L’incertezza sul futuro politico dell’Italia sta spingendo gli investitori a vendere titoli di stato e azioni italiane. Piazza Affari ha aperto in forte calo e al momento l’indice azionario FTSE MIB perde il 4,38% a 15.636 punti. Va addirittura peggio allo spread Btp-Bund, che sale di quasi trenta punti percentuali rispetto alla chiusura di ieri. Lo spread si attesta a 334,88 punti, per un rendimento del titoli decennale pari al 4,82%. La febbre da spread potrebbe ora influenzare negativamente l’asta odierna dei Bot semestrali: tassi attesi in deciso aumento.
euro
Che cos’è la guerra delle valute
Il 2013 si è aperto con un dibattito molto acceso su quella che viene chiamata la “guerra delle valute”. L’antefatto è riconducibile alla politica monetaria ultra-accomodante del Giappone, che da novembre scorso ha cominciato a svalutare la propria moneta per dare slancio all’economia nazionale in difficoltà. La guerra valutaria nasce da una polemica sulla politica dei tassi di cambio, che alcuni paesi tendono a influenzare con decisione attraverso manovre monetarie non convenzionali suscitando il malcontento dei paesi che invece non adottano queste strategie.
Bce metà dei bond in portafoglio sono italiani
La Banca Centrale Europea ha diffuso i conti relativi al 2012, svelando così anche la composizione del proprio portafoglio titoli. L’istituto monetario di Francoforte, guidato da Mario Draghi, ha in pancia una grossa quantità di bond governativi della periferia europea soprattutto italiani. Infatti, emerge che quasi la metà dei titoli di stato presenti nel portafoglio della Bce sono italiani. Gli acquisti sono stati effettuati tra il 2010 e il 2012, quando imperversava pericolosamente la crisi dei debiti sovrani europei che stava alimentando la “febbre da spread”.
Tasse troppo alte in Europa secondo Draghi
Il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha dichiarato ieri in un’audizione al Parlamento europeo che il risanamento dei conti pubblici sta avendo un impatto positivo anche sul difficile finanziamento delle imprese che ormai sta diventando la sfida più importante per l’Eurotower. Il banchiere italiano ha affermato che nella prima parte dell’anno l’economia europea resterà debole, ma è attesa una graduale crescita a partire dalla seconda metà dell’anno. Draghi ha sottolineato che il 2013 è iniziato con un quadro più stabile, grazie alle riforme promosse dai governi nazionali.
Silvio Berlusconi minaccia uscita dall’euro
L’ex premier Silvio Berlusconi ha presentato il programma europeo del Pdl. Durante la conferenza stampa nella sede del partito, il Cav ha dichiarato che le politiche di austerità imposte dalla Germania su tutti i paesi europei hanno creato povertà e provocato decine di milioni di disoccupati in Europa. Berlusconi ha attaccato più volte la Merkel, affermando che occorre “spuntare questo braccio di ferro con la Germania” e concedere alla Bce la possibilità di stampare moneta in caso di necessità e diventare prestatore di ultima istanza.
Italia rating di S&P può tornare ad A nel 2013
Dopo aver effettuato diverse sforbiciate sul rating sovrano dei paesi dell’area euro tra il 2010 e il 2012, l’agenzia di rating internazionale Standard & Poor’s potrebbe rivedere i suoi giudizi e alzare la valutazione sul merito di credito di molti paesi bocciati nei mesi scorsi. Secondo quanto affermato da Moritz Kramer, capo dei rating europei per S&P, se non si concretizzeranno rischi economici, politici e sociali, “il merito di credito sovrano della zona euro potrà tornare a crescere nel 2013”. Anche per l’Italia è in arrivo una promozione.
Euro sfonda 1,35 dollari ai massimi da novembre 2011
Sul mercato delle valute non accenna a fermarsi la spettacolare ascesa delle quotazioni dell’euro, che continua a macinare guadagni nei confronti delle principali monete mondiali. In particolare, il tasso di cambio euro/dollaro è salito sopra 1,3560, dopo aver sfondato stamattina quota 1,35. Il superamento di quest’area di resistenza ha facilitato l’ascesa dei prezzi, che continuano ad essere proiettati verso la resistenza di area 1,40. Questo livello psicologico non si vede da ottobre 2011. Grazie all’exploit odierno il cambio euro/dollaro è salito sui massimi di fine novembre 2011.
Fmi taglia stime 2013 sull’Italia
Il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di tagliare le stime di crescita dell’Italia per l’anno in corso, ma ha alzato quelle del 2012. In realtà, l’aumento delle previsioni di crescita del pil nello scorso anno somiglia tanto a una vittoria di Pirro, in quanto è una magra consolazione in una fase comunque di grave recessione. Per il 2013 il Fmi ha tagliato la stima sul pil a -1% da -0,7%. Secondo l’istituto di Washington guidato da Christine Lagarde, quest’anno tutta la zona euro resterà in recessione con un calo medio dello 0,2%.
Italia taglio rating ingiusto secondo ex capoanalista Moody’s
Secondo quanto emerge dalle dichiarazioni di Alexander Kockerbeck, capoanalista per l’Italia di Moody’s fino a metà luglio 2012, riportate da Il Sole-24 Ore del 21 gennaio 2013, l’ultimo rating assegnato all’’Italia dall’agenzia di valutazione internazionale è ingiusto. L’ex capoanalista di Moody’s si riferisce al taglio del rating dell’Italia effettuato dall’agenzia il 13 luglio scorso. In quell’occasione il giudizio venne abbassato di due notch a Baa2 da A3, il rating più basso mai ricevuto dall’Italia.
Rischio bolla sui bond europei nel 2013?
Lo scorso anno è stato davvero spettacolare per il mercato obbligazionario, in particolare per i corporate bond e il segmento degli high-yield bond. Da quando Mario Draghi, governatore della BCE, ha dato le garanzie che cercavano gli investitori per puntare sugli asset denominati in euro, è avvenuto un rally esaltante per azioni e bond periferici europei tanto che ora si parla addirittura di un rischio bolla per i bond in Europa. Il forte appetito per il rischio, la politica monetaria espansiva della BCE e la ripresa del settore bancario stanno creando i presupposti per continue emissioni obbligazionarie.
Rischio fuga capitali con caos politico in Italia secondo Bce
Dal bollettino mensile della Bce arriva un monito rivolto principalmente all’Italia. Oltre alle consuete indicazioni sullo stato di salute della zona euro, il governatore dell’Eurotower, il banchiere italiano Mario Draghi, si è soffermato sul rischio politico in Italia considerando anche le imminenti elezioni del 24-25 febbraio. Secondo Draghi l’instabilità politica italiana sta spingendo gli investitori a cercare rifugio in alti paesi. Le dichiarazioni del numero uno della Bce arrivano un po’ a sorpresa, considerando che l’Italia è entrato da qualche tempo nel mirino della speculazione rialzista.
Elezioni Italia 2013 vincerà un governo pro-euro secondo Credit Suisse
Tra un mese e mezzo circa l’Italia tornerà al voto per eleggere il nuovo governo dopo l‘esperienza “forzata” dell’esecutivo tecnico guidato da Mario Monti, che in precedenza era subentrato al governo Berlusconi nel bel mezzo della grave crisi del debito pubblico italiano che aveva fatto impennare lo spread fino alla clamorosa quotazione di 575 punti base a novembre 2011. Nel suo 2013 Global Outlook, la banca d’affari elvetica Credit Suisse ha evidenziato le sue aspettative circa il ciclo economico nella zona euro, ma ha anche affrontanto il tema delle elezioni politiche in Italia.
Rating sovrani ancora a rischio in Europa nel 2013?
Il 2013 potrebbe essere un anno di maggiore serenità per la zona euro, dopo il tormentato 2012 che ha visto quasi tutti i paesi dell’unione monetaria subire uno o più declassamenti da parte delle agenzie di rating. L’eccessiva pressione sui bond pubblici e il timore di una clamorosa disintegrazione della moneta unica hanno spinto le agenzie internazionali ad accelerare il processo di declassamento dei rating sovrani dopo anni di apparente tranquillità, nonostante fosse in atto da tempo il trasferimento del rischio dal settore privato bancario ai bilanci pubblici dopo la crisi finanziaria del 2008.
Bond governativi italiani +21% nel 2012
Il 2012 è stato un anno molto difficile per l’Italia, ma più in generale per l’Europa. Il peggioramento della crisi dei debiti sovrani, avvenuto tra marzo e luglio scorso, ha fatto temere il peggio. Molti economisti e analisti finanziari hanno messo in guardia gli investitori da una possibile frantumazione della zona euro e da default a catena tra i paesi europei più deboli, come Grecia, Portogallo e Spagna. Anche l’Italia è finita nel mirino della speculazione, tanto che lo spread Btp-Bund tornava sopra 500 la scorsa estate. Dal 26 luglio 2012 qualcosa però è cambiato.