La ricerca Brandz Top 100 Powerful Brands, presentata lunedì a Londra e stilata da Millward Brown Optimor, società del gruppo Wpp, in collaborazione con il Financial Times stila la classifica dei 100 marchi più potenti del mondo: il primato, per il secondo anno consecutivo, spetta Google con un valore di circa 86 milioni di dollari. Seconda classificata General Electric con 71 milioni di dollari e terza Microsoft con un valore del marchio stimato in 70 milioni di dollari. A livello complessivo, si legge nella nota, il valore aggregato dei 100 brand in classifica è aumentato del 21 per cento nell’ultimo anno (e del 33 per cento rispetto al 2006), raggiungendo quota 1.940 miliardi di dollari.
Google se ne infischia della crisi e chiude il trimestre con profitti record
Profitti da record per Google: utile netto in crescita del 30% ed entrate a +46%. Con gli utili a 1,31 miliardi di dollari anche le
Microsoft-Yahoo: pensavate fosse finita qui?
Pensavate che dopo il no di Yahoo la telenovela sul triangolo che vedeva protagonista il motore di ricerca, Google e Microsoft fosse conclusa? Ebbene no. In sordina le trattative sono andate avanti, anzi stando ad una indiscrezione rivelata dal Wall Street Journal, i vertici delle due società, Microsoft e Yahoo, si sarebbero incontrati un paio di settimane fa per discutere la proposta d’acquisto.
Sono in molti adesso ad aspettarsi da un momento all’altro un rilancio, e secondo gli analisti di Citigroup il target price ad azione di aggirerebbe intorno ai 34 dollari ad azione, azioni che attualmente sono stimate al valore di 31 dollari. Non è escluso però che Yahoo stia prendendo tempo per cercare una soluzione alternativa, sebbene Micosoft per il momento non abbia rivali.
Nel frattempo Google guadagna strada nel conquistarsi la sua fetta di mercato delle ricerche in rete: negli Stati Uniti è infatti salito al 58,7% (dal precedente 56%); scendono invece Microsoft e Yahoo, rispettivamente all’11% e al 17,5%. Aumentano le ricerche effettuate con Google mentre le performance di Google Inc calano: l’online advertising avrebbe infatti imboccato un trend negativo. Abbiamo già detto quanto la pubblicità via internet fosse la nuova frontiera del business ed allo stesso tempo che questo fosse il motivo che spingeva Microsoft a offrire per Yahoo.
America On Line si getta nella mischia
La America On Line è stata protagonista di una delle più grandi fusioni della storia: quella da 160 miliardi con Time Warner nel 2001. Adesso è considerata una delle principali candidate a contrastare l’eventuale Microoh. Il 5% di Aol è già nelle mani di Google, che ha acquistato la quota a 1 miliardo di dollari nel 2005. Aol è forse l’unica a poter competere con Microsoft e Yahoo sul piano della messaggeria istantanea, con un bacino da 65 milioni di utenti.
Per il momento Aol se ne sta in disparte ma questo non vuol dire che stia solo a guardare: ha annunciato la quinta acquisizione dell’anno nell’advertising, dopo Quigo, Tacoda, Screen Media e AdTech. Questa si volta si tratta di Buy.at, una rete di marketing affiliato. In pratica Buy.at è un network in cui gli inserzionisti pagano il publisher web solo quando un visitatore fa un’azione in risposta all’advertising, come un acquisto ad esempio. I termini finanziari dell’operazione non sono stati resi noti.
Ieri Aol ha comprato anche Growy, entrando così nel business dei widget. Neanche di questa operazione si conoscono i termini finanziari, ma quello che è certo che la divisione di Time Warner integrerà in neo-acquisto nella rete pubblicitaria di Platform A, con Advertising.com, Tacoda, Third screen Media, Lithingcast e AdTech.
Tormentone Yahoo
Continua incessante il tormentone Yahoo-Microsoft e le voci di rifiuti rilanci si rincorrono. Innanzitutto la risposta di Google: il colosso si è sentito ovviamente sfidato e ha chiamato in causa l’antitrust, aspettandosi un suo intervento nel caso la fusione vada in porto. Secondo Google, Microsoft trasferirebbe la logica del monopolio già applicata nei software anche nel mercato di Internet, cosa in contrasto con i principi base della rete. Nonostante i tentativi per impedire l’affare che sicuramente farà Google, gli esperti si sono detti sicuri che invece l’antitrust non avrà nulla da obiettare alla creazione di un secondo polo capace di costituire una vera alternativa per gli utenti e soprattutto per le aziende in cerca di pubblicità.
Nel frattempo il Financial Times ha parlato della possibilità che Yahoo tenti di fare resistenza, nel qual caso sembra che Microsoft avrebbe già pronto il rilancio. Il mercato pubblicitario in rete, con i suoi 40 miliardi di dollari di valore (che potrebbero diventare 80 nel 2010) rappresentano un boccone troppo appetitoso perché Microsoft ci rinunci così facilmente.
I 31 dollari ad azione offerti da Microsoft sono molti meno di quelli già offerti durante i negoziati dello scorso anno, poi bloccati da Terry Semel: a quel tempo si parlava di 43 dollari ad azione. Un eventuale rilancio sarebbe legato alla discesa in campo di ulteriori acquirenti, possibilità per il momento improbabile.
