominciare finalmente a respirare: il governo di Dubay City
Dubai World, rischio default: ecco chi deve tremare
Dubai World – holding dell’emirato – ha chiesto lo scorso mercoledì che venissero congelati per sei mesi i debiti accumulati (la bellezza di 59 miliardi di dollari): sono seguiti giorni di preoccupazione e ripercussioni anche sui mercati finanziari. Così, mentre gli sceicchi si apprestano a festeggiare il 38esimo anniversario dell’indipendenza di Abu Dhabi con il “più grande spettacolo pirotecnico nella storia dell’umanità” (fonte, il quotidiano Al Ittihad), crescono ancora i credit default swaps (Cds), ovvero il costo per assicurare il debito sovrano dell’emirato del Golfo, attestandosi a 708,96 punti base (+31% rispetto a ieri). In soldoni: occorrerebbero 708mila dollari per assicurarsi per cinque anni 10 milioni di dollari di debito sovrano.
Intanto, il primo effetto immediato di quanto accaduto al Dubai World sta nel fatto che Dubai è ora nelle posizioni di vertice all’interno della classifica dei paesi a rischio default: in vetta l’Ucraina con una probabilità che oscilla attorno al 57%, stessa probabilità anche per il Venezuela; segue al terzo posto l’Argentina, con una probabilità di default preventivata per il 46% e a ruota c’è proprio Dubai, il cui rischio default e del 39%.
Rispetto alla situazione attuale negli Emirati è peraltro intervenuto più di un esperto economista: