Come è noto, la Fed è stata molto più veloce rispetto all’Europa nel portare il tasso di disoccupazione dal 10% al 5,8% e nell’azzerare in maniera realistica i tassi.
FED
Fed pronta ad alzare i tassi
Lo avevano preannunciato. Il 2015 sarà l’anno della svolta per la politica monetaria americana, destinata a diventare meno accomodante nei confronti del resto del mondo soprattutto a seguito delle strategie promosse dall’Eurotower.
La Federal Reserve continua diminuisce di altri 10mld di acquisti di bond
La Fed, come da attese, ha lasciato i tassi di interesse invariati ai minimi storici, allo 0-0,25% stabilito nel dicembre 2008. La Federal Reserve ha
Oro crolla a 1.180 dollari ai minimi da quasi tre anni
La bolla dell’oro è scoppiata. Sul metallo giallo si è abbattuta un’ondata di vendite clamorosa, forse impensabile fino a qualche tempo fa considerando il suo status di “bene rifugio” nei periodi di maggiore turbolenza sui mercati finanziari. Ora l’oro è diventato semplicemente una commodity speculativa, messa k.o. dalla decisione della FED di programmare la exit strategy dall’attuale politica monetaria ultra-espansiva che si protrae ormai da oltre 4 anni. Stanotte, sui mercati asiatici, la quotazione dell’oro è crollata a 1.180 dollari l’oncia.
Oro sotto 1.250 dollari ai minimi da settembre 2010
Ancora un calo per le quotazioni dell’oro, che sui mercati asiatici hanno subito pesanti vendite in scia all’apprezzamento del dollaro americano dopo la diffusione degli ottimi dati sul settore immobiliare e la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti. I prezzi del metallo giallo hanno perforato il minimo della scorsa settimana, posto a 1.269 dollari, e hanno messo a punto una nuova accelerazione ribassista fino a 1.243 dollari l’oncia sui livelli più bassi da settembre 2010. La view degli analisti finanziari restano negativa per i prossimi mesi.
Oro ai minimi dal 2010 dopo le mosse della Fed
Il trend ribassista dell’oro sperimenta una nuova brusca accelerazione. Nel giro di tre giorni i prezzi si sono allontanati definitivamente dalla resistenza di area 1.400 dollari, per incamminarsi verso i minimi dell’anno toccati lo scorso 16 aprile a 1.321 dollari. L’approdo su questi livelli ha scatenato una forte attività degli operatori finanziari, che si è tradotta con il breakout esplosivo del supporto “psicologico” di area 1.300 dollari l’oncia. I prezzi hanno accelerato al ribasso fino a 1.377 dollari l’oncia. Si tratta del minimo più basso da ottobre 2010.
Cos’è il quantitative easing?
Dopo lo scoppio della crisi finanziaria del 2008, le banche centrali di tutto il mondo hanno messo in campo misure non convenzionali di politica monetaria per stimolare le economie nazionali. La misura più importante e significativa è quella che prende il nome di quantitative easing, ovvero allentamento monetario. Si tratta di un meccanismo di immissione di liquidità nel sistema economico-finanziario, attraverso l’acquisto da parte delle banche centrali di azioni, titoli di stato e altre securities detenuti da banche, assicurazioni e altri investitori privati con effetti positivi sul bilancio di questi ultimi.
Rischio bolla speculativa sui titoli di stato
I mercati finanziari potrebbero ricascarci di nuovo. Non sono bastate le lezioni del passato a far capire ai policy makers che non c’è niente di peggio in economia e finanza che tassi di interesse su livelli assurdamente bassi. Se poi a questo si aggiunge che le banche centrali continuano a riversare fiumi di liquidità nel sistema, il mix diventa potenzialmente esplosivo. I mutui subprime, che ricordano l’ultima bolla finanziaria sui mercati, potrebbero presto passare il testimone ai titoli di stato, ma più in generale al comparto obbligazionario globale.
Disoccupazione Usa torna ai livelli del 2008
Dagli Stati Uniti sono arrivate oggi ottime indicazioni sull’andamento del mercato del lavoro. I nuovi occupati nel settore non agricolo, ovvero i non-farm payrolls, sono risultati in crescita di 165mila unità nel mese di aprile. Il risultato è migliore delle attese degli analisti finanziari, che si aspettavano un saldo positivo di 145mila unità. Per quanto riguarda, invece, il settore privato il dato è positivo per 176mila unità. Sono stati poi rivisti al rialzo i dati di marzo e febbraio, rispettivamente a 138mila da 88mila e a 332mila da 268mila unità.
Perché gli spread scendono nonostante la grave crisi?
I rendimenti dei titoli di stato dei paesi dell’area euro sono in costante calo ormai dalla scorsa estate. Il trend discendente dei tassi non riguarda soltanto i paesi “core”, ovvero Germania, Finlandia, Olanda, Belgio, Francia e Austria, bensì anche i cosiddetti “Piigs”, ovvero Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. Ciò vuol dire che le “mani forti” (hedge funds, fondi pensione, family office, banche e assicurazioni) stanno facendo incetta di questi titoli, non curandosi affatto dei problemi macroeconomici e di finanza pubblica presenti in molti di questi paesi.
Borsa di Wall Street tocca nuovi record storici
La giornata di ieri è stata molto favorevole alle borse. In Europa la migliore piazza finanziaria è stata Milano, che ha visto l’indice FTSE MIB chiudere la seduta con un progresso del 2,78% a 15.974 punti. Tuttavia, la notizia del giorno sui mercati finanziari è il nuovo record di sempre dell’indice azionario americano Dow Jones, che ha chiuso la seduta di borsa a 14.253,77 punti con un rialzo dello 0,89%. Il nuovo massimo storico per l’indice più conosciuto della borsa di Wall Street è 14.286,37 punti.
Oro è arrivato il momento di vendere?
Il nuovo anno non è iniziato nel migliore dei modi per l’oro, che da inizio 2013 segna una performance negativa del 6,7%. Stamattina le quotazioni del prezioso metallo giallo sono scese sui minimi più bassi da luglio scorso, toccando quota 1.555 dollari l’oncia. A inizio anno l’oro valeva più di 1.660 dollari e sul finire di gennaio aveva sfiorato quota 1.700 dollari l’oncia. I massimi storici di 1.921 dollari, toccati nel settembre del 2011, sono sempre più lontani e molte banche d’affari iniziano a rivedere al ribasso le loro stime sul metallo.
Euro sfonda 1,35 dollari ai massimi da novembre 2011
Sul mercato delle valute non accenna a fermarsi la spettacolare ascesa delle quotazioni dell’euro, che continua a macinare guadagni nei confronti delle principali monete mondiali. In particolare, il tasso di cambio euro/dollaro è salito sopra 1,3560, dopo aver sfondato stamattina quota 1,35. Il superamento di quest’area di resistenza ha facilitato l’ascesa dei prezzi, che continuano ad essere proiettati verso la resistenza di area 1,40. Questo livello psicologico non si vede da ottobre 2011. Grazie all’exploit odierno il cambio euro/dollaro è salito sui massimi di fine novembre 2011.
Wall Street torna ai livelli di dicembre 2007
Il boom di inizio anno ha praticamente cancellato cinque anni di crisi. Infatti, l’indice azionario statunitense S&P500 ha chiuso l’ultima seduta di borsa poco sopra 1.466 punti, ovvero il livello di chiusura più alto da dicembre 2007. L’indice è così tornato su livelli che venivano scambiati poco prima che si abbattesse la più grave crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione degli anni ’30, che culminò con lo scoppio della bolla dei mutui subprime, la bancarotta di Lehman Brothers, la nazionalizzazione di banche e compagnie assicurative e il tracollo del sistema finanziario mondiale.