Gli italiani sono sempre più poveri: nel 2016 la percentuale della popolazione affetta da gravi problemi economici è salita all’11,9% , ovvero a ben 7,2 milioni di persone. Da qualsiasi punto venga vista la situazione del “belpaese” è tutt’altro che buona.
ISTAT
Istat: economia italiana migliorerà
A margine della pubblicazione dei dati, nella nota conclusiva, l’Istituto di Statistica recita un breve ma significativo messaggio positivo.
Istat, in calo i disoccupati
Continua per il quarto trimestre consecutivo il calo dei disoccupati, la cui stima si riduce a 2 milioni 993 mila unità : è l’esito della riduzione per gli uomini e della lieve crescita per le donne. Anche il tasso di disoccupazione maschile diminuisce su base annua (dal 12,1% del secondo trimestre 2015 all’attuale 11,5%) mentre quello femminile è stabile.
Crescita 2016, moderata secondo l’Istat
Durante il primo trimestre 2016, come negli ultimi tre mesi del 2015, si registra una crescita moderata per il Belpaese. In un contesto di indebolimento della ripresa globale l’Italia è attesa evolversi a ritmi moderati anche nel primo trimestre del 2016.
Debito pubblico resta sopra 2.000 miliardi a febbraio 2013
Secondo quanto emerge da supplemento al bollettino statistico della Banca d’Italia sulla finanza pubblica, a febbraio il debito pubblico italiano è risultato in calo ma ancora superiore ai 2.000 miliardi di euro. Il debito pubblico italiano sfonda quota duemila miliardi per la prima volta nella sua storia a ottobre 2012, poi a gennaio 2013 era stato registrato un nuovo picco assoluto a 2.022 miliardi di euro. A febbraio, invece, c’è stata una diminuzione dell’indebitamento pubblico di 5 miliardi a 2.017 miliardi di euro. Si resta su cifre davvero molto elevate.
Italia quattro famiglie su cinque non riescono a risparmiare
La crisi economica ha messo a nudo le debolezze strutturali dell’Italia, in particolare l’elevato debito pubblico e la disoccupazione dilagante, ma ora sta intaccando anche alcune certezze che fino a qualche tempo fa rappresentavano l’ancora di salvezza per la maggior parte delle famiglie italiane. Il riferimento va alla capacità di risparmio, che negli ultimi anni è stata intaccata quasi irrimediabilmente. Miliardi e miliardi di ricchezza accumulata negli anni è stata bruciata dalla crisi, in quanto gli italiani hanno dovuto attingere dai risparmi per far fronte a tasse, redditi in calo e aumento dell’inflazione.
Istat carrello della spesa 2012 ai top degli ultimi 4 anni
L’Istat ha diffuso le stime preliminari sull’andamento dell’inflazione nel corso dell’ultimo anno. L’Istituto nazionale di statistica ha messo in evidenza una decisa crescita dei prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, come il cibo e i carburanti. Si tratta del cosiddetto “carrello della spesa”, che nel 2012 è aumentato al 4,3% rispetto al 3,5% del 2011. Si tratta dell’incremento maggiore registrato negli ultimi quattro anni. Secondo il Codacons, il deciso aumento del carrello della spesa ha provocato una stangata da 591 euro per famiglie tipo da tre persone.
Pil Italia -2,4% nel terzo trimestre 2012
Arriva una nuova indicazione negativa per l’economia italiana, che già negli ultimi mesi aveva evidenziato un preoccupante trend discendente dei principali indicatori economici. L’Istat ha comunicato pochi minuti fa che nel terzo trimestre del 2012 il prodotto interno lordo italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è sceso dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. L’Italia resta, dunque, in forte recessione. Su base annua il pil italiano è sceso del 2,4%, se confrontanto con il terzo trimestre dello scorso anno.
Fatturato italia in calo, minimi dal 2009
Mai così male dal 2009; il fatturato dell’industria Italiana a Gennaio scende del 4.9% su base mensile e del 4.4% su base annua. La diminuzione è del 5.2% sul mercato interno e del 4.5% sul mercato estero e tenendo conto della differenza di giorni di Febbraio 2012 il fatturato ha subito una riduzione del 7.1% sul mercato interno, mentre sul mercato estero sale dell’1.3%. L’indice è in calo anche nella media degli ultimi tre mesi; -1.5% considerando il trimestre novembre-gennaio ed il precedente.
I dati più specifici aiutano ad isolare i settori; gli indici del fatturato a gennaio hanno visto una diminuzione dell’8.5% per i beni strumentali, del 4.7% per i beni intermedi, del 3% per i beni di consumo e del 2.5%per l’energia. Il dato più negativo è sulla produzione dei mezzi di trasporto (-14%). L’unico dato positivo in questo senso arriva dalla produzione di prodotti petroliferi raffinati (+15.8%).
L’inflazione di gennaio si attesta sul +3,2% annuo
L’Istat ha provveduto a diffondere gli ultimi dati definitivi che si riferiscono allo scorso mese di gennaio; ebbene, secondo quanto rilevato dall’istituto statistico, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (il cosiddetto Nic) è aumentato di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. Se invece si effettua un confronto con lo stesso periodo del 2011, allora ci si accorge che questo stesso riferimento ha subito un rialzo del 3,2%. Che cosa era successo di preciso a dicembre? Volendo essere più precisi per rinfrescare la memoria, si può ricordare che l’inflazione in quel periodo aveva fatto segnare una crescita dello 0,4% sul mese precedente, mentre l’incremento annuo era stato pari a 3,3 punti percentuali.
La fiducia dei consumatori si mantiene stabile a gennaio
Il 2012 è cominciato da appena un mese, eppure bisogna già testare quali sono i livelli raggiunti dalla fiducia dei consumatori, messi a dura prova dalle sfide dell’anno precedente: ci ha pensato, come di consueto, l’Istat, la quale monitora da tempo questo “sentimento” dei cittadini e in questo mese di gennaio che si appresta alla sua conclusione non vi sono state sostanziali modifiche rispetto alle ultime rilevazioni. Volendo essere ancora più precisi, c’è da precisare che il valore con cui viene quantificata questa fiducia è rimasto stabile a quota 91,6. C’è però da aggiungere che allo stesso tempo l’indice che misura la componente economica è ulteriormente peggiorato, passando da 77,1 a 75,3, segno che c’è ancora molta strada da percorrere in questo senso.
Inflazione in aumento ma cala il debito pubblico
Aumenta l’inflazione in Italia, secondo quanto riportato dal supplemento al Bollettino statistico dedicato alla Finanza pubblica di Bankitalia: il livello dei prezzi é in aumento e potrebbe ancora subire un incremento in vista della manovra finanziaria Monti, la quale prevede la possibilità di un aumento dell’IVA al 23% durante la seconda metà di quest’anno. Anche l’ISTAT ha precisato che sull’aumento dell’inflazione hanno influito i provvedimenti previsti dalla manovra fiscale di settembre, soprattutto il passaggio dell’Iva ordinaria dal 20% al 21%. Federconsumatori e Adusbef si mostrano preoccupati per l’aumento dei prezzi dei prodotti di largo consumo, quelli appartenenti al cosiddetto “carrello della spesa”, i costi per le famiglie italiane sono aumentati del 3,5%.
Disoccupazione in Italia sempre crescente
Alla parola crisi si affianca spesso un altro termine molto noto, non solo ai giovani. La perdita del lavoro é una situazione in cui vengono a trovarsi non solo i giovani che faticano sempre più nella ricerca dell’occupazione. Anche le persone più adulte, dopo anni di lavoro arrivano a perdere quello che hanno costruito: sono gli effetti di una crisi sempre più dilagante che non accenna a fermarsi. Cresce l’allarme disoccupazione in Italia e i più penalizzati sono i giovani e le donne: un giovane su tre, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, non ha un lavoro. Situazione ancora peggiore per le giovani donne del Sud: qui il 40% delle donne non riescono a trovare lavoro (dati Istat).
L’Istat certifica il lieve rialzo delle vendite al dettaglio
Le vendite al dettaglio del nostro paese hanno fatto registrare a ottobre un leggero miglioramento: come accertato opportunamente dall’Istat, infatti, il comparto alimentare ha sostenuto questa crescita, con degli ottimi risultati soprattutto per quel che concerne i discount. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che due mesi fa l’aumento congiunturale è stato pari a 0,1 punti percentuali, se non altro una variazione incoraggiante, dato che per almeno cinque mesi si era assistito solamente a dati negativi. Rispetto a settembre, poi, i prodotti alimentari sono stati venduti in gran numero, con un incremento dello 0,7%, mentre il confronto con lo stesso periodo di un anno fa ha evidenziato di fatto un calo piuttosto sostenuto (-1,5%), a causa, in particolare, delle pessime performance dei beni non alimentari.