Fiat pronta ad una profonda ristrutturazione per reagire a questa durissima crisi

 Spinta dalla crisi Fiat, come il resto dell’industria dell’automobile, sarà costretta ad una ristrutturazione radicale che ne cambierà i connotati. Per tornare a generare valore dovrà ridurre i costi e spingere a fondo sull’innovazione. L’auto del futuro dovrà costare meno ed avere sempre maggiore efficienza sia dal punto di vista dei consumi che da quelli della resa su strada. Questo comporterà perciò un profondo e radicale cambiamento in quello che è stata l’organizzazione dell’industria dell’auto fino ad ora. Questo almeno è quanto pensano il suo amministratore delegato Marchionne e gran parte degli esperti del settore. La situazione disastrosa in cui versano Gm e Chrysler in America, ha dimostrato come la politica dei grandi suv onnivori di energia portata avanti dai colossi di Detroit per anni e le loro grandiosi politiche di sviluppo di macchine sempre più potenti ed ingombranti è fallita miseramente.

Licenziamenti e joint venture in vista per unità di Credit Suisse

 Credit Suisse Group AG, la seconda banca della Svizzera, sta progettando di tagliare alcuni posti di lavoro all’interno della sua unità di garanzie finanziarie ed è inoltre pronta a considerare una vendita o una joint venture per una parte della sua divisione di gestione degli assets: la banca svizzera procederà a tali operazioni a causa dei sempre peggiori andamenti dei mercati finanziari. Le riduzioni di staff, che potrebbero verificarsi verso la fine del 2008, si aggiungono ai 500 licenziamenti annunciati solamente due settimane fa.

 

Le dimensioni di questi ulteriori tagli del personale, in aree lavorative che includono anche il comparto dei diritti di proprietà, sono ancora da valutare. La divisione contava circa 21.300 impiegati alla fine di settembre. Dirk Hoffmann-Becking, analista inglese della Sanford Bernstein & Co., ha così commentato la notizia:

In testa alla lista vi sono senza dubbio le banche di investimento. Mi aspetto che Credit Suisse riduca gli affari ciclicamente carenti, come le sottoscrizioni e il settore consultivo.

Per quanto riguarda la sua unità finanziaria, Credit Suisse sta tentando di dare maggiore impulso ai profitti, dopo le perdite di 359 milioni di franchi svizzeri (302 milioni di dollari) conseguite nei primi nove mesi del 2008.

 

La joint venture tra Jujitsu Ltd. e Siemens permetterà un aumento delle vendite dei server: si attende solo l’annuncio

 Fujitsu Ltd., la maggiore compagnia giapponese di servizi di software, è molto vicina a chiudere l’accordo per l’acquisto del 50% della partecipazione della Siemens AG: l’operazione è volta a creare una joint venture tra aziende di computer, al fine di aumentare le operazioni dei server. La società informatica asiatica potrebbe a tal fine spendere una cifra compresa tra i 50 miliardi  (515 milioni di dollari) e i 60 miliardi di yen: è atteso per la prossima settimana l’annuncio riguardo a questa intesa.

 

Un acquisto di questo tipo permetterebbe alla compagnia di Tokyo di avere il controllo completo sulla Fujitsu Siemens Computers Holding BV per poter espandere le vendite di computer in Europa, visto che il mercato giapponese si trova ancora in difficoltà. Per quanto invece riguarda la Siemens, la compagnia tedesca vedrebbe di buon occhio l’intesa, alla luce dei piani del direttore generale Peter Loescher, il quale punta a focalizzare le operazioni della società sul settore energetico, industriale e nei servizi sanitari. Michael Busse, analista economico di Magonza (Germania), ha così commentato la notizia:

Se si assume il punto di vista della Siemens si può sicuramente guardare con ottimismo al futuro. In questo ambiente, infatti, la società tedesca dovrebbe essere lieta di ottenere denaro dall’accordo.

 

General Electric si semplifica per spingere la crescita: riduzione servizi finanziari

General Electric si appresta a varare un piano di riorganizzazione interna volto alla semplificazione della struttura aziendale. Obiettivo finale è la valorizzazione dei settori più validi per la crescita per dare nuova spinta al titoli in borsa. La strategia attuale sembra una prosecuzione di quella iniziata già l’anno scorso con la vendita del settore di produzione di materie plastiche ad una società saudita per 11,6 miliardi di dollari.

Le divisioni di business passeranno da sei a quattro: finanza, energia, industria e media. Verranno infatti combinate le attività di credito a consumo per la clientela privata con i servizi finanziari per le imprese; dalla divisione infrastrutture verrà tolta la sezione attinente la produzione di energia e la parte restante verrà unita alle attività dell’area di produzione di beni di consumo e a quella per le attrezzature sanitarie. Infine resterà la divisione media NBC Universal. Interessante in particolare la nascita della divisione energia, molto promettente in quanto a tassi di crescita e la riduzione del peso dei servizi finanziari all’interno del gruppo (peso che nel 2010 sarà del 40% sul totale delle attività).

British Airways, American Airlines e Iberia: l’unione fa la forza

Secondo anticipazioni di ieri del Financial Times, British Airways, American Airlines e Iberia hanno deciso di costituire una grossa alleanza, un’imponente joint venture (è un accordo di collaborazione con cui due o più imprese collaborano a un progetto industriale, rimanendo indipendenti giuridicamente e suddividendo equamente i rischi dell’investimento) per contrastare nel miglior modo possibile i rincari del carburante e il rallentamento dell’economia. Sempre secondo il Financial Times le tre grandi compagnie hanno già chiesto il via libera dell’autorità antitrust per la loro alleanza.

Tale joint venture andrebbe quindi a coprire tre mercati fondamentali come quello dell’Europa, degli Stati Uniti e dell’ America Latina e verrebbe a costituire la forza principale delle rotte transatlantiche. I fattori principali che hanno spinto le tre compagnie ad allearsi sono stati sicuramente l’aumento dei costi, ma soprattutto l’accordo sui “cieli aperti” (o Open Skies), trattato firmato congiuntamente da Stati Uniti e Europa lo scorso 30 marzo, il quale ha liberalizzato il traffico aereo tra le due sponde dell’Atlantico (in questo modo le compagnie europee possono trasportare passeggeri da e verso qualsiasi destinazione in America e in Europa).