Il Gruppo L’Espresso è stato condannato dalla commissione tributaria regionale di Roma a pagare 225 milioni di euro per una serie di eventi che risalgono al “lontano” inizio degli anni ’90. In particolar modo, la commissione avrebbe dichiarato legittima la ripresa a tassazione di 440 miliardi di lire di plusvalenze, realizzate e non dichiarate, e di quasi 14 miliardi di lire per il recupero di costi assunti come indeducibili, e relativi a dividendi e credito d’imposta, con applicazione delle sanzioni ai minimi di legge e condanna alle spese di giudizio.
Dal canto suo, il Gruppo L’Espresso ha rilevato come i propri ricorsi contro tali accertamenti siano stati accolti in due differenti gradi di giudizio, e che i fatti contestati erano già stati dichiarati insussistenti in sede penale. Pertanto, stando a quanto riporta Radiocor, L’Espresso riterrebbe la sentenza di ieri “manifestatamente infondata, oltrechè palesemente illegittima sotto numerosi aspetti di rito e di merito”, confidando che possa essere presto annullata.