Il mercato della pubblicità su Internet, la nuova frontiera
Il 2007 è stato l’anno del boom della pubblicità in rete: la crescita è stata del 41%. L’incremento riguarda tutte le forme di pubblicità, dai banner a quelle di ultima generazione, come sponsorship e keywords, a dimostrazione di come il mondo della pubblicità su Internet sia in continua evoluzione. Tra gennaio e novembre gli investimenti pubblicitari hanno superato gli 8.050 milioni.
Solo in Italia gli investimenti hanno raggiunto i 680 milioni di euro, con un +39% rispetto al 2006, e nel 2008 potrebbero raggiungere il miliardo. Ormai tutti sono sicuri che non si tratti più di una fase, ma di un trend consolidato e destinato a continuare a crescere. Nielsen, l’azienda leader nelle analisi di mercato, ha confermato in un convegno le previsioni di crescita per l’anno a venire, prevedendo un +2,9% solo per il settore Italia, ed un 33,6% a livello globale.
Do you Yahoo!
Una mossa attesa da tutti: da almeno tre anni la voce che vedrebbe Microsoft tentare la scalata a Yahoo per contrastare Google rimbalza dai giornali ai blog alle tv. Oggi non si tratta più di rumors però: ieri il gruppo di Bill Gates ha ratificato l’Opa da 45 miliardi di dollari. Nello specifico l’offerta messa sul piatto è il pagamento agli azionisti di 31 dollari in contanti o 0,9509 azioni Microsoft per ogni titolo, pari ad un premo del 62% rispetto alla chiusura di ieri.
L’operazione potrebbe già essere chiusa nel secondo semestre 2008. Proprio qualche giorno fa dopo la diffusione dei conti Microsoft alla UBS investor conference aveva parlato di obiettivi alquanto ambiziosi: il raggiungimento di un market share del 40% nel digital advertising in cinque anni, contro il 6% attuale.
Altre società potrebbero presentare offerte per Yahoo ma quello che conta è che il colosso Google non potrà farlo; in quanto possessore di una quota di mercato decisamente predominante una sua scalata a Yahoo andrebbe contro l’Antitrust. E’ bene ricordarsi che Google detiene il 75% dei clienti nella ricerca mondiale su web, un dato che difficilmente appare contrastabile.
Licenziamenti a Yahoo, Google inarrestabile
Yahoo!, motore di ricerca e portale Internet, per far fronte alla forte concorrenza di Google, ha pensato a un licenziamento. L’azienda di Sunnyvale, prima della presentazione del bilancio già si pensava avrebbe ridotto del 20% la forza lavoro con un taglio di 1500/2500 posti di lavoro ed a rischio erano soprattutto i posti europei. La società ieri ha presentato il bilancio ed ha così confermato un taglio di almeno mille posti di lavoro su un totale di 14.300 dipendenti. Il 2008 si preannuncia già come un anno difficile.
Il fatturato è risultato in crescita del 7,6% a 1,83 miliardi e dell’8,4% nel 2007 a quasi 7 miliardi di dollari. Il settore che apporta la maggior parte delle entrate, ovvero quello della pubblicità online è cresciuto del 28% lo scorso anno. Tuttavia hanno duramente inciso sulle vendite i costi di una riorganizzazione societaria avvenuta negli ultimi tre mesi del 2007. Il CEO Jerry Yang ha rivelato alla stampa un piano di riduzione dei posti di lavoro di circa il 7% da realizzare entro la metà di febbraio, l’obiettivo è quello di poter avviare massicci investimenti per attirare pubblicità e nuovi utenti. Yang si è detto consapevole che la società continuerà ad avere problemi per l’anno in corso.
Microsoft annuncia i conti a sorpresa, ma a Wall Street non basta
In un fine settimana caratterizzato dalla volatilità dei mercati e dalla paura della recessione, Microsoft ha annunciato i risultati del quarto trimestre. Per l’azienda tecnologica i problemi economici statunitensi e mondiali sono solo un lontano spauracchio. Microsoft ha chiuso l’anno con un utile netto in amento dell’81% a 4,7 miliardi di dollari, 50 centesimi ad azione, rispetto ai 2,6 miliardi o 26 centesimi dell’anno precedente. I ricavi sono saliti del 31% a 16,7, sorprendendo anche gli analisti, che si aspettavano un EPS di 46 cents. La compagnia ha anche annunciati le stime per il 2008, decisamente ottimiste nonostante la debolezza dell’economia. La guidance si chiuderà a giugno e la Microsoft si attende un EPS a 1,85-1,88 usd, rispetto ai 1,78-1,81 previsti in precedenza. Anche le stime sui profitti sono state alzate da 58,8-59,7 a 59,9-60,5 miliardi. Per il prossimo trimestre Microsoft Corp. si attende utili a 43-45 cents, mentre le stime degli analisti sono a 44, e ricavi per 14,3-14.6.
In apertura Wall Street era apparsa in rialzo con il listino high-tech trascinato in positivo dai risultati Microsoft. In avvio la compagnia aveva guadagnato il 4%, ma la corsa è durata poco e poco dopo si attestava sullo 0,63%. A circa un’ora dal termine delle contrattazioni gli indici americani perdevano l’1% trascinati al ribasso dai titoli finanziari. Microsoft ha azzerato i guadagni ed invertito la rotta (-0,06%) nonostante gli ottimi risultati trimestrali, con il Dow Jones che ceda l’1,35% ed il Nasdaq l’1,12%.