Inflazione in Gran Bretagna oltre le attese, possibile bond

 In Gran Bretagna i prezzi al consumo dello scorso mese di luglio luglio hanno registrato una netta accelerazione su base tendenziale: +4,4% dal +4,2% di giugno, pur restando stabili su base congiunturale. Sono le rilevazioni dell’Ufficio nazionale di statistica, dei dati che si sono rivelati peggiori delle attese, che prospettavano una situazione invariata rispetto allo scorso anno a un calo di 0,2 punti sul mese precedente. Nel giro di poche settimane le prospettive di crescita della Gran Bretagna si sono indebolite. La Banca d’Inghilterra ha come obiettivo per quest’anno un’inflazione al 2%, l’indice dei prezzi al dettaglio Rpi (indicatore che tiene conto di affitti e rimborsi su crediti mobiliari) si é mantenuto al 5% annuo.

Istat 2011: inflazione acquisita sale al 2,5%

 L’inflazione già acquisita per il 2011, considerando l’indice dei prezzi al consumo dello scorso mese di luglio, è pari al 2,5%. A comunicarlo è stato l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, che per lo scorso mese di luglio 2011 ha fornito nella giornata di ieri, venerdì 12 agosto, i dati definitivi che confermano quelle che sono state le stime provvisorie.

Cina: tassi interesse sempre più in alto

 In Cina la politica monetaria è sempre più rigida o, se volete, restrittiva. Tutto è iniziato nello scorso autunno e con l’inflazione che aumenta, anzi galoppa, la Bank of China ha dovuto nuovamente aumentare il costo del denaro, per la quinta volta in pochi mesi. E così i tassi sui depositi in Cina hanno raggiunto il livello del 3,50%, mentre quelli sui prestiti bancari hanno sfondato la soglia del 6,50%.

Prezzi al consumo: inflazione continua ad aumentare

 Ennesima limatura al rialzo, in Italia, per l’indice dei prezzi al consumo, ovverosia per l’inflazione. Nella giornata di ieri, infatti, l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, ha rilasciato il dato preliminare di giugno 2011, da cui è emerso come l’indice del carovita abbia fatto registrare una variazione di +2,7%, in aumento rispetto al +2,6% del mese precedente. Siamo così arrivati per l’inflazione in Italia a nuovi massimi dal 2008.

Giappone, dopo due anni infuria una nuova inflazione

 Era dall’inizio del 2009 che il Giappone non viveva una situazione inflazionistica simile a quella attuale: da allora sono passati ben ventotto mesi e ora la nazione nipponica è alla prese con una crescita incontrollata dei prezzi al consumo, provocata soprattutto dal rialzo dei costi globali di energia e cibo. Si tratta, come appare evidente, di una chiara conseguenza del terremoto e dello tsunami che hanno devastato il paese a marzo, non a caso questi dati si riferiscono allo scorso mese di aprile.

Istat: inflazione aprile 2011 aumenta su base annua

 Continua a salire, a piccoli passi, l’inflazione nel nostro Paese. L’ultimissima rilevazione dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), comunicata proprio oggi, lunedì 16 maggio 2011, indica che nello scorso mese di aprile 2011 l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,5% rispetto al mese precedente, e del 2,6% su base annua, ovverosia rispetto al mese di aprile del 2010, e rispetto alla variazione tendenziale di +2,5% registrata a marzo 2011. Il dato Istat provvisorio di aprile 2011 viene quindi confermato a fronte di un’inflazione già acquisita per il 2011 che è pari a ben il 2,2%.

Inflazione, Cgia: stangata in arrivo per le famiglie italiane

 Allarme per le tasche delle famiglie italiane. A lanciarlo è l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, basandosi su dati dell’Istat relativi all’indagine campionaria sui comportamenti di spesa delle famiglie italiane per il 2009. L’aumento dei prezzi rilevati nell’ultimo anno, sostengono dalla Cgia, potrebbe comportare un incremento della spesa media delle famiglie italiane mediamente di 857  euro. In particolare, il picco più elevato potrebbe essere rilevabile al Nord (+ 989 euro, pari a +2,95%); più contenuti, invece, i possibili aumenti al Centro (+899 euro,pari a+ 2,94%) e al Sud (+635 euro, con una variazione del +2,76%).

Dall’Ufficoo Studi della Cgia precisano che si è arrivati a questo risultato partendo dall’ipotesi che l’aumento dei prezzi registrato negli ultimi dodici mesi (+ 2,4% tra febbraio 2011 a febbraio 2010) non ha modificato i comportamenti di spesa tenuti dalle famiglie italiane (ultima rilevazione anno 2009).