Crisi economica: gli italiani hanno voglia di reagire

 In Italia molti cittadini e molte imprese hanno rotto gli indugi senza aspettare che la crisi economica finisca; una quota parte di italiani, unitamente a molte piccole e medie imprese, stanno infatti imparando a convivere con la crisi cercando delle opportunità da cogliere al fine di contrastare il grande clima di incertezza e di prudenza.

Non a caso il Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, attraverso il Rapporto mensile “Diario della crisi”, ha messo in evidenza come nel nostro Paese stiano arrivando proprio dal tessuto sociale i primi veri segnali di reazione alla crisi economica. Decisamente più attendista e prudente è invece il settore creditizio, con le grandi banche che, in particolare, sono ancora restie e concedere mutui, prestiti e finanziamenti.

Avviato il recupero sgravi per i contratti di formazione-lavoro

Dopo l’aiuto dello Stato nei confronti della regione Sicilia, una mannaia si sta abbattendo su un gran numero di imprese. E’ un pericolo che rischia di atterrare le imprese commerciali che hanno più dipendenti e che rappresentano l’unica fonte di sostentamento per migliaia di famiglie siciliane. Consiste nel recupero complessivo di milioni di euro elargiti dalla Regione e dallo Stato e corrispondenti a sgravi fiscali e incentivi per l’assunzione di personale, a partire dal 1995 fino al 2001. Sei anni: un salasso per ogni contratto stipulato. Il recupero è stato già avviato dall’Inps, a seguito di una decisione della Commissione europea e poi della Corte di Giustizia Ue: le agevolazioni, di cui nel passato hanno potuto usufruire le imprese, secondo la giurisprudenza europea, sono illegittime, perché violano le norme sulla concorrenza tra gli Stati membri.

Con l’entrata in vigore della legge n. 101/2008 nel maggio scorso, che reca disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia dell’Ue, l’Italia ha dato seguito all’ultimo avviso di Bruxelles. Ormai non sembra esserci scampo, dopo ricorsi respinti e battaglie legali fallite: per alcune imprese le cartelle sono ormai partite e, in alcuni casi, gli sgravi da restituire sono superiori a 250 mila euro.

Banca Mediolanum amplia la rete dei Family Banker. Aumenta il bisogno di consulenza

Banca Mediolanum apre una nuova fase di reclutamento e selezione di nuovi Family Banker, professionisti che assistono il cliente e lo aiutano nella scelta e nella gestione dei vari servizi offerti. A causa del crescente bisogno di consulenza da parte dei clienti per gestire al meglio i propri risparmi, la Banca intende ampliare la propria rete di collaboratori composta oggi da 6.382 professionisti dislocati in tutte le provincie italiane.

I Family Banker sono un punto di forza all’interno della struttura della banca, capaci di seguire la clientela nelle sue scelte di risparmio e investimento, portando la Banca a casa del cliente. La strategia vincente adottata dalla Banca è di essere sempre vicini al cliente e di fornirgli soluzioni adeguate ad ogni sua esigenza.

Guido Lasciarrea, Italian Network manager della banca e responsabile della rete dei family banker a livello nazionale afferma

Il successo che continuiamo a incrementare nel mercato bancario, finanziario e assicurativo ci porta a dover ricercare sempre nuovi consulenti e per questo puntiamo sul reclutamento di giovani capaci, dinamici e desiderosi di realizzare le proprie potenzialità, ai quali offriamo la concreta possibilità di mettere a frutto anni di studi.

Dimuinuisce il tasso di disoccupazione in Italia ma non al Sud

Scende al 6,1% il tasso annuo di disoccupazione (dal 6,8% del 2006) ai minimi rispetto al ’93: la riduzione riguarda soprattutto il Mezzogiorno. Cresce tuttavia il numero degli inattivi in età produttiva: +1,1% la media 2007 su base annua. Aumentano però gli inattivi al Centro (+2,5%) e del Sud (+1,8%). Cosa significa essere “inattivi”? Semplicemente questo termine sta ad indicare che costoro non hanno cercato lavoro. Sempre al Sud, il numero delle donne inattive sale a quasi 4 milioni e mezzo di unità (+1,3%). Quali potrebbero essere le cause? E soprattutto, perché si ha un maggior numero di inattivi al Sud? Trovare una lavoro al Sud non è facile, ecco perché molti giovani preferiscono emigrare al Nord o in altre nazioni, andando così ad incrementare quel fenomeno denominato “ fuga dei cervelli”. Quindi sebbene al Nord si sia avuta una riduzione della disoccupazione, del Sud e le isole non si potrebbe dire lo stesso, possiamo prendere un esempio: i dati Istat del quarto trimestre 2007 confermano, secondo la Cisl, la gravità della situazione occupazionale in Sardegna. Il tasso di disoccupazione si attesta all’11,2% rispetto al 10,6% dello stesso trimestre dell’anno precedente e quello di occupazione, sempre per i due trimestri considerati, si porta nel 2007 al 52% rispetto al 52,9% del 2006.

Eurispes: carovita, italiani sempre più poveri

L’Eurispes nel Rapporto Italia 2008, presentato a Roma, ha rilevato che soltanto un terzo delle famiglie italiane (esattamente il 38,2%) riesce ad arrivare alla fine del mese. In un anno è raddoppiata la percentuale dei nuclei familiari che ricorrono ai prestiti passando dal 5 al 10%. È quindi un’Italia sempre più povera quella descritta dal Rapporto Eurispes del 2008. Sono 5 milioni le famiglie a rischio povertà. Pochissime quelle che riescono ancora a risparmiare qualcosa alla fine del mese: il 13,6% contro il 25,8% del 2007 e il 27,9% del 2008. Venti milioni i lavoratori sottopagati.

Il 78,5% degli italiani nutre poi pessimismo e sfiducia nella situazione economica. Questo sentimento di pessimismo è il più alto registrato nel corso degli ultimi 6 anni. Soltanto il 10,9 % dei cittadini continua a guardare con speranza al futuro dell’economia italiana. L’istituto ha anche sondato la percezione degli italiani rispetto al caro-vita: per più di 9 italiani su 10 (il 19% in più rispetto all’anno precedente) nel corso del 2007 i prezzi sono aumentati.