Marchionne: solo 5 o 6 produttori auto rimarranno sul mercato

 Il mercato dell’auto sembra piu di altri patire questa crisi finanziaria che ormai da un anno sta intaccando l’economia mondiale. La General Motors, che fino ad un anno e mezzo era fra le prime cinque societá quotate a Wall Street, ora e’ ad un passo dal fallimento, insieme alla altre due sorelle di Detroit, Ford e Chrysler. Ma anche in Europa ed Asia la situazione non é certo migliore, se si pensa che quasi tutti i grandi produttori di auto da Fiat a Renault fino a Wolksvagen hanno deciso per una chiusura degli stabilimenti di venti giorni almeno durante le feste natalizie. La stessa Toyota considerata da anni come l’azienda perfetta ha lanciato un allarme utili e ha rivisto le sue stime per il 2009 al ribasso.

Tutti i governi, a cominciare dalla nuova amministrazione americana stanno pensando a come aiutare questo settore vitale per l’economia industriale di ogni Paese. Anche in Italia si sta pensando a come aiutare il colosso Fiat che sembra tornata ai livelli di pre Marchionne, quando ormai il fallimento sembrava davvero dietro l’angolo. Il problema di Fiat é che al contrario di altri colossi industriali europei o americani ha gia’ abbondantemente goduto degli aiuti ed incentivi statali per oltre un ventennio e quindi ora esiste solo maggiore attenzione verso simili inziative.

La Bce abbassa i tassi ma le borse sembrano quasi non accorgersene

 Se qualche mese fa la Bce avesse operato un taglio dei tassi di 75 basis point, come fatto oggi, molto probabilmente avremmo assistito ad un rialzo monstre delle Borse europee. Oggi, invece, ogni buona notizia sul fronte economico o decisione di politica monetaria da parte delle autorità centrali viene accolta con indifferenza nel migliore dei casi o addirittura in qualche caso in maniera negativa. La difficoltà e la particolarità di questa intricatissima crisi sta forse proprio in questo paradossale fatto. I mercati insomma sembrano ignorare, quando va bene, i dati macro o meglio sembrano analizzare solo e sempre quelli fortemente negativi. Nell’ultima settimana le nuove richieste di sussidio per la disoccupazione in America si sono attestate a 509mila, sotto le attese degli analisti di 540mila ma in linea con la precedente settimana. Le richieste continue salgono a 4,08 milioni di unità dai 3,998 milioni precedenti. Il dato è peggiore rispetto alle attese di 4,03 milioni. Inoltre il passato weekend si è assistito negli Stati Uniti ad un vero e proprio assalto ai negozi per gli acquisti di Natale, mentre le attese erano per un raffreddamento considerevole rispetto allo scorso anno.

Debole partenza per Piazza Affari. Giù le banche, bene Fiat e Geox

 Partenza altalenante per Piazza Affari in linea con le altre borse europee che non sembrano influenzate dai buoni risultati ottenuti dai mercati asiatici. Sono attesi oggi i dati sui prezzi al consumo di novembre in Spagna e sui prezzi alla produzione di ottobre e sui prezzi al consumo provvisori di novembre in Italia. In Europa, inoltre, verranno pubblicati oggi i dati sull’inflazione e sul tasso di disoccupazione. A Milano sono positivi il Mibtel, con un rialzo dell’1,05% e le All-Stars che salgono dello 0,38%. Negativi, invece, l’S&P/Mib che, dopo una buona partenza, perde lo 0,12% e il Midex che ribassa dello 0,30%. Tra i titoli di Piazza Affari, apre in forte ribasso Stm le cui azioni, dopo l’annuncio dei tagli alle stime di ricavi per il quarto trimestre, stanno cedendo il 3,03%.