Il consiglio di amministrazione dell’Eni ha deliberato la cessione di una quota pari al 29,9% di Snam alla Cassa depositi e prestiti. Una delibera che genera un’operazione dal controvalore pari a 3,51 miliardi di euro, con un importo di 3,47 euro per azione, equivalente alla media dei prezzi di mercato tra il 26 aprile e il 25 maggio, giorno dell’approvazione del decreto del presidente del consiglio dei ministri, che ha di fatto sancito la separazione della società che si occupa dei metanodotti dalla casa madre.
Il prezzo al quale è stata deliberata la cessione della quota Snam rappresenta un valore certamente superiore rispetto a quello di Borsa, dove Snam non è riuscita a salire oltre quota 3,2 euro. Il corrispettivo – si legge nella delibera – verrà pagato in tre parti: la prima al momento del closing (orientativamente, tra ottobre e fine 2012) per 1,76 miliardi di euro; la seconda entro il 31 dicembre 2012 per 879 milioni di euro; la terza entro il 31 maggio 2013 per ulteriori 879 milioni di euro